Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d’arte per guardare la propria anima.
George Bernard Shaw
Secondo un recente studio dell’ambito delle neuroscienze il cervello ragiona per immagini. Così, l’arte diventa uno strumento importante per liberare ciò che ci blocca e scoprire nuove risorse, uno strumento di guarigione utile per un miglioramento nella qualità delle vita di ogni abitante. Dal Novecento ad oggi modalità come arteterapia, musicoterapia o danzaterapia utilizzano la creatività come mediazione: l’arte ci aiuta a stare bene e a valorizzarci.
Arteterapia: cos’è e come funziona?
L’Arteterapia è un percorso di appoggio e/o cura di indirizzo psichico. Questo tipo di tecnica con risvolti terapeutici è nata attorno agli anni quaranta, e discende da esperienze di psicoterapia dinamica e da pratiche dedotte dall’applicazione della Psicoanalisi. Consiste nella ricerca del benessere psicofisico attraverso l’espressione artistica dei pensieri, vissuti ed emozioni. Essa utilizza le potenzialità, che possiede ogni abitante, di elaborare creativamente tutte quelle sensazioni che non si riescono a far emergere con le parole e nei contesti quotidiani. Per mezzo dell’azione creativa l’immagine interna diventa immagine esterna, visibile e condivisibile e comunica all’altro il proprio mondo interiore emotivo e cognitivo.
Arteterapia: una storia d’amore tra uomo e arte infinita
È vecchia quanto l’uomo, ma è stata sistematizzata e riconosciuta solo nel corso dell’ultimo secolo. L’arteterapia si è guadagnata un posto di rilievo in numerosi ambiti di assistenza, da quello psicologico fino alla disintossicazione dalle droghe: si tratta di metodologie di cura che favoriscono la guarigione stimolando la creatività con la pittura, la musica, il teatro o la danza. Corsi, master e scuole insegnano a psicologi, neuropsichiatri infantili, pedagogisti e tecnici della riabilitazione tutti i segreti del mestiere.
Sin dalla preistoria c’è sempre stato nell’uomo il bisogno di rendere manifesto il proprio mondo interiore. L’individuo civilizzato, dotato di funzioni mentali più evolute (linguaggio, ragionamento astratto, per esempio) esprime sé stesso attraverso i concetti, le parole, i ragionamenti. Colui che invece non usa il linguaggio verbale, che ha difficoltà cognitive, relazionali, può esprimere sé stesso solo attraverso il movimento, i suoni, il colore, le forme, i disegni. Ecco perché l’Arteterapia è il mezzo di comunicazione maggiormente utilizzato dagli psicotici.
Artererapia: l’espressione di sé senza filtri, che fa bene all’anima
L’arte permette un’espressione diretta, immediata, spontanea, arcaica ed istintiva di noi stessi che non passa attraverso l’intelletto. I materiali e le tecniche che il paziente utilizza gli permettono di esprimere, plasmare e dare una identità precisa al problema che l’ha portato in terapia; attraverso l’aiuto del terapeuta è possibile raggiungere una nuova visione di tale difficoltà, un’intuizione, un insight che lo avvicini alla risoluzione. Infatti, nell’Arteterapia la produzione artistica non avviene in completa solitudine, è coinvolta anche una relazione tra due persone, il terapeuta e il paziente. L’arteterapeuta deve saper accogliere, legittimare, amplificare i messaggi dell’altro con parole, disegni, proposte. Nel fare ciò deve avere una sensibilità estetica capace di cogliere non la bellezza, il gradevole o il piacevole ma il significativo, il comunicativo. In questo contesto i canoni di bellezza non esistono, ciò che conta è la comprensione, l’accettazione e la contemplazione di ciò che il paziente intende comunicare con la propria opera.
Arteterapia in Italia
Questo tipo di tecnica con risvolti terapeutici è nata attorno agli anni quaranta, e discende da esperienze di psicoterapia dinamica e da pratiche dedotte dall’applicazione della Psicoanalisi. In Italia Nicola Velotti nel 1991 stila il Manifesto per l’Arteterapia coadiuvato da artisti come Camillo Capolongo e conduce laboratori di arteterapia con l’artista Claudio Costa in collaborazione con lo psichiatra Antonio Slavich nell’ex O.P. di Quarto Costa di Genova e nell’ex O.P. di Aversa con lo psichiatra Sergio Piro.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Ad oggi, i corsi di arteterapia in Italia sono davvero numerosi. A Roma, per esempio, l’Università di Tor Vergata in collaborazione con l’Università popolare di MusicArTerapia ha attivato un master universitario di primo livello in “Musicarterapia nella globalità dei linguaggi”: il percorso formativo di due anni comprende materie teoriche e laboratori di espressione corporea, teatrale e coreutica, vocale-musicale, plasticomaterica, grafico-cromatica, verbale, poetica, narrativa e multimediale
- Tra le realtà che per prime hanno portato la disciplina in Italia, l’associazione Art Therapy di Bologna è attiva dal 1982 e propone corsi di arteterapia e danza-movimento-terapia (www.arttherapyit.org). Altrettanto nota è la scuola di musicaterapia di Assisi promossa dalla Pro Civitate Christiana, nata nel 1981 e riservata ai musicisti diplomati al Conservatorio (www.musicoterapiassisi.it).
- In Italia esistono diversi training formativi che fanno riferimento a vari modelli teorici. Apiart ha stabilito i criteri per l’accreditamento delle Scuole di Formazione in Arte Terapia. Clicca qui per consultare l’elenco delle scuole accreditate.
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