Nel 1999 viene dichiarato Patrimonio dell’Umanità ed inserito nella Lista dei Beni UNESCO, il sito di Villa Adriana a Tivoli, considerata un esempio di città ideale, di notevole rilevanza, influenza artistica e architettonica.
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Villa Adriana a Tivoli: come è suddivisa l’area
Nel Lazio, a est di Roma, si trova la meravigliosa Villa Adriana a Tivoli. Viene considerata la più imponente Villa imperiale tra tutte quelle costruite nell’antica Roma e la sua grandiosità la estende a città ideale.
Come suggerisce il suo nome, è stata fatta costruire dall’allora Imperatore Adriano come residenza suburbana e la sua realizzazione si è compiuta in circa vent’anni, dal 118 d.C. fino al 138 d.C., vicino Roma e la via Tiburtina. La sua posizione è stata scelta anche a scopo strategico, per controllare e proteggere la Villa stessa. L’area circostante presentava numerose acque e antichi acquedotti romani, oltre che sorgenti termali.
La Villa Adriana a Tivoli ospita trenta edifici distribuiti in quattro nuclei sul territorio, ciascuna con specifiche funzioni:
- Edifici di rappresentanza e termali
- Palazzo imperiale
- Residenza estiva
- Zona monumentale.
L’architettura di tutta Villa Adriana comprende differenti stili, presi in ‘prestito’ dai numerosi viaggi che hanno affascinato l’Imperatore Adriano, dalle tradizioni dell’Antica Grecia, d’Egitto e di Roma.
Villa Adriana UNESCO: come è strutturata
I quattro nuclei degli edifici che compongono la Villa sono tutti collegati fra loro anche se ciascuna area soddisfa una determinata funzione. Nello specifico, ciascun nucleo, ospita:
- Teatro Greco e Tempio di Afrodite Cnidia;
- Teatro Marittimo, Palazzo Imperiale, Palazzo d’inverno e le Biblioteche (latina e greca) oltre che alla Piazza d’oro, una degli edifici costruiti più imponenti del complesso;
- Piccole Terme e Grandi Terme;
- Accademia, Stagno delle Ninfee, Torre di Roccabruna, i giardini, alloggi per la servitù oltre che a gallerie sotterranee e magazzini.
Qui risiede un grandissimo giardino, il Pecile, caratterizzato da un porticato che lo incornicia e da una piscina al centro. Si ritrova anche il Canopo, un letto d’acqua arredato con statue e colonne ma anche uno stadio, il Padiglione ed il Vestibolo e la Sala dei Filosofi.
Numerose le decorazioni all’interno del sito come statue, mosaici, marmi e colonnati che enfatizzano l’estetica dell’area.
Villa Adriana rientra in quelle che vengono definite le Ville dell’ozio. Aree suburbane, lontano dal centro di Roma, dedicate appunto al relax, alla letteratura e all’arte. Queste Ville spiccano per l’innovazione architettonica e artistica, oltre che rappresentanti la cultura e lo spirito dell’epoca.
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I criteri d’inserimento nella World Heritage List
Considerata come una delle più grandi espressioni della cultura e dell’arte mediterranea del tempo, Villa Adriana non è solo testimone dei tempi che furono ma ha influenzato notevolmente il lavoro artistico nei secoli successivi.
Per la sua grande rilevanza, ecco i criteri che l’hanno decretata, di diritto, Patrimonio dell’Umanità UNESCO:
- Villa Adriana è un capolavoro che in modo unico riunisce le più alte forme di espressione della cultura materiale dell’antico mondo mediterraneo.
- Lo studio dei monumenti che compongono Villa Adriana ha giocato un ruolo cruciale nella riscoperta degli elementi dell’architettura classica da parte degli architetti del Rinascimento e del periodo Barocco. Essa ha, inoltre, profondamente influenzato numerosi architetti e progettisti del XIX e XX secolo.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- A seguito della morte di Adriano, avvenuta nel 138 d.C., il sito ha subito numerosi attacchi e sciacallaggi. Solo nel 1461 l’area è stata riscoperta.
- I lavori di restauro del sito iniziarono soltanto alla fine dell’Ottocento, quando la Villa venne acquistata dal Regno d’Italia.
- La Villa di Tivoli dista 28 chilometri da Roma e si estende su un’area di circa 120 ettari.
- Nel 2006 l’Accademia della Villa è stata inserita nella lista dei 100 siti più a rischio (World Monuments Watch) a causa del rapido deterioramento delle sue rovine.
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