Vivere da soli: il trend del Single Living cresce e l’architettura risponde a questo bisogno diffondendo sempre più appartamenti per una sola persona.
Sono circa 6 milioni gli abitanti italiani che scelgono di vivere da soli. A questi si aggiungono 1,3 milioni di persone o con parenti o con altre persone con cui non hanno relazioni di coppia o genitoriali, secondo il primo Rapporto Auditel-Censis – Convivenze, relazioni e stili di vita delle famiglie italiane.
Gli italiani scelgono di vivere da soli per diversi motivi. “Vado a vivere da solo”, uno slogan che è diventato una sorta di moda. La tendenza è quella di mantenere una propria sfera domestica indipendente anche quando si è impegnati in una relazione. Negli ultimi anni, infatti, al fenomeno Single Living si è affiancata una risposta abitativa innovativa, sotto forma di micro appartamenti, che soddisfa i bisogni del 10% della popolazione italiana che scegliere di vivere da sola. Habitat che descrivono uno stile di vita all’insegna del minimalismo: vivo da solo perché “ho bisogno dei miei spazi”.
Vivere da soli: uno stile di vita in cui ci si rispecchia
Dal nostro Osservatorio sulla Casa emerge che ormai la Casa è al centro delle vite degli abitanti italiani: la mia casa mi descrive, parla di me e, dunque, la personalizzo affinché io possa rispecchiarmi. Questo è un po’ il riassunto di quello che gli abitanti italiani dichiarano, quando parlano del proprio habitat.
Vado a vivere da solo: ecco le motivazioni che spingono 6 milioni di abitanti italiani a fare questa scelta
1. Scelgo io le regole della mia Casa
Vivere da soli significa essere padroni a tutti gli effetti del proprio habitat: niente regole di convivenza, la mia casa risponde solo ai miei bisogni.
2. Ho più tempo per me stesso
Convivere vuol dire anche socializzare: vivere da soli significa mettersi più in gioco per se stessi e avere più tempo a disposizione da investire per sé.
3. Mi responsabilizza
Scegliere di andare a vivere da soli richiede anche responsabilità: sei l’unica persona che si deve occupare delle bollette, del budget e della sicurezza della casa.
5. Imparo a conoscermi
Imparare a convivere con se stessi è sorprendentemente liberatorio, pacifico e formativo. E’ un’esperienza che va fatta soprattutto se si ha bisogno di imparare a conoscersi meglio, per migliorarsi.
6. Personalizzo gli spazi in base ai miei gusti
Dipingere le pareti del proprio colore preferito, appendere foto e poster dei miei amici più cari, cambiare la sistemazione dei mobili in base al mio umore è possibile senza invadere gli spazi altrui. Non c’è niente che faccia sentire più liberi!
7. Il mio stile di vita è protagonista
Vivere da soli significa non avere regole sugli orari, vuol dire poter dare sfogo alla propria creatività a qualsiasi ora senza infastidire nessuno. Il mio stile di vita non viene né più giudicato, né controllato.
8. Scelgo il mio ordine
Senza coinquilini sono sicuro che sistemando e pulendo tutto prima di andare a lavoro, al mio rientro, ogni cosa sarà al suo posto. Al contempo, se non lo faccio, non sarà un problema per nessun altro: me ne occuperò io quando potrò.
9. Mi rende più produttivo
Esiste una netta differenza tra la solitudine e l’essere solitari. Capita, a volte, che mi va di uscire, ma nessuno è disponibile: allora mi sento “solo”. Poi mi guardo intorno e vedo bucato e piatti sporchi: allora decido di essere produttivo e bastare a me stesso. E in quel momento sono felice della mia solitudine!
10. Acquisto sicurezza perché so che starò bene da solo, qualsiasi cosa succeda
Vivere da soli insegna a preoccuparsi del proprio benessere, a cavarsela quando gli altri – per qualsiasi ragione – non sono disponibili e tu hai bisogno di risolvere in fretta. Imparare a superare gli ostacoli da soli fa acquisire sicurezza.
Sonia Carrera