In Europa crescono le città a basse emissioni

prima città sperimentale

La crisi climatica resta ad oggi una delle problematiche globali più preoccupanti. Per questo motivo ci si sta muovendo per contrastare questo fenomeno e stanno così aumentando le città a basse emissioni.

La crisi climatica è imputabile in gran parte alle emissioni di gas serra derivanti dalle attività umane. Se ne è diffusamente parlato nel corso della Cop26, la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, che si è conclusa con l’impegno internazionale per l’emergenza climatica. In concreto si tratta di lavorare al fine di operare un taglio delle attuali emissioni del 45% entro il 2030, con obiettivo zero entro la metà del secolo. In accordo con tale intesa sono difatti crescite in Europa le città a basse emissioni, anche se l’Italia pare essere ancora indietro rispetto ad altre nazioni.

Città a basse emissioni: cosa significa

Quando si parla di città a basse emissioni si intende sostanzialmente luoghi in cui si tende ad abbassare la quota di anidride carbonica emessa dalle attività umane. Questo concetto si esplica in concreto per esempio limitando il traffico, ovvero vietando la circolazione a specifiche categorie di veicoli inquinanti all’interno di una ben definita area urbana.

Stop alla vendita di auto a benzina-diesel-gpl dal 2035

Quante sono ad oggi le città a basse emissioni?

Oggi sono oltre 300 le città in Europa che presentano una zona a basse emissioni. Si stima che nel 2025 questo numero raggiungerà almeno una quota di 500. Inoltre tra il 2030 e il 2035 quasi 30 città europee tra cui i Paesi Bassi, il Regno Unito, la Francia e i paesi scandinavi intendono trasformare quelle che oggi sono luoghi a basse emissioni in zone a zero emissioni. Ciò sarà possibile impedendo alle auto inquinanti di accedere all’area urbana. Questi sono i principali dati raccolti dalla campagna Clean Cities, nell’ambito del rapporto “The development trends of low- and zero-emission zones in Europe”.

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Qual è la situazione in Italia?

Dal citato rapporto risulta che L’Italia si posiziona in coda alla classifica delle nazioni europee con città a basse emissioni. Sebbene si stia muovendo qualcosa in tal senso c’è ancora molto su cui lavorare. Al momento sono nove le città italiane a impatto climatico zero entro il 2030 scelte dall’Unione Europea. Queste sono nel dettaglio: Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino.

Nel nostro paese si registra un numero alquanto elevato di misure di restrizione del traffico inquinante, strumento migliore allo scopo, che quindi limita la circolazione di determinati veicoli in specifici periodi dell’anno o invernali e fasce orarie. Nonostante queste zone a traffico limitato ciò sono ancora poche le vere zone a basse emissioni e le città carbon neutral non accelerano la transizione con obiettivo zero.

La maggior parte delle città a basse emissioni italiane risultano non essere sono sottoposte a opportuni controlli sistematici o almeno controlli a regolari da parte della polizia locale. Inoltre mancano elementi essenziali quali una comunicazione efficace nel confronti dei cittadini e la previsione di piani per il rafforzamento nel tempo delle suddette restrizioni.

Ciò che è certo, in quanto evidente in molte città europee, è che il meccanismo delle città a basse emissioni funziona. Si rende però necessario adottare strumenti di supporto che permettano ai cittadini di muoversi con facilità e senza disagi. Tra queste per esempio: l’accesso gratuito ai servizi di trasporto pubblico e di sharing mobility e anche incentivi per la rottamazione dei veicoli altamente inquinanti.

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Secondo la NASA, nel 2020 la temperatura media del pianeta registrata è stata di 1,02 gradi centigradi più calda della media di base relativa al periodo 1950-1980. Il riscaldamento globale, oltre a provocare lo scioglimento delle calotte polari e l’innalzamento del livello del mare, sta provocando altri cambiamenti climatici come la desertificazione e l’aumento di eventi meteorologici estremi come uragani, inondazioni e incendi: la distorsione del clima rischia di causare danni incalcolabili.
  • Il carbone è la fonte di energia fossile più inquinante in assoluto. Il 46% delle emissioni di CO2 sono infatti provocate da combustibili fossili. Ciò nonostante oltre il 28,6% dell’energia consumata a livello mondiale è ancora ricavata dal carbone.

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