Riscopriamo la pietra naturale per la nostra casa tra i trend del 2019. Quante volte abbiamo pensato di cambiare volto alla nostra abitazione, ma non abbiamo voglia di grandi stravolgimenti o di affrontare spese ingenti?
Amiamo lo stile naturale, avvolgente ed elegante per la nostra casa. Una possibile soluzione è optare per un nuovo rivestimento, di tutte o parte, delle pareti interne con un materiale naturale come la pietra.
Scegliere la pietra giusta per il design degli arredi interni
Ogni rivestimento ha chiaramente una proprietà in termini estetici ma anche igroscopici e richiede specifici accorgimenti nella manodopera.
Esistono diverse tipologie di rivestimenti in pietra in commercio, scopriamoli insieme.
Pareti in pietra naturale: soluzione più costosa (circa 35 €/mq). Tra le più comuni troviamo ardesia e quarzite utilizzate per lo più per creare spazi dal sapore rustico.
Pareti in pietra ricostruita: è una soluzione economica (circa 25 €/mq). Si basa su una miscela cementizia leggera che produce la pietra naturale. Riesce a riprodurre fedelmente la pietra naturale.
Pareti in mattoni: questa è la soluzione più economica (circa 15 €/mq). Esistono diverse tipologie di rivestimenti: troviamo soluzioni di mattoni rosso Cottage o mattoni a vista verniciati di bianco.
Generalmente i mattoni a vita verniciati di bianco sono tra i rivestimenti in pietra più usati per il soggiorno, il caminetto o un angolo della camera da letto e del bagno. Secondo la tradizione architettonica italiana invece la pietra naturale viene usata, sia all’interno che all’esterno, posata a secco o con fuga.
Parlando di pietra naturale, scopriamo come fare le scelte giuste con un esperto del settore come Felice De Dominicis, giovane imprenditore della provincia di Avellino, che prosegue l’attività di famiglia trattando una delle eccellenze del suo territorio. Visitiamo il laboratorio di “Fontanarosa Pietra” tra le fredde montagne dell’Irpinia, precisamente a Fontanarosa e ci fermiamo con Felice per qualche domanda.
Da quanto tempo sei nel settore?
Io personalmente faccio questo lavoro da 12 anni, ma rilevo da mio padre un’azienda di ben 4 generazioni. Per quanto alcune ricerche familiari riportano testimonianza di un nostro avo maestro nel lavorare la pietra già nel 1660. Dunque è una tradizione secolare che ci tramandiamo in famiglia e io ho avuto la fortuna di cogliere tutta la passione e la conoscenza di questo mestiere fin da giovanissimo. È un lavoro che impegna la mente ma che richiede anche un’abilità manuale.
Sembra un lavoro faticoso ma molto pregiato. Raccontaci come nasce una tua piccola opera in pietra.
Si inizia da un’accurata selezione del materiale: viene scelta la materia prima di “primo taglio”, un po’ come se fosse carne, e selezionata in modo accurato rispetto al risultato che vogliamo raggiungere.
La seconda fase è quella del taglio: il materiale grezzo viene portato sotto le frese, quindi tagliato e squadrato in base a quello che dobbiamo realizzare e otteniamo la forma (un portale, un camino, una parete, mattonelle di rivestimento di interni ecc).
Come dicevi è un lavoro faticoso: prima veniva svolto tutto manualmente! Oggi grazie all’introduzione delle macchine, alcuni tagli non vengono più svolti a mano dagli operatori. Un tempo questi ultimi si armavano di sega, sabbia e acqua e tanta fatica manuale!
Ci sono macchinari che consentono anche di sgrossare l’elemento in pietra. Sono molto utili per ricavare un fregio lavorato o un bassorilievo, dopo di che manualmente con scalpelli ad aria compressa si realizzano gli elementi decorativi.
Esistono in commercio oggi macchine a controllo numerico che fanno il lavoro di uno scalpellino di una volta: elaborano quindi il fregio o il bassorilievo finito. Noi però ci teniamo ancora al lavoro artigianale: provenendo da un paese famoso per la lavorazione della pietra ci teniamo a portare avanti questa tradizione secolare.
C’è una tipologia di pietra che prediligi trattare?
Tiro l’acqua al mio mulino: cerco di utilizzare le pietre irpine, anche se ne sono rimaste pochissime. Si tratta di pietre calcaree: ad esempio l’Onice di Gesualdo, che è scomparsa; la Breccia Irpina che è un agglomerato di pietra, un brecciame che si è unito col passare del tempo, la creta l’ha compattato ed è diventato pietra; e infine la famosa Pietra di Fontanarosa. Chiaramente il nostro paese, Fontanarosa, è costituito interamente da questa pietra. Solo che Fontanarosa, oltre a essere una zona ricca di questa bellissima pietra, è anche ricca d’acqua. Dove c’è acqua purtroppo si riscontrano molti difetti nel materiale, dunque bisogna guardarsi bene ad oggi da utilizzare questa pietra.
In alternativa si possono utilizzare pietre che arrivano da tutto il mondo, ma devo dire che quelle italiane risultano le più resistenti e anche più belle per l’utilizzo di arredo sia interno che esterno.
Ad esempio il Travertino di Tivoli è molto valido. Capita che alcuni clienti mi domandino se è buona o resistente nel tempo. La mia risposta è di guardare il Colosseo o la Fontana di Trevi, fatti con questa pietra, per rendersi conto di quanto è durevole nei secoli.
Un’altra pietra italiana è il Perlato di Cassino, molto resistente, e il marmo bianco di Carrara e tutti i classici marmi italiani che rimangono un punto di forza per i rivestimenti in pietra.
Quali tipi di rivestimenti preferiscono gli abitanti italiani?
La maggior parte chiaramente si lasciano consigliare dagli architetti, che prediligono materiali stranieri perché hanno colori e trame più particolari. Ma dipende poi dal lavoro che devono fare: per gli interni preferiscono colori chiari. C’è chi parte dalla volontà di avere in casa una pietra irpina, ma spesso l’estetica vince sulla durabilità: ragionano per lo più sull’arredo che dovranno inserire, piuttosto che sulla sicurezza nel tempo che offre il materiale.
In questo interveniamo noi nel consigliare una scelta più idonea per le loro case.
Cosa consiglieresti ai lettori di Habitante nella scelta dei rivestimenti interni in pietra per la loro casa?
Io innanzitutto consiglio la pietra naturale perché l’effetto che fa è unico, accogliente, e poi dà un senso di reale. Ogni pietra è unica, anche nelle sue imperfezioni, e ci parla. Non solo donando un’atmosfera più accogliente ed elegante alla casa, ma ci racconta i secoli del territorio da cui è stata estratta. Soprattutto non dà un senso di finzione come quelle pareti fatte in conglomerati omogenei e “perfetti” che rendono gli spazi come fossero fotocopiati.
Per l’interno ci sono prodotti che si sposano meglio piuttosto dell’esterno: c’è bisogno di materiali che col calore reagiscano bene. Ad esempio se realizziamo un caminetto, rivestendo le nuove caldaie in ghisa o ferro, è necessario scegliere bene il tipo di pietra: possono verificarsi delle microlesioni dovute agli sbalzi termici.
Consiglio anche materiali africani, come il giallo egiziano, che si prestano molto bene per i rivestimenti interni delle pareti o dei caminetti. Sono pietre sia resistenti che belle da vedere.
In commercio sono arrivate queste nuove pietre premiscelate: marmoresine e quarzite, che sono antigraffio e resistenti. Ma il risultato è trovarci di fronte a queste lastre bianche perfette che danno per lo più un senso di finzione, soprattutto perché in natura i materiali “perfetti” non esistono.
Possiamo dire che rientri tra le eccellenze del territorio per la particolarità della materia prima e per la continuità che dai alla tradizione. Riesci a immaginare uno sviluppo nel lavoro che fai, legando i tuoi prodotti artigianali all’arredo interno, al design o alla domotica?
Mi piacerebbe una maggiore integrazione dei prodotti che realizzo con la domotica, perché è un futuro molto vicino a noi, ci siamo ormai dentro! Immagino che la tecnologia possa aiutare a risolvere problemi quotidiani più semplici, come tenere sotto controllo la temperatura del camino o della parete in modo intelligente. Oppure mi viene da pensare alla cromoterapia per le pareti in pietra della doccia: giochi di luce che si adattano alla rifrazione sulla pietra naturale o con comandi vocali.
Un altro obiettivo che mi pongo per il futuro è sperimentare l’abbinamento di più materiali per il rivestimento interno. Per lo più oggi in commercio troviamo abbinamenti tra pietre naturali; questo per evitare grandi differenze nella deformazione dovuta a sbalzi termici. Mi piacerebbe sperimentare con i colleghi l’abbinamento con la ceramica e con il legno.
Con le idee più chiare ora possiamo scegliere come cambiare aspetto alla nostra casa con i rivestimenti in pietra.
Ringraziamo Felice De Dominicis per l’intervista.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Il Teak indiano è una pietra naturale che deriva da una foresta pietrificata. Durante il taglio si riesce ancora a sentire l’odore naturale del legno.
- Si dice che la pietra Azzurro Macauba fosse estratta dal fondo dell’oceano. Nella realtà viene estratta in Brasile.
- Le “macchie” che troviamo nelle pietre di rivestimento sono marchio di natura: sono il segno di fossili antichissimi e quindi permettono di datare il materiale.
Serena Giuditta
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