Oggi in Emilia Romagna le amministrazioni promuovono sempre più bandi per la promozione di iniziative sostenibili. La caratteristica di questi progetti è quella di collocarsi all’interno della Social Innovation e del movimento di Transizione per le città. Scopri tutto quello che c’è da sapere su Bologna, città di transizione.
Lo sviluppo sostenibile in Italia
In Italia nonostante il centralismo burocratico, la globalizzazione uniformatrice, le imposizioni restrittive della finanza, e le varie pretese di tutti i gruppi di pressione, sono nate ipotesi sulla ri-costruzione delle Città. Affinché si organizzino e si fondino su principi di solidarietà, reciprocità, fiducia e partecipazione attiva allo sviluppo socio-economico della collettività per una nuova visione della politica. In Italia così, soprattutto a Bologna, già da vari anni, sono state create le basi per lo sviluppo della Social Innovation. L’interesse principale è quello di dare priorità a temi quali la “cittadinanza attiva, creatività e organizzazione della società civile, delle comunità on line e dell’imprenditoria capace di generare soluzioni innovative alle nuove sfide sociali e ambientali”.
Bologna città di Transizione
Gli individui che condividono questi principi e valori sono sempre di più. Così nasce in loro il desiderio di mettere in pratica questi ideali in città, come il processo decisionale basato su principi di equità, trasparenza, efficacia, l’autosufficienza e l’autoproduzione per il rispetto dell’ambiente. Il Comune di Bologna, prima Transition Town italiana, sembra essere già attivo in questa direzione, dove l’amministrazione comunale ha approvato i “Patti di Collaborazione”. Dal 2014 infatti, cittadini e Amministrazione possono stipulare accordi per condividere la responsabilità nella cura e nella rigenerazione della città. Inoltre con lo spazio on-line per la Rete Civica “Collaborare è Bologna” l’Amministrazione si mostra aperta a più canali per favorire la partecipazione e la collaborazione alla vita pubblica.
I patti di collaborazione a Bologna
I Patti di Collaborazione attuati negli ultimi anni sono più di 300, e si sono concretizzati “in interventi di cura, rigenerazione e gestione condivisa di spazi pubblici”. I più interessanti tra questi sono stati la riqualificazione di un’immobile abbandonato e conversione in centro ricreativo, da parte di varie associazioni nel Quartiere Savena. Il progetto “Abitare Solidale33” per over 60, “sull’invecchiamento attivo”, grazie al Centro Servizi per il volontariato e al supporto della ricca rete di Associazioni di Volontariato per l’Autogestione dei Servizi e la Solidarietà (AUSER). Il “Cohousing Porto 15”, per le persone interessate a migliorare la qualità della propria vita, che vogliono di prendersi cura di sé, degli altri e dell’ambiente in cui vivono. E che condividono il proprio tempo a favore di un miglioramento dei rapporti interpersonali, per una migliore gestione delle attività di manutenzione abitative. E per lo sviluppo della sostenibilità ambientale attraverso l’uso comune degli elettrodomestici.
Le iniziative sostenibili nel mondo: Smart Cities le città del futuro
Pillole di curiosità. Io non lo sapevo. E tu?
- Le Transition Towns rappresentano un movimento fondato in Irlanda a Kinsale e in Inghilterra a Totnes dall’ambientalista Rob Hopkins. L’obiettivo del movimento è di preparare le comunità ad affrontare la doppia sfida costituita dal riscaldamento globale e del picco del petrolio. Il movimento è attualmente in rapida crescita e conta centinaia di comunità affiliate in diversi paesi tra cui Bologna.
- Transition Italia nasce nel 2008 per facilitare e supportare la diffusione di questo entusiasmante processo collettivo sul territorio italiano. È un network che agisce come nodo locale (HUB) della rete internazionale di Transizione sulla base di un accordo (MoU).
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