In Sicilia è record di comuni “plastic free”

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Sono 24 i comuni italiani che hanno deciso di dire basta alla plastica usa e getta e aderire così alla rivoluzione globale denominata “plasticfree” e più della metà si trova in Sicilia. 

Noto, Siracusa, Avola, Pantelleria, Favignana, Lampedusa, Linosa, Capo d’Orlando, Augusta, Pachino, Capaci, Malfa (Salina, Isole Eolie), qui le amministrazioni hanno adottato delibere per mettere al bando la plastica monouso in favore di materiali biodegradabili e tanti altri comuni sono pronti a seguire l’esempio. Mancano all’appello le grandi città capoluogo, in una visione più ampia in cui l’antica Trinacria potrebbe diventare la prima regione #plasticfree d’Europa.

“L’esempio di questi comuni oltre ad essere un bel segnale e un’azione che deve essere replicata su tutto il territorio, dimostra che è urgente e possibile vietare l’uso delle stoviglie monouso di plastica, anticipando e superando la proposta di direttiva europea.”

Commenta così Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente in occasione della conferenza stampa ospitata sabato 26 Gennaio a Palazzo Ducrezio, a Noto, uno dei primi comuni ad aver messo al bando la plastica monouso. Un’occasione per l’associazione ambientalista italiana per lanciare un appello alla Sicilia e invitare i sindaci ad aderire alla campagna #plasticfree, oltre che per confrontarsi sul tema del cosiddetto marine litter.

Foto di Andrei Ciobanu da Unsplash.com

Si tratta senza dubbio di una delle più gravi emergenze ambientali del pianeta, basta vedere i numeri che vi lasciamo nelle consuete pillole di curiosità in fondo all’articolo. Lo scorso 19 dicembre il Parlamento e il Consiglio dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo per ridurre la produzione di oggetti in plastica monouso. Le nuove norme emanate  riguardano i 10 prodotti di plastica usa e getta e i prodotti da pesca che insieme rappresentano il 70% dei rifiuti marini in Europa. L’approccio ricalca quello della direttiva del 2015 sulle borse di plastica, rivelatosi efficace e accolto con favore e rapidità dai consumatori.

La direttiva entrerà ufficialmente in vigore dall’1 gennaio 2021 ma in tanti in Italia hanno già anticipato la strategia europea. Per la precisione, è stato Antonio Fentini, sindaco delle Tremiti il primo a mette in atto un divieto nell’utilizzo di stoviglie di plastica, dopo che il Cnr di Genova aveva denunciato l’altissima concentrazione di microplastiche nelle acque delle isole pugliesi. Seguendo il suo esempio, i comuni di Pollica (Sa), Maratea, Domus De Maria, Vernazza, Castiglione della Pescaia, Pozzuoli, Caggiano (Sa), le toscane Follonica, Bordighera, Marciana Marina e Campo nell’Elba e infine Arona (Novara) hanno adottato dei provvedimenti.

Intanto all’Assemblea Nazionale Siciliana c’è un disegno legge per mettere al bando le stoviglie non riutilizzabili nelle sagre e nelle mense e a Sanza (SA) il sindaco ha vietato l’utilizzo di stoviglie e posate in plastica nella mensa scolastica comunale.

Adottare ordinanze contro la plastica non biodegradabile significa prendersi cura del territorio e della salute degli abitanti. I rifiuti di materiale plastico, oltre a essere dannosissimi per l’ecosistema marino, sono molto lenti a decomporsi. Questo significa che si frammentano in pezzi sempre più piccoli che contaminano l’intera catena alimentare, arrivando sulle nostre tavole.

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Ogni anno si stima che finiscano nelle acque marine dai 4,8 ai 12,7 milioni di tonnellate di rifiuti plastici.
  • Occorrono circa 500 anni al mare per smaltire una bottiglia di plastica, 30 anni per un gomma da masticare e 50 per una lattina di alluminio.
  • Nel Pacifico esiste un’isola galleggiante di spazzatura, la Great Pacific Garbage Patch, che sarebbe composta da 1.800 miliardi di frammenti, per un peso di 80mila tonnellate.

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Per la foto di copertina Credits to National Oceanic and Atmospheric Administration, on WIkimedia Commons

Ada Maria De Angelis

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