In questo periodo segnato dal Covid, oltre al rispetto delle nuove norme da emergenza sanitaria si è assistito anche ad un improvviso calo di scorte e materie prime in tutto il mondo. Infatti, specialmente nelle ultime settimane, si è assistito ad un forte incremento della domanda di beni e merci di vario genere. Ciò che è dovuto anche all’allentamento delle restrizioni da pandemia in molti Paese, ha avuto ricadute disastrose sulla produzione, sul trasporto e sulla fornitura di importanti materie prime come caffè, alluminio, carta, tanti altri beni di primaria importanza.
L’incremento della domanda di beni e servizi
Con l’allentamento delle misure restrittive anti-Covid delle ultime settimane si è manifestata una forte e costante crescita della domanda di beni e servizi. Ciò ha portato a un aumento della produzione e della richiesta di materie prime da parte di chi produce. Quindi, l’idea di avere maggiori libertà farà crescere ancora di più i consumi. Tuttavia, già la domanda attuale, sta prosciugando le scorte in magazzino di qualunque fornitore di materie prime, semilavorati e componenti, in qualsiasi settore.
Il calo di scorte e materie prime
Già ad aprile la carenza di semiconduttori aveva frenato la produzione di apparecchi tecnologici come smartphone, automobili e forni a microonde. Ciò a causa del lockdown che la scorsa primavera ha causato un ritardo, se non addirittura il blocco della produzione e della fornitura di grandi catene globali. Complice anche lo smart working e la didattica a distanza che hanno portato all’esplosione della domanda di dispositivi elettronici. Questo stesso fenomeno, oggi si sta manifestando anche in tanti altri settori di mercato. Infatti, tutto il mondo si trova davanti ad un ritardo di produzione e fornitura di beni di primaria importanza come rame, ferro e acciaio, poi mais, caffè, grano, soia, e ancora legname, semiconduttori, plastica e cartone per imballaggi. Qualsiasi filiera è in affanno.
La crisi produttiva che ha colpito tutto il mondo
Su Bloomberg, da una lunga analisi firmata da Brendan Murray, Enda Curran e Kim Chipman, emerge che i produttori di materassi, le case automobilistiche, i produttori di fogli di alluminio, stanno acquistando più di quanto necessario, per adeguare l’offerta alla domanda di beni che sta crescendo. Causando anche ritardi a livello mondiale nella consegna di merci. Inoltre, si sta assistendo anche ad una forte impennata dei prezzi che raggiungendo i livelli più alti nella storia potrebbero portare ad un’economia globale inflazionata già nel futuro prossimo. Infatti, la Federal Reserve statunitense sta ricevendo nuove domande su quando aumenterà i tassi per evitare l’inflazione, e il rischio politico percepito già minaccia di sconvolgere i piani di spesa degli Stati Uniti d’America in quanto questa situazione potrebbe non risolversi prima di un anno. In molti però, pensano che sia solo una fase di transizione, causata dal pieno lockdown dell’anno scorso.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Qualche esempio per capire la portata dell’aumento dei prezzi: il rame si è apprezzato del 47% rispetto ai livelli pre-crisi; il grano del 12%, la soia del 15%; il legno per pallet del 20%; il nichel e lo zinco del 51%; l’alluminio del 26%. E il petrolio è già tornato ai livelli pre-crisi dopo il crollo dell’anno scorso: il Brent è intorno ai 70 dollari a barile.
- Logistics Managers’ Index fornisce un’indicazione rispetto allo stato dell’arte e alle prospettive delle spese di inventario, trasporto e magazzino delle imprese. Ad aprile 2021 le stime del Logistics Managers’ Index parlavano di una ridotta capacità di trasporto – dovuto ad esempio all’impossibilità di produrre nuovi camion o nuove navi nel breve periodo che ha portato ad un aumento dei costi di trasporto delle aziende, a quello dei prezzi di vendita dei prodotti e di conseguenza, a un aumento dell’inflazione.
TI È PIACIUTO L’ARTICOLO? ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA
Per altre curiosità e informazioni sugli abitanti continuate a seguirci su www.habitante.it