In Australia aumenta il costo delle sigarette: un pacchetto costerà fino a 50 dollari

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In Australia aumenta il costo delle sigarette: questo è il nuovo passo della rigida politica anti-fumo del governo federale australiano.

In Australia aumenta il costo delle sigarette

Il 1° settembre 2020 entrerà in vigore un aumento del 12,5% delle accise sul tabacco. La misura porterà i prezzi dei pacchetti a livelli mai visti: i più economici costeranno 29 dollari australiani (circa 18 euro), quelli più costosi arriveranno a sfiorare i 50 (circa 30 euro). Anche il prezzo del tabacco sfuso subirà un aumento. L’Australia era già in cima alla classifica dei Paesi in cui le sigarette costano di più. Al secondo posto si colloca la Nuova Zelanda, al terzo l’Irlanda.

In Australia aumenta il costo delle sigarette: un record inaspettato

In Australia aumenta il costo delle sigarette
Shutterstock – Nopphon_1987

Quello che entrerà in vigore a settembre sarà l’ottavo aumento consecutivo delle accise sul tabacco: è dal 2013 che il governo tenta di combattere la dipendenza dal fumo usando l’arma dei rincari. Il più corposo (+25%) è stato introdotto nel 2010. L’ultimo rialzo delle tasse sul tabacco è entrato in vigore il 1° settembre 2019 e ha portato il prezzo medio di un pacchetto intorno ai 25 dollari australiani. Quando la misura era entrata in vigore, Abby Smith, direttrice della campagna anti-fumo del Cancer Council della Tasmania, aveva dichiarato:

«Chi fuma almeno un pacchetto al giorno arriverà a spendere 10 mila dollari australiani all’anno».

In Australia aumenta il costo delle sigarette: il parere dell’OMS

In Australia aumenta il costo delle sigarette
Shutterstock – NeydtStock

Se fa un lato, infatti, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) gli aumenti dei prezzi sarebbero “il modo più efficace per incoraggiare i consumatori di tabacco a smettere e impedire ai bambini di iniziare a fumare”, dall’altro il dottor Colin Mendelsohn, della scuola di sanità pubblica dell’Università del Nuovo Galles del Sud, ha precisato che gli aumenti delle tasse non stanno più avendo il grande impatto sui tassi di fumo che avevano una volta.

dati diffusi dall’Australian Bureau of Statistics mostrano, per esempio, che il numero di adulti che fumano quotidianamente è rimasto stagnante negli ultimi anni, diminuendo solo dello 0,7% tra il 2014-15 e il 2017-18. Le cifre sono precipitate dal 23,8% nel 1995 al 13,8% nel 2017-18.

https://www.dailymail.co.uk/news/article-7905915/Aussies-smokes-paying-48-50-pack-year.html

In Australia aumenta il costo delle sigarette: la Tasmania è lo Stato in cui il consumo è più massiccio

“Tradizionalmente abbiamo sempre saputo che aumentare le tasse riduce una volta il fumo. Ma una volta arrivato a questo livello, le persone che sono dipendenti diranno: ‘Non ho altra scelta che devo continuare a fumare comunque’. Non c’è più il vantaggio. Tutto quello che si sta facendo è punire i fumatori dipendenti che non riescono a smettere e stimolare il mercato nero”.

 

Gli ha fatto eco, Abby Smith, direttrice della campagna anti-fumo del Cancer Council della Tasmania, che quando la misura era entrata in vigore aveva dichiarato che “chi fuma almeno un pacchetto al giorno arriverà a spendere 10 mila dollari australiani all’anno”.

A riprova del fatto che, probabilmente, prevedere in uno Stato un aumento delle tasse non è sempre e solo l’unica via da seguire per garantire la buona salute dei propri cittadini.

Combattere l’inquinamento indoor in 7 mosse

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • La qualità dell’aria interna(IAQ, Indoor Air Quality) nei paesi maggiormente urbanizzati è di gran lunga più bassa rispetto a quella respirata all’aperto e ciò è dovuto alla presenza di sostanze nocive di natura chimica, fisica e biologica, quali composti organici volatili (Voc), particolato aerodisperso (PM), formaldeide, gas radon, funghi e muffe che possono essere originati da diverse sorgenti (Ministero dell’Ambiente Italiano, 1991).
  • L’Organizzazione mondiale della sanità(OMS, o World Health OrganizationWHO in inglese), agenzia speciale dell’ONU per la salute, è stata fondata il 22 luglio 1946 ed entrata in vigore il 7 aprile 1948 con sede a Ginevra. L’obiettivo dell’OMS, così come precisato nella relativa costituzione, è il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni, del livello più alto possibile di salute, definita nella medesima costituzione come condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto come assenza di malattia o di infermità. È membro del Gruppo per lo sviluppo delle Nazioni Unite.
  • In base al report presentato stamattina dall’Istituto Superiore di Sanità, in Italia sono 11,6 milioni i fumatori, più di un italiano su cinque. Gli uomini sono 7,1 milioni e le donne 4,5 milioni. Le fumatrici sono aumentate soprattutto nelle regioni del Sud Italia: sono quasi il doppio rispetto a quelle che vivono nelle regioni centrali e settentrionali (il 22,4% al Sud e isole contro il 12,1% al Centro e il 14% al Nord).

Credits immagine in evidenza: Shutterstock – Kenishirotie

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