È proprio l’Ocse a dare l’allarme: nel mondo solo il 9% della plastica viene riciclato. Infatti, la produzione dei rifiuti contenenti plastica si è triplicata rispetto ai numeri di vent’anni fa. Sono numeri preoccupanti che ci fanno capire quanto grave sia la situazione, non venivano applicate strategie green e sostenibili? Come si può invertire la situazione?
Solo il 9 % della plastica viene riciclata: i numeri
L’Ocse riporta una statistica chiara e preoccupante: solo il 9 % della plastica viene poi riciclata. Certamente, al giorno d’oggi, tutto il mondo sta producendo una quantità di rifiuti estremamente superiore a ciò che avveniva due decenni fa. Quindi, si tratta quasi del doppio dei rifiuti di plastica. Ecco, qualche detrito che finisce in discarica, o negli inceneritori o purtroppo direttamente nell’ambiente.
- Le macroplastiche, i detriti plastici di dimensione grande
- Pellet di plastica industriale
- Tessuti sintetici
- Segnaletica orizzontale
- Usure di pneumatici
In totale, si calcola che tra tutti questi rifiuti ne venga riciclato solamente il 9%. È un dato che ci fa capire che nemmeno la pandemia Covid-19, che si pensava portasse cambiamenti positivi e consapevolezze, ci è riuscita. Durante il pieno della pandemia Covid-19, l’utilizzo di plastica era decisamente diminuito, si parla di un 2,2% rispetto all’utilizzo che se ne faceva prima. Anche se, nello stesso momento pandemico si era registrato un aumento di tutti quei rifiuti prodotti da imballaggi alimentari utilizzati per l’asporto, alle mascherine adagiate sul suolo. Poi, purtroppo, con il riprendersi dell’attività economica, l’utilizzo di plastica è tornato ai livelli prepandemici, ci troviamo in una situazione d’emergenza.
Quali paesi producono più rifiuti di plastica?
Sia chiaro, non tutti paesi si devono prendere colpe allo stesso modo. Per via del fatto che quasi la metà di tutti i rifiuti plastici viene generata nei paesi dell’Ocse. I numeri sono esorbitanti e preoccupanti, si parla di un 221 kg negli Stati Uniti, a 14 kg nei Paesi dell’Unione Europea, e poi si arriva sino a 69 kg in Giappone e Corea. I Paesi dell’Ocse rappresentano l’11% di tutte le perdite di macroplastiche e anche il 35% di quelle microplastiche. Come si può invertire questa tendenza? È l’Ocse a chiederselo, l’unica possibilità è quella di agire e cooperare a livello internazionale per ridurre proprio la produzione della plastica. L’innovazione potrebbe aiutare, per esempio, ma anche una progettazione dei prodotti che rispetti l’ambiente. Bisognerebbe creare un mercato che sia separato e sopratutto un mercato che funzioni in maniera ottimale per la plastica riciclata.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Imballaggi e contenitori costituiscono il 30% dei rifiuti che gli americani mandano in discarica, ma solo il 15% viene riciclato. Gran parte di questo imballaggio è una sottile pellicola di plastica, che può essere o meno accettata per il riciclaggio dal tuo autotrasportatore o dalla tua città, ma di solito può essere lasciata al tuo negozio di alimentari locale insieme a sacchetti di plastica. Le aziende si sono impegnate per imballaggi più riciclabili.
- Involucri metallici lucidi (ad es. sacchetti per patatine, caramelle e barrette proteiche) di solito non sono accettate per il riciclaggio. È più probabile che la plastica rigida venga riciclata rispetto alla pellicola di plastica sottile e gli articoli che sono un mix di materiali diversi hanno meno probabilità di essere riciclati perché sono difficili da separare. Ad esempio, i contenitori di latte di soia e succhi di frutta sono un mix di carta, plastica e alluminio, vengono riciclati in alcune città e non in altre. Le bioplastiche, che sono costituite almeno da un materiale di origine vegetale, non sono riciclabili e sono compostabili.
TI È PIACIUTO L’ARTICOLO? ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA
Per altre curiosità e informazioni sugli abitanti continuate a seguirci su www.habitante.it