Secondo il nostro calendario l’estate inizia il 21 giugno, ma ben prima possiamo godere del sole e dell’aria calda. In natura ci sono molti elementi che anticipano l’arrivo delle vacanze: il risveglio dei ricci dal letargo, il selvatico inizia a farsi vedere nei boschi e gli uccelli cantano dalle fronde degli alberi. Uno su tutti è il simbolo stesso della rinascita primaverile, il canto dell’usignolo che anticipa la bella stagione. Il detto “cantare come un usignolo” non a caso si riferisce a chi, preso dall’allegria che solo la primavera sa trasmetterci, si lascia andare nel canto.
L’usignolo canta per annunciare l’arrivo della stagione estiva ma anche per allertare gli abitanti del bosco
L’usignolo vive principalmente nei boschi e nelle foreste, predilige gli ambienti poco umidi e il fitto verde. È famoso in tutto il mondo ed è solito migrare a seconda delle temperature, si sposta nel nord Europa durante le stagioni calde e intorno alla metà di settembre si sposta in piccoli stormi verso le zione asiatiche il nord Africa.
Il suo ruolo è molto importante per gli abitanti del bosco, ricopre la carica di sentinella. Dall’alto dei rami avvisa gli animali che potrebbero essere predati dell’arrivo di possibili pericoli. Il canto dell’usignolo avvisa daini, caprioli, cinghiali e scoiattoli che capiscono che è il momento di scappare. La sua voce è considerata tra le più belle e intonate del Pianeta.
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Come possiamo occuparci di un usignolo
Se ci capitasse di trovare un usignolo in difficoltà, possiamo prendercene cura per aiutarlo a tornare in forma. Come prima cosa ha bisogno di essere messo al sicuro dentro una gabbia per uccelli, oppure in una scatola grande forata per far passare l’aria. Se nella zona è presente un centro di recupero per animali selvatici, la cosa migliore è rivolgersi a loro. In caso non avessimo questa possibilità, dopo esserci assicurati che l’uccellino è in sicurezza, possiamo mettere nella gabbia o nella scatola una ciotolina con acqua fresca. Per nutrirlo finché non si sente in grado di spiccare il volo, possiamo offrigli un po’ di frutta, o se li troviamo in giardino, qualche vermiciattolo. Appena l’usignolo sarà in grado di volare, dobbiamo lasciare aperta la gabbia il più vicino possibile al punto in cui lo abbiamo trovato.
Cosa fare se troviamo un piccolo di usignolo caduto dal nido?
Purtroppo capita spesso di trovare dei pulcini caduti dal nido, ma non sempre è bene prenderli con noi. Toccare i cuccioli (di ogni specie) è molto pericoloso, perché la mamma sentendo un odore diverso non lo riconoscerebbe più.
Per questo è necessario assicurarsi che si tratti di un caso di cui prenderci carico, oppure lasciare che la natura faccia il suo corso. Le mamme non abbandonano mai i suoi piccoli, ma è anche vero che possono succedere degli incidenti e quindi potrebbe non fare più ritorno al nido. Se vogliamo aiutare un piccolo in difficoltà, possiamo utilizzare un asciugamano o uno straccio per sollevare il pulcino e rimetterlo nel nido, così da evitare di lasciare l’odore umano. Mettere mano nei processi naturali spesso può creare più danno che altro, per questo è importantissimo capire bene la situazione prima di fare qualunque azione.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- La LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) è un’associazione italiana senza scopo di lucro, che agisce su tutto il territorio in difesa dell’ambiente, soprattutto dei volatili. Durante l’anno 2020 ha salvato più di 400 uccelli in difficoltà.
- In Italia esistono circa 550 specie di uccelli differenti, di cui oltre 250 nidificanti e fissi sul territorio. In totale sono circa 10.000 le specie di volatili nel mondo.
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