Il coronavirus e la sindrome di Kawasaki nei bambini

il coronavirus e la sindrome di kawasaki

Tra il coronavirus e la sindrome di Kawasaki, un’infiammazione sanguigna che colpisce i bambini, potrebbe esserci una correlazione.

I pediatri di varie zone d’Europa hanno lanciato l’allerta dopo aver rilevato una rara sindrome infiammatoria che si teme possa essere legata al coronavirus. Il 21 marzo scorso il dottor Matteo Ciuffreda, cardiologo pediatrico all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo ha diagnosticato per la prima volta la “sindrome di Kawasaki” a un bambino arrivato in pronto soccorso. Da quel momento i casi sono diventati 20. «Negli ultimi due mesi – aggiunge Lucio Verdoni, reumatologo pediatra del Papa Giovanni – ci siamo accorti che giungevano al pronto soccorso pediatrico diversi bambini che presentavano una malattia nota come Malattia di Kawasaki. In un mese il numero dei casi ha eguagliato quelli visti nei tre anni precedenti».

Al Gaslini di Genova il professor Angelo Ravelli, pediatra e segretario del gruppo di studio di Reumatologia della Società italiana di pediatria sta curando, solo nelle ultime settimane, 5 bambini affetti dalla sindrome di Kawasaki, quando in un anno se ne registrano in media nove. I casi sono stati registrati in Spagna e in Portogallo. Il sospetto quindi è che possa esserci una correlazione tra Sars-Cov 2 e la malattia di Kawasaki, infiammazione ai vasi sanguigni (vasculite) che colpisce i bambini.

Coronavirus e sindrome di Kawasaki, una correlazione incerta

«Non è chiaro – scrivono i pediatri – se il virus Sars-Cov-2 sia direttamente coinvolto nello sviluppo di questi casi di malattia di Kawasaki o se le forme che si stanno osservando rappresentino una patologia sistemica con caratteristiche simili a quelle della malattia di Kawasaki, ma secondaria all’infezione».

L’elevata incidenza di queste forme in zone ad alta infezione da Sars-Cov-2 (Lombardia, Piemonte e Liguria) e l’associazione con la positività dei tamponi o della sierologia, suggerisce che l’associazione non sia casuale.

«Abbiamo avviato una fase di monitoraggio – spiega Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria – e abbiamo cominciato a raccogliere, da qualche settimana, una serie di dati, che indicano la presenza della malattia di Kawasaki in alcune aree del paese, in particolare in Lombardia, Piemonte e Liguria». Gli esperti precisano che solo una piccola minoranza di bambini infettati da SarsCov2 sviluppa la malattia di Kawasaki, meno dell’1%. Nonostante ciò, avvertono, «in previsione dell’imminente apertura alla Fase 2, è importante tenere presente tutte le conseguenze che questo virus insidioso può causare, sia nella fascia di età adulta che in quella pediatrica».

Cos’è la sindrome di Kawasaki

È una vasculite che colpisce i bambini sotto i 10 anni, soprattutto prima dei 5. La causa, dalla scoperta circa 50 anni fa, rimane ignota. Si pensa tuttavia che sia causata da un agente infettivo che, nei piccoli predisposti, provoca una risposta infiammatoria.

I sintomi tipici sono febbre alta persistente, eruzione cutanea, alterazioni delle mucose e delle estremità. La complicanza più temibile è l’infiammazione delle arterie del cuore, che può causare dilatazioni aneurismatiche permanenti delle coronarie.

In genere la patologia risponde molto bene alla terapia (immunoglobuline e acido acetilsalicilico, talora cortisone) e con il trattamento appropriato, somministrato in tempi rapidi, praticamente tutti i bambini guariscono.

Il Coronavirus spiegato ai bambini con i LEGO

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • La maggior parte dei bambini contagiati da coronavirus vengono rapidamente dimessi.
  • I sintomi di coronavirus nei bambini sono molto lievi.
  • L’età media dei contagi nel nostro paese è di 62 anni, mentre l’età media dei decessi è 79 anni.

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In copertina: foto di Pixabay da Pexels

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