Il mercato dell’acqua cresce sempre di più
Nonostante lo Stop alla plastica dal Parlamento Europeo, le oramai ben note controindicazioni ambientali dovute alla produzione, allo smaltimento delle bottiglie di plastica e al trasporto dell’acqua confezionata, sebbene la maggior parte delle acque in bottiglia sia, per qualità e caratteristiche di composizione, praticamente indistinguibile dalla maggior parte delle persone da quella del rubinetto, il mercato dell’acqua minerale è in continua crescita.
Il consumo di acqua in bottiglia in Italia e nel mondo
La plastica ha sostituito in modo netto il vetro come materiale utilizzato per le bottiglie a partire dagli anni ’80 e, insieme a questa crescita, si è assistito a una produttività e una vendita progressivamente aumentata; un fenomeno confermato a livello mondiale e particolarmente accentuato in Italia, il nostro Paese risulta infatti essere oggi il maggior consumatore europeo di acqua in bottiglia e terzo al mondo dopo Emirati Arabi e Messico.
Un mercato, quello italiano, che ha visto in un anno il confezionamento di oltre 13,5 miliardi di litri di acqua (dei quali oltre 1 miliardo di litri destinato al mercato estero), distribuiti su 250 differenti marchi per un consumo procapite/anno di oltre 200 litri. Il panorama internazionale mostra inoltre che, già dal 2011, le acque confezionate hanno sorpassato nei consumi tutte le altre tipologie di bevande (bibite lisce e gassate, succhi di frutta, ecc), con un volume annuo superiore ai 245 miliardi di litri.
Il mercato dell’acqua minerale in Italia
In Italia operano circa 140 stabilimenti di imbottigliamento, che imbottigliano oltre 250 marche diverse di acqua confezionata. Il numero delle fonti e marche riconosciute dal Ministero della Salute è molto più alto, ma in alcuni casi le relative aziende non hanno fatto seguito agli investimenti produttivi, mentre in molti casi le unità produttive sono cessate per problemi tecnici o economici-finanziari.
Quali sono le aziende di acqua minerale più importanti in Italia?
I primi 8 produttori (Sanpellegrino Nestlè Waters, San Benedetto, Fonti di Vinadio, Gruppo Norda, Lete, Ferrarelle, Cogedi, Spumador) assorbono oltre il 73% del totale produzione nazionale.
Il mercato italiano è uno dei pochi grandi mercati delle acque confezionate che non è dominato dalle grandi multinazionali del beverage. L’unica grande multinazionale che ha conquistato la leadership del mercato è Sanpellegrino (Nestlè Waters) mentre la Coca-Cola, pur operando sul mercato già da alcuni anni, è abbastanza lontana dalle posizioni di vertice; sono assenti, invece, le altre due grandi multinazionali delle acque confezionate (Danone e Pepsico).
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo e tu?
- In molti paesi del mondo l’acqua confezionata non è minerale naturale, al di fuori della comunità europea la maggior parte dell’acqua che viene commercializzata è “purified water”, ovvero acqua che viene filtrata, trattata e messa in bottiglia. A livello mondiale circa il 45% di tutta l’acqua che viene imbottigliata è del tipo purificata, un mercato enorme guidato dagli stessi produttori di bibite: Coca Cola con il marchio Dasani, Pepsi Cola con il marchio Aquafina e Nestlé con il marchio Pure Life;
- Le acque di rete sono potabili ed economiche (1 litro di acqua di rubinetto costa in media 0,0015 centesimi), in molti casi migliorabili negli aspetti organolettici di sapore e odore, ma sicure e bevibili da chiunque senza il rischio di incorrere in problemi di natura sanitaria, eppure sono ancora in molti a non fidarsi dell’acqua del rubinetto (le statistiche Istat 2015 evidenziano che circa il 30% degli italiani hanno una cattiva opinione dell’acqua dell’acquedotto e non si fidano di berla), un timore in larga parte immotivato, che contribuisce ad alimentare il mercato dell’acqua confezionata e ad impoverire i portafogli di chi la acquista;
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