Il turismo lento promuove la qualità e l’esperienza contrapponendosi al turismo di massa. Vediamo 10 buone pratiche per un turismo sostenibile.
Il turismo lento e la lotta al climate change
Il turismo lento, definito anche turismo slow, è il turismo che “promuove la qualità e l’esperienza contrapponendosi al turismo di massa, veloce e di consumo che poco valorizza le tipicità di un luogo”. Una buona pratica, quindi, per il territorio italiano che ha bisogno di essere valorizzato e riscoperto in modo differente dalla velocità del consumo sfrenato.
I viaggi e l’attività turistica incidono per il 10% sul Pil globale. Un settore cardine, che non può rimanere escluso dalla lotta contro il clima. Per questo il World travel and tourism council (Wttc) ha annunciato, durante l’annuale summit che si è svolto in aprile a Buenos Aires, una partnership con l’Unfccc, il segretariato delle Nazioni Unite che coordina la lotta al climate change, volta ad impostare una strategia in grado di contrastare i cambiamenti climatici nel settore dei viaggi e del turismo.
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“I viaggi e il turismo hanno un ruolo enorme nell’affrontare i cambiamenti climatici. Mentre il cambiamento climatico comporta rischi significativi per alcune destinazioni turistiche, in molte aree più ad alto rischio, il turismo può fornire alle comunità un’opportunità per accrescere la resilienza ai suoi impatti”, ha dichiarato il segretario Unfccc Patricia Espinosa.
Il turismo lento è la più alta forma di turismo sostenibile
Il Wttc si impegna a diffondere tra i suoi partner le migliori pratiche di sostenibilità e cercherà di ridurre del 50% le emissioni totali di carbonio del settore entro il 2035. Per dimostrare il suo impegno in favore dei cambiamenti climatici e della sostenibilità, il Council ha avviato da tempo il premio “Tourism for tomorrow”, l’iniziativa che premia le best practice nel turismo sostenibile a livello globale. Il concorso è dedicato alle organizzazioni e alle imprese del settore turistico che vogliono candidare i loro progetti che intervengono in uno dei seguenti settori: rispetto dell’ambiente, protezione del patrimonio culturale e naturale e generazione di benessere sociale ed economico nelle popolazioni locali.
Il turismo lento per rivivere il territorio in modo green
A piedi, in bicicletta, a cavallo, con le ciaspole ai piedi se c’è la neve, a bordo di un treno che percorre tratti ferroviari recuperati: purché sia un tipo di turismo green, a contatto con la natura.
Lo aveva annunciato l’ex ministro dei Beni culturali e turismo, Dario Franceschini dopo aver presentato l’Atlante digitale dei cammini, il nuovo portale del Mibact dedicato a chi vuole viaggiare in Italia a passo lento.
“Il 2019 anno del turismo lento sarà un ulteriore modo per valorizzare i territori italiani meno conosciuti dal turismo internazionale e rilanciarli in chiave sostenibile favorendo esperienze di viaggio innovative, dai treni storici ad alta panoramicità, agli itinerari culturali, ai cammini, alle ciclovie, ai viaggi a cavallo. Investire sul turismo sostenibile”, aveva concluso “è una strategia di sviluppo che ha come fine la tutela e la riproposizione innovativa di luoghi, memorie, conoscenze e artigianalità che fanno del nostro Paese un luogo unico: un circuito di bellezza straordinariamente diffuso lungo tutto il suo territorio fisico, e lungo un arco di secoli di civiltà. Una strategia fondamentale per governare la crescita dei flussi turistici che ci attendiamo per i prossimi anni”.
Il turismo lento e le 10 buone pratiche secondo il Wttc
Per dare esempio e ispirazione a tutte le associazioni e gli enti territoriali, il Tourism council ha descritto dieci best practice divise per categorie, utili ai cittadini e al governo.
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Alimentazione sostenibile
La catena Accor Hotel utilizza solo verdure a km zero, coltivate in loco, in molti dei suoi hotel. Il gruppo Soneva coltiva e serve ai suoi ospiti 15mila kg di prodotti biologici all’anno. Virgin Atlantic, grazie alla collaborazione con la Sustainable restaurant association (Sra), ha creato il primo framework al mondo nato per affrontare le sfide della sostenibilità della ristorazione in volo.
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Energie rinnovabili
Xanterra Parks & Resorts oltre ad alimentare il suo “Ohiopark” con una turbina eolica da dieci kilowatt e utilizzare veicoli elettrici per il trasporto di ospiti, ha inaugurato sin dal 2004 un modello di business chiamato “With a Softer Footprint”, nato con lo scopo di ridurre l’impatto ambientale attraverso pratiche commerciali sostenibili.
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Monitoraggio dei dati
Nel marzo 2017, Earth Check, il gruppo leader mondiale nei servizi di benchmarking scientifico, certificazione e consulenza per viaggi e turismo, ha lanciato la Global Sustainable Tourism Dashboard. Attraverso questa piattaforma, utilizzata in più di 70 Paesi, è possibile raccogliere e visionare dati sul turismo, offrendo una visione più ampia di come il settore stia contribuendo a raggiungere gli SDGs.
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Tecnologia
Il gruppo Climate Neutral e i suoi partner hanno sviluppato Carmacal, un calcolatore di impronta di carbonio business-to-business orientato al turismo, in grado di fornire informazioni su pacchetti turistici e viaggio completi.
La Cruise Lines International Association (CLIA) utilizza vernice atossica per gli scafi delle sue navi, riducendo del 5% il consumo di carburante. Inoltre, l’associazione utilizza luci a Led e pannelli solari per fornire energia senza emissioni di inquinanti.
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Gestione ottimale di acqua ed energia
Chepu Adventures Ecolodge in Cile ha dotato ogni stanza di un tablet su cui vengono mostrati in tempo reale i consumi di acqua ed energia ed invita i suoi ospiti, come in un gioco a premi, a non superare le quantità massime previste.
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Veicoli elettrici e carburanti alternativi
La diffusione delle auto ibride tra le compagnie di noleggio è sempre più marcata ma la Enterprise Rent-A-Car è andata oltre, realizzando l’Istituto per i combustibili rinnovabili, nato per favorire la ricerca nel campo dei carburanti alternativi e delle tecnologie pulite.
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Compensazione di emissioni
Marriott ha impegnato due milioni di dollari per preservare la riserva di Juma nella foresta pluviale amazzonica brasiliana.
Più di trenta compagnie aeree membri della Iata (International Air Transport Association) hanno introdotto un programma di compensazione delle emissioni di gas serra per chi acquista biglietti aerei on-line. -
Mobilità ciclistica per il trasporto
Paradisus Playa del Carmen, gestito da Meliá Hotels International, incoraggia l’uso di biciclette tra i dipendenti e ha donato una pista ciclabile alle popolazioni locali.
Nel mondo, sempre più alberghi offrono il noleggio gratuito di biciclette per incoraggiare gli ospiti a viaggiare in modo sostenibile.
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Infrastruttura sostenibili e design a basso impatto ambientale
Intercontinental San Francisco è un hotel che vanta la certificazione Leed Gold; tra i fiori all’occhiello il risparmio di due milioni di litri d’acqua ogni anno grazie a rubinetti e servizi igienici a basso flusso.
L’Hotel Zetter di Londra è stato realizzato seguendo le più rigide regole della ventilazione passiva. Esso utilizza un sistema intelligente di gestione dell’energia ed utilizza solo legname derivante da approvvigionamenti sostenibili certificati.
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Protezione dell’ambiente locale e della biodiversità
Il resort di Misool in Indonesia ha creato una zona di 800 km² dove è proibita la pesca, lo sharkfinning (il taglio delle pinne agli squali per ragioni alimentari) e la raccolta di uova di tartaruga e molluschi. Il risultato? La biomassa ittica è aumentata del 250% negli ultimi sei anni e in alcune aree l’aumento è stato superiore al 600%.
Negli ultimi 17 anni, Biosphere Expeditions può vantare più di 150mila ore di volontariato dedicate alla conservazione della fauna selvatica e alla ricerca.
Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- Un ottimo modo per mettere in pratica il turismo lento è riscoprire i borghi: piccoli gioielli incastonati tra le montagne italiane lungo tutto la penisola. Dedicarci un weekend per respirare aria pulita in zone lontane dal caos frenetico delle città. Scopri di più sul borgo di Treia o di Quaglietta.
- Craco è soprannominato “borgo fantasma”. La denominazione è da attribuire al fatto che attualmente il paese è disabitato a causa di un movimento franoso verificatosi nel 1963. Ciò è proseguito nel corso degli anni e ha costretto gli abitanti a trasferirsi nelle frazioni di Craco-Peschiera e Craco-Sant’Angelo.
- Sapevi che alcune amministrazioni lavorano contro lo spopolamento dei piccoli paesi? È il caso del borgo di Sambuca di Sicilia, dove le case costano 1 euro.
Credits immagine in evidenza: Shutterstock – bbernard
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