HORM e il suo stile “contemporary design”

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HORM propone uno stile “contemporary design” dove convivono influenze mediterranee, giapponesi, scandinave e nordamericane, reinterpretate dalla cultura, dalla passione e dall’artigianalità del Made in Italy.

La redazione di Habitante ha conosciuto l’architetto Marco Piva, per affrontare il tema della casa ideale di domani.

HORM e il suo stile contemporary design: intervista all’architetto Piva

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Sx Fabio Melcarne, Titolare e AD di HORM – Dx Architetto Piva

Cosa vuol dire fare l’architetto oggi? Lei, da dove trae ispirazione per l’ideazione delle sue collezioni?

Amo pensare il ruolo dell’architetto come un mediatore della bellezza, che attraverso le sue competenze è capace di trasferire una serie di valori tecnici ed estetici all’interno delle sue realizzazioni: una figura che permette lo sviluppo armonico dell’intero processo produttivo e che, come un “direttore d’orchestra”, è in grado di coordinare tutte le professionalità coinvolte e di configurare un’opera dandogli continuità dalla fase di concept fino al design finale, sia che si tratti di architettura, piuttosto che di interior o product design.

La fase creativa è alla base del processo progettuale, ed è la parte che meglio mi permette di esprimere il mio estro artistico. Sono molto curioso e questo aspetto mi è sempre servito per trovare ragioni e motivi sui quali innestare il processo ideativo. I riferimenti e le ispirazioni possono derivare dal territorio, dalla storia, dal costume, da un racconto, da un film o da una canzone, così come da un’opera d’arte o da una semplice emozione.

Del design mi interessa il senso complessivo che un oggetto od un prodotto possono esprimere, la loro capacità di intercettare attese estetiche, funzionali, prestazionali espresse da singoli individui o dalla società in genere, mi interessa la  reazione che i prodotti inducono in chi li osserva, li usa, se ne circonda.

Per me la sfida è creare una relazione fluida e di continuità tra concept e prodotto finito, e questo lo ottengo facendo confluire curiosità, ricerca e sperimentazione, che non deve essere solo formale e funzionale, ma anche semantica e sociale.

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Ha disegnato per Horm la collezione PLAZA, super novità 2023, che sarà esposta al Salone del Mobile. Ce la vuole raccontare?

Plaza è una collezione che interpreta lo spirito delle città attraverso le sue piazze più iconiche, prese come fonte di ispirazione da cui attingere linguaggi, materiali e forme, che vengono ibridate per creare oggetti capaci di dialogare poeticamente con lo spazio che li accoglie.  Così come le piazze rappresentano luoghi di socialità diffusa, i nuovi prodotti della Plaza Collection interpretano gli spazi di convivialità offrendo opportunità di espressione e connessione sociale, e lo fanno con un design elegante e leggero, caratterizzato da una forte propensione geometrica che viene bilanciata con l’utilizzo di linee, curve e dettagli. La scelta dei materiali e delle finiture conferisce inoltre ai prodotti una particolare caratterizzazione, che coniuga funzionalità ed estetica, per offrire un’esperienza nuova del modo in cui si vive la casa.

Il tavolo Alexander, ad esempio, si ispira alla storica AlexanderPlatz di Berlino, una vera e propria isola urbana rinomata per essere stata, con la costruzione della ferrovia, uno dei primi snodi ferroviari per l’Europa. Le gambe del tavolo, così come gli snodi ferroviari, possono essere assemblate in modi differenti, utilizzando due elementi principali e un giunto ad Y, donando al tavolo una particolare versatilità e flessibilità.

All’eleganza della Place de la Concorde è invece ispirata la sedia Concorde, che con le sue forme ampie e accoglienti richiama la maestosità della piazza e il senso di spazio e apertura che essa rappresenta. Inoltre, lo schienale avvolgente offre un elemento di grande raffinatezza e di forte impatto visivo, a memoria archetipa della geometria delle fontane dei Mari e dei Fiumi protagoniste della piazza.

Per realizzare la casa ideale di domani, è necessario che le aziende, i progettisti architetti e designer, e il consumatore finale si parlino: qual è il filo conduttore tra questi attori protagonisti di ogni progetto? Che rapporto ha HORM con gli architetti e con l’utente finale?

La contaminazione tra le esigenze ed aspettative del cliente da un lato, e le specificità proprie del progetto dall’altro, così come la rete vendita che lo andrà a veicolare e il contesto in cui si inserisce, è fondamentale.

Un lavoro, che sia di architettura, interior o product design, non è mai fine a se stesso, ma l’insieme di tanti fattori che permettono di creare, insieme al cliente (reale o immaginato), un percorso progettuale unico.

Credo che il filo conduttore stia nell’attenzione umanistica che i designers rivolgono all’intercettazione di nuove esigenze e necessità, e la capacità produttiva geneticamente flessibile delle aziende italiane. Il connubio tra la creatività dei designer e l’expertise delle aziende è il motore che genera il “valore aggiunto” dei prodotti, e che viene riconosciuto dall’utente finale, che si rispecchia nelle proposte suggerite.

Oggi la tecnologia permette ad architetti, aziende e consumatori di parlarsi in moltissimi modi, prima e dopo la nascita di prodotti, fisicamente e virtualmente. Non si tratta più di “vendere arredo”, ma di far percepire atmosfere, emozioni e lifestyle, attraverso esperienze.

Ritengo che Horm abbia recepito perfettamente questa nozione, ponendosi, con la sua rete fisica ma anche virtuale, come luogo di dialogo e confronto al fine di permettere all’utente finale di interpretare autonomamente un nuovo modo di vivere la casa, la sua casa.

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