Consumatori erroneamente attratti dall’etichetta alimentare “senza”
Psicologia dei consumi: sempre più consumatori sono erroneamente attratti dall’etichetta alimentare “senza”. Infatti, negli ultimi anni la comparsa sulle etichette alimentari della voce, per esempio, “senza olio di palma”, ha fortemente influenzato le scelte dei consumatori.
Per di più, anche la diffusione di informazioni talvolta discordanti ha ulteriormente disorientato i consumatori, che si trovano a gestire gli acquisti di cibo industriale tra paure e false credenze alimentari.
I prodotti alimentari “senza”: lo studio dell’EngageMinds Hub
Secondo lo studio sperimentale dell’EngageMinds Hub condotto nelle scorse settimane sui consumi ‘free from’, con un particolare focus sull’olio di palma. Il potere seduttivo dell’etichetta “senza” può spingere i cittadini a puntare su alimenti nei quali l’ingrediente mancante è incongruente o addirittura salutare.
I risultati della ricerca
Lo studio, come detto è condotto dell’EngageMinds Hub con il contributo dell’Unione italiana olio di palma sostenibile, sui consumi ‘free from’, con un particolare focus sull’olio di palma. Questo ha rilevato che:
- Posti di fronte al packaging di un cracker salato e di una merendina dolce, entrambi immaginari e creati per l’esperimento, il 38% dei consumatori coinvolti ha indicato come di particolare qualità la versione convenzionale.
Tuttavia, quando al campione di cittadini sono stati sottoposti gli stessi prodotti con etichette “senza”, le cose sono cambiate:
- Il 45% considera di particolare qualità il prodotto ‘senza olio di girasole’, quota che sale al 51% se ‘senza olio di palma’.
- Più della metà degli italiani (52%) ritiene i prodotti ‘senza olio di palma’ più sostenibili dei convenzionali. Mentre una frazione minore ma sempre molto elevata (47%) vede più sostenibili i prodotti ‘senza olio di girasole’.
- Infine, il 48% dei consumatori ritiene di qualità il (fittizio) prodotto ‘senza CO2’ e il 48% attribuisce qualità al ‘senza grassi polinsaturi’ (nonostante essi siano benefici per la salute).
La salubrità dei prodotti
La ricerca ha indagato anche altri fattori. Infatti, è stato chiesto al campione di consumatori coinvolto di specificare la visione che essi hanno sulla salubrità dei prodotti. Anche in questo caso, a fronte di un 32% che ritiene sani gli alimenti convenzionali, la percezione di salubrità è maggiore per i prodotti ‘senza olio di girasole’ secondo il 40% dei cittadini. E il 51% dei rispondenti attribuisce una maggiore salubrità ai cibi ‘senza olio di palma’. Inoltre, quote elevate della popolazione attribuiscono maggior salubrità ai prodotti senza CO2 (48%) e a quelli senza grassi polinsaturi (46%) rispetto al prodotto convenzionale.
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Psicologia dei consumi
L’etichetta ‘senza’ “determina una forte distorsione cognitiva nella valutazione dei prodotti alimentari. Tanto che induce i consumatori a pensare che quel prodotto sia anche più salutare, di maggiore qualità e più rispettoso dell’ambiente. Ciò indipendentemente dal tipo di ingrediente eliminato poiché la scelta è guidata dall’etichetta ‘senza’ e non dall’ingrediente escluso. Così, l’unico modo per difendere l’olio di palma da questa offensiva negativa è una maggiore informazione, per far conoscere al consumatore l’olio di palma sostenibile.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Nel 2015 è nata l’associazione per l’Olio di Palma Sostenibile, per dare una comunicazione ed un’informazione oggettiva sulle caratteristiche dell’olio di palma sia in termini di sostenibilità grazie alle certificazioni sia per le sicurezze alimentari che possono essere assolutamente rispettate utilizzando olio di palma di qualità.
- La sostenibilità è sempre più essenziale anche per i consumatori di prodotti di bellezza, che sono attenti a cercare marchi e valori che siano in linea con i loro valori. Secondo l’ultimo Beauty Report di Klarna, 4 italiani su 5 pensano che i brand dovrebbero essere più trasparenti circa il loro impegno in ambito green. Mentre, 7 su 10 hanno imparato a leggere più nel dettaglio quanto indicato sulle confezioni dei prodotti. In particolare il 62% presta attenzione alla presenza di certificazioni e etichette specifiche, come vegan approved o cruelty free, sul packaging dei prodotti di bellezza, scegliendo di conseguenza.
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