Il cambiamento climatico colpisce anche le nostre tavole. In occasione della Giornata Internazionale dell’Alimentazione del 16 ottobre il WWF lancia il report 2021, effetto clima: l’anno nero dell’agricoltura italiana per denunciare come il clima abbia inciso drammaticamente sulla produzione di alcuni prodotti tipici del territorio e il conseguente aumento dei prezzi.
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L’anno nero dell’agricoltura italiana: i problemi
“Danni enormi per la produzione italiana nel 2021, con cali fino al -95% per il miele e -80% per l’olio in alcune regioni del Centro-nord – avverte il WWF -, con potenziali ripercussioni anche per la disponibilità di prodotti agro alimentari sui mercati locali: i consumatori potrebbero essere gravemente colpiti dall’aumento dei prezzi dei beni alimentari quali frutta e verdura, alla base delle diete sostenibili”. Complessivamente, “gli eventi climatici estremi sono costati al comparto agricolo circa 14 miliardi di euro negli ultimi 10 anni. Nel decennio dedicato dalle Nazioni Unite alla nutrizione (2016-2025), il 2021 è celebrato dalla Fao come l’anno internazionale della frutta”.
Un cambiamento visibile
“Con circa 1.500 eventi estremi – ricorda il Wwf – il 2021 fa registrare in Italia un aumento del 65% di nubifragi, alluvioni, trombe d’aria, grandinate e ondate di calore rispetto agli anni precedenti”. Secondo i dati riportati dal WWF, “alcune colture sono state penalizzate in modo generalizzato, come il miele che è arrivato a perdere addirittura il 95% della produzione rispetto all’anno precedente e la frutta che vede un calo medio del 27%, con picchi di -69% come quello registrato dalle pere (in pratica più di un frutto su quattro è andato perduto a causa degli effetti di eventi estremi e imprevedibili quali gelate, siccità e grandinate)”. Ma anche “il riso (-10%), il vino (che in alcune regioni ha subito cali fino al 50%) e l’olio che ha fatto registrare in alcune regioni del centro-nord i danni più gravi: fino all’80% in meno, in un anno che doveva segnare invece una produzione in crescita rispetto all’anno precedente”.
Anche le filiere di trasformazione ne hanno risentito: “Il caldo torrido di questa estate ha accelerato la maturazione del pomodoro, superando la capacità logistica per raccoglierlo, trasportarlo e lavorarlo: il 20% del raccolto è andato così perduto”. “La crisi climatica, con i suoi molteplici effetti, sta minacciando la capacità produttiva dei sistemi agricoli a livello globale, compromettendo la loro capacità di nutrire adeguatamente l’umanità. È necessario affrontare questo cambiamento in maniera coerente e coordinata. I nostri comportamenti a tavola e fuori sono determinanti, non possiamo più ignorare il nostro ruolo all’interno del sistema globale”, afferma Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del Wwf Italia.
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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Il sistema alimentare contribuisce per circa il 37% alle emissioni di gas serra e un terzo è legato agli sprechi alimentari, fenomeno in costante crescita.
- Nel Sud Italia si sta assistendo a un fenomeno di “tropicalizzazione” che apre la possibilità alla sostituzione di coltivazioni tradizionali con frutti esotici.
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