Per aiutare i nostri mari scegliamo la pesca sostenibile

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Il mare è pieno d pesci, così dicevano i nostri predecessori prima di accorgersi del cambiamento che stanno subendo le nostre acque. Negli ultimi decenni la Lega Ambiente ha puntato la rotta verso la sensibilizzazione anche sul mercato ittico. La pesca è diventata in breve tempo un regno di consumo e spreco, in cui ci sono troppi scarti e i nostri oceani stanno morendo. Per aiutare i nostri mari scegliamo la pesca sostenibile, scopriamo insieme come possiamo sostenere un mercato importante facendo scelte più responsabili.

La pesca sostenibile evita gli scarti e la sofferenza inutile di molti pesci

Uno dei grandi problemi della pesca fatta da grandi aziende, è che nelle reti non finiscono solo i pesci scelti per essere venduti. Purtroppo oltre il 70% del pescato diventa materiale di scarto, che non viene riutilizzato ma semplicemente rigettato in mare.

I predatori marini però solo raramente si nutrono di pesci già morti, e quindi i processi di putrefazione degli scarti sono un forte agente inquinante.

Le enormi reti da pesca fanno letteralmente tavola rasa di tutto quello che incontrano durante il trascinamento. Non raccolgono solo pesci, ma anche coralli, spugne, rocce e vegetazione e quindi influiscono negativamente su tutto l’ecosistema dei mari. Cosa possiamo fare quindi per aiutare la pesca sostenibile? Scegliendo un pescato fresco possibilmente da piccoli distributori o se siamo fortunati, direttamente dal pescatore appena rientrato dal mare. Le piccole aziende ittiche non hanno i mezzi per utilizzare la pesca a rete in trascinamento, e quindi prestano più attenzione.

Come finisce la plastica in mare?

La scelta del pescato a km 0 aiuta le piccole e medie imprese

L’Europa è interamente circondata da mari e oceani con una biodiversità meravigliosa e di qualità eccellente. La sua popolazione è in percentuale quella che consuma più materiale ittico in tutto il mondo, ma anche con la maggior importazione. In questa era di consumismo non siamo più abituati a seguire la stagionalità dei prodotti che portiamo in tavola, e quindi siamo costretti ad importare molti prodotti. Ma chi ne fa le spese siamo proprio noi per primi, sia perché l’importazione fa la guerra alla nostra economia, sia per la qualità del prodotto stesso. Si immagina facilmente quanta qualità perde un prodotto che deve affrontare un lungo viaggio, piuttosto che qualche ora in cella freezer. Puntare al pescato a km 0 è un ottimo modo per aiutare i nostri mari a non morire, e anche a valorizzare l’arte della pesca che ormai è quasi interamente sostituita da grossi mezzi che recano forti danni.

La pesca sostenibile
Le balene sono tra le principali vittime della pesca – Imagine Earth Photographystrascico – fonte shutterstock

La lotta di green peace per aiutare l’ecosistema marino

Nelle reti dei grossi pescherecci purtroppo non restano impigliati solo i pesci destinati al consumo, ma anche molte specie già considerate a rischio di estinzione. Delfini, tartarughe, squali e balene, ma anche uccelli pescatori, foche e meduse sono vittime di un sistema di pesca troppo violento e poco attento.

Dal 1971 l’associazione per i diritti dell’ambiente green peace lotta per contenere i disagi che soprattutto la pesca a strascico sta recando ai nostri oceani. Gruppi di volontari biologi marini, ma anche veterinari ed esperti del campo sono impegnati in questa dura battaglia. Si occupano in particolar modo delle specie protette come balene e tartarughe, di cui la pesca è vietata nella maggior parte del mondo. Le baleniere e le petroliere sono sempre nel mirino dell’associazione ambientalista, attiva in tutto il globo per salvaguardare non solo i mari, ma tutto il nostro habitat sempre più sfruttato dall’uomo.

La pesca sostenibile
Una nave di Green peace per la salvaguardia dei mari – fonte shutterstock foto di Pakorn Jarujittipun

Le nostre scelte possono cambiare il destino del pianeta

Tutti noi possiamo sostenere nel nostro piccolo le bellezze del pianeta, prestando attenzione alle scelte quotidiane. Ad esempio se abitiamo vicino al mare, possiamo prendere il pesce direttamente al porto mettendoci dalla parte delle piccole imprese. Inoltre la qualità di quello che porteremo in tavola sarà decisamente superiore e anche il nostro portafoglio sarà contento.

Chi vive sul lago può optare per il consumo dei pesci d’acqua dolce, ancora poco distribuito ma con una scelta ampia e molto salutare. Oltre ad aiutare i mari, saremmo più sostenibili risparmiando sui consumi del trasporto, che sono la più grande fonte di inquinamento del nostro meraviglioso pianeta.

Quanta plastica c’è nel mare?

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Secondo i dati raccolti dall’associazione Green Peace, almeno il 30% degli oceani sarà completamente protetto entro il 2030 se messi in atto i piani che sono stati progettati negli ultimi dieci anni.
  • Il mercato ittico italiano ha subito un calo del 4.9% rispetto al 2015 proprio perché la popolazione ha scelto di acquistare prodotti di importazione piuttosto che il pescato fresco dei nostri mari.

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