Il Bisonte è il simbolo degli indiani d’America per eccellenza, un animale nobile, enorme e fortissimo. Questo maestoso mammifero però, non è vissuto solo nelle riserve indiane, ma fino al secolo scorso era presente anche nel territorio europeo. Dichiarato estinto negli anni Venti, solo dodici esemplari furono tenuti in cattività e ora grazie ad un programma di reintroduzione sul territorio se ne contano centocinquanta. Dobbiamo festeggiare il ritorno del grande bisonte europeo, estinto nel 1919 che grazie al suo consumo di sottobosco riesce a tenere a freno gli incendi.
Grazie al ritorno del grande bisonte europeo il sottobosco è salvo dalle fiamme
Gli incendi sono una grande piaga per tutto il territorio mondiale, in particolare nelle zone molto calde e povere di acqua piovana.
In Europa le zone più colpite sono la Spagna, il sud Italia e la Grecia. Proprio dalla Spagna è nato il progetto per il reinserimento di questo grande mammifero partendo dagli unici dodici esemplari viventi in cattività.
Le abitudini del bisonte sono molto lente, passano le loro giornate a ruminare e riposarsi, spostandosi a seconda della riserva di cibo. Proprio grazie a questa pigrizia, prima di decidere di spostarsi, la mandria si assicura di aver fatto un minuzioso lavoro di disboscamento. Eliminando la maggior parte del materiale più infiammabile, gli incendi sono molto meno invasivi e disastrosi.
Le reintroduzione del bisonte europeo: il progetto spagnolo
La Spagna crede fortemente in questo progetto, che però non riceve sostegni statali e si alimenta solo grazie a donazioni e al lavoro dei volontari.
La storia del bisonte nasce circa 1,2 milioni di anni fa: le pitture rupestri sono un chiaro simbolo della sua esistenza millenaria. Sono stati una fonte di cibo per i primi cacciatori, poi sono stati utilizzati per l’agricoltura e per ultimo come trasportatori di armi nella Prima Guerra Mondiale. L’uomo ha sempre sfruttato la sua potenza che nasconde una grande docilità nella collaborazione.
Gli ultimi esemplari in natura furono uccisi in Russia alla fine degli anni Venti, da quel massacro si salvarono solo cinquanta esemplari che furono messi in sicurezza all’interno di parchi faunistici. Nel 2010 la Spagna ha tentato la liberazione partendo da un piccolo branco di sei esemplari, per poi ampliare la mandria fino ad arrivare agli attuali 150 capi nel 2021.
Conosciamo il bisonte europeo
Si tratta della specie di mammifero più grande rimasta in Europa, il suo peso può raggiungere i mille kg. Mangia all’incirca trenta chilogrammi al giorno tra materiale erboso e legnoso, prediligendo quello che si trova, appunto, nel sottobosco. Può essere lungo circa tre metri e alto anche oltre due. Rispetto al cugino americano, ha una pelliccia meno folta, ma coda e corna più lunghe, in generale è leggermente più grande.
Non ha predatori naturali, l’unico di cui si deve preoccupare è l’uomo, che per millenni gli ha dato la caccia per ricavare il cuoio migliore sul mercato. Cacciare un bisonte è sempre stato considerato un onore, chi riusciva ad abbatterlo avrebbe ricavato due grossi bicchieri dalle sue splendide corna.
L’organizzazione del suo gruppo sociale
Sorprendentemente, i bisonti riescono a vivere in mandrie miste, oppure in piccoli gruppi di soli maschi. I capi si scambiano facilmente nella stagione della riproduzione e non mantengono legami di parentela. Si tratta di un animale sociale e quindi ha bisogno del suo branco per poter sopravvivere, anche se non si instaurano veri e propri legami d’appartenenza. Il gruppo ha una struttura matriarcale, dove la femmina più anziana è considerata il capobranco.
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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Il cugino americano del bisonte europeo è stato più fortunato con il passare dei secoli. Ad oggi, negli Stati Uniti sono presenti circa 500.000 esemplari, di cui però solo 20.000 sono considerati allo stato brado.
- Solo nel 2019 gli incendi hanno raso al suolo circa 400.000 ettari di foresta in Europa, oltre ai grandi danni recati agli agricoltori e agli allevatori di bestiame.
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