Google segna le file al supermercato.
Vista l’emergenza da Coronavirus e il conseguente lockdown, Google segna le file al supermercato.
La nostra quotidianità, da quella lavorativa a quella domestica e familiare, è stata stravolta. Oltre a dover passare la maggior parte del tempo tra le mura domestiche, questa situazione ha cambiato il nostro modo di gestire i rapporti interpersonali e di lavorare, ma ha anche rivoluzionato molte attività quotidiane, come fare la spesa o andare in farmacia.
Visti i divieti di uscire di casa e muoversi tra Comuni diversi da quello in cui si abita, gli spostamenti sono giustificati solo da esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi sanitari, tramite autocertificazione da presentare alle autorità competenti in caso di controlli.
Anche negozi ed esercizi commerciali devono quindi rispettare determinate disposizioni di prevenzione e precauzione per poter restare aperti: evitare assembramenti, far rispettare la distanza di sicurezza tra i clienti di almeno un metro, essere dotati di dispositivi di protezione individuale (DPI), quali mascherine e guanti.
Tutto ciò ha portato a grandi file fuori dai supermercati, alle farmacie e agli altri negozi rimasti aperti perché ritenuti necessari ed essenziali.
Come Google segnala le file fuori dai supermercati
Cercando un supermercato della nostra zona sul motore di ricerca di Google sul lato destro, oltre alle informazioni classiche fornite da sempre, quali indirizzo, orario di apertura e chiusura, telefono e recensioni, ora viene mostrato anche lo stato di affollamento, indicando l’attesa prevista prima di poter entrare nel negozio.
Lo stesso vale nel caso in cui si stia cercando una farmacia, o un’altra tipologia di negozi, anche per ricerche effettuate direttamente su Google Maps.
Google ha annunciato anche la pubblicazione del COVID-19 Community Mobility Reports, un’analisi interna dei dati di localizzazione usati per alimentare il suo sistema di pubblicità targettizzata, lo sviluppo dei prodotti e una più ampia strategia commerciale, per mostrare i cambiamenti nei movimenti della popolazione in tutto il mondo.
Google e il trattamento dei dati
I dati sulla geolocalizzazione che Google sta rendendo pubblici sono comunque confusi – per evitare di invadere la privacy – infatti viene spiegato che la società “utilizza la stessa tecnologia di anonimizzazione a livello mondiale che utilizziamo ogni giorno nei nostri prodotti. Per questi rapporti, utilizziamo la privacy differenziale, che aggiunge un ‘rumore artificiale’ ai nostri set di dati, consentendo risultati di alta qualità senza identificare alcuna persona. Le informazioni dettagliate vengono create con insiemi di dati aggregati e resi anonimi dagli utenti che hanno attivato l’impostazione di Localizzazione, solitamente disattivata per impostazione predefinita. In Google Maps, utilizziamo dati aggregati e anonimi che mostrano quanto sono affollati alcuni tipi di luoghi. Abbiamo sentito da funzionari della sanità pubblica che questo stesso tipo di dati aggregati e anonimizzati potrebbe essere utile per prendere decisioni critiche per combattere il COVID-19”, continua Google.
I report sono divisi per paese o per stato (con 131 paesi inizialmente coperti), ulteriormente suddivisi in regioni, delle quali Google offre un’analisi di come la mobilità della comunità sia cambiata rispetto alla media di base prima che COVID-19 arrivasse a cambiare qualunque cosa.
Gli esperti di privacy e gli attivisti per le libertà civili sono già preoccupati per gli impatti di tali sforzi alimentati dai dati sui diritti individuali, contestando al contempo l’utilità più ampia di alcuni di questo tracciamento.
“La raccolta su larga scala di dati personali può portare rapidamente alla sorveglianza di massa”, è l’avvertimento di un trio di accademici del Computational Privacy Group dell’Imperial College di Londra, che ha espresso la sua preoccupazione sulla privacy.
Discutendo del rilascio di Google dei dati sulla posizione mobile per una causa come il COVID-19, il capo del gruppo, Yves-Alexandre de Montjoye, ha però dato un assenso generale ai passi che l’azienda ha preso per ridurre i rischi per la privacy. Sebbene abbia anche chiesto a Google di fornire maggiori dettagli sui processi tecnici che sta utilizzando, in modo che i ricercatori esterni possano valutare meglio la solidità delle protezioni sulla privacy dichiarate. Tale scrutinio è di fondamentale importanza visti i così tanti dati relativi al coronavirus in corso in questo momento.
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Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- Al momento attuale il servizio sembra segnalare poco affollamento ovunque. L’affidabilità del servizio è sicuramente tutta da testare ma la direzione sembra essere quella giusta.
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In copertina: foto di Ingo Joseph da Pexels