Si diffonde il nuovo trend dei pocket gardens, noti anche come giardini urbani tascabili al fine di migliorare gli spazi pubblici e donare un maggior comfort urbano.
Il benessere dei giardini urbani e del verde in città
“La società umana dipende dalle risorse che trae dalla natura legate, tra l’altro, all’alimentazione, alle materie prime, ad acqua e aria pulite, alla regolazione delle condizioni climatiche, alla prevenzione delle alluvioni, all’impollinazione e alle attività ricreative1 . Tuttavia molti di questi benefici, spesso definiti come servizi ecosistemici, sono utilizzati nella convinzione che la loro disponibilità sia illimitata e sono considerati alla stregua di prodotti gratuiti, il cui vero valore non è apprezzato fino in fondo.”
Recita così l’inizio della Strategia europea per il rafforzamento del verde in Europa, che si richiama alla Strategia per la biodiversità, definita per raggiungere precisi obiettivi di ordine sociale, ambientale, finanziario e occupazionale. In questa ottica nascono tante macro e micro iniziative come i pocket gardens (piccoli giardini urbani).
“Le infrastrutture verdi sono uno strumento di comprovata efficacia per ottenere benefici ecologici, economici e sociali ricorrendo a soluzioni “naturali”. Ciò ci aiuta a capire il valore dei benefici che la natura offre alla società umana e a mobilitare gli investimenti necessari per sostenerli e consolidarli. Questo approccio spesso consente inoltre di abbandonare la realizzazione di infrastrutture costose a favore di soluzioni più economiche e più durature che si basano sulla natura e che in molti casi creano opportunità di lavoro a livello locale. Le infrastrutture verdi si basano sul principio che l’esigenza di proteggere e migliorare la natura e i processi naturali, nonché i molteplici benefici che la società umana può trarvi, sia consapevolmente integrata nella pianificazione e nello sviluppo territoriali.”
Cosa sono i pocket gardens?
Piccoli giardini urbani, anche noti come giardini tascabili, i pocket gardens sono il nuovo trend che pubblico e privato in Europa stanno iniziando a realizzare per il migliorare la qualità della vita in città. Si tratta di giardini e interventi a verde, puntuali e capillari, che attuano una trasformazione agli spazi urbani.
Lo spazio pubblico prende una nuova forma dando una vivibilità migliore a chi ne usufruisce e una maggiore consapevolezza ambientale. La forza di questi interventi piccoli ma diffusi è proprio nella capacità di dare vita a una rete urbana continua tra gli spazi pubblici che riescono a vivificare anche le aree meno frequentate o interstiziali e renderle attrattive, ai fini sociali o commerciali.
I pocket gardens nascono a New York già a metà degli anni ’60 del 900 grazie ad una legge ad hoc redatta per valorizzare dal punto di vista commerciale delle aree private ad uso pubblico (legge del 1961 sui POPS Privately Owned Public Spaces). Negli anni questa pratica di riqualificazione urbana viene poi realizzata anche a Lione (Jardin de poche) e a Copenhagen (Lommepark).
I vantaggi dei pocket gardens
Sappiamo quanto le superfici verdi siano in grado di migliorare il microclima ambientale dei luoghi che viviamo: in quest’ottica i pocket gardens costituiscono delle vere e proprie “isole felici” dal punto di vista termo-igrometrico, a vantaggio degli edifici circostanti e degli abitanti che vivono o lavorano in quei luoghi.
Questi giardini urbani tascabili rappresentano anche una soluzione versatile ed economica per migliorare il benessere ambientale: al fine di aumentare la dotazione di spazi fruibili e multifunzionali del tessuto urbano, è possibile piantare alberi e arbusti sfruttando anche spazi residenziali non propriamente fruibili o preventivamente pianificati.
I pocket gardens e le green maps in Italia
Non poteva essere da meno il bel Paese dal partecipare a iniziative a favore dell’ambiente: viene proprio dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare il documento “Strategia del verde urbano” che fornisce linee guida per migliorare la presenza del verde in città.
Un esempio virtuoso del 2018 è Mantova che, dal 28 novembre al 1 dicembre, ospiterà il 1° Forum Mondiale sulle Foreste Urbane con lo scopo di evidenziare gli esempi positivi di pianificazione, progettazione e gestione di approcci di città con culture, forme, strutture e storie diverse, che hanno utilizzato le foreste urbane e le infrastrutture verdi per sviluppare servizi economici e ambientali e rafforzare la coesione sociale e il coinvolgimento pubblico.
I giardini urbani a Napoli
A Napoli è stata presentata un’interessante iniziativa per sensibilizzare gli abitanti della città alla presenza del verde: la Green Map of Naples è la mappa del verde in città. Presenta itinerari con visite che legano diversi pocket garden, attraverso l’uso di scale e/o pedamentine, linee metropolitane e funicolari. La bellezza del patrimonio botanico, dentro e fuori le mura cittadine, è rappresentata con l’ausilio di una legenda molto esplicativa che evidenzia le opportunità di fruizione dei giardini urbani: panchine, fontane, fontanelle, aree attrezzate per bambini o picnic, belvederi con viste spettacolari sul Golfo di Napoli. Ma anche luoghi adatti alla lettura, alla meditazione e per la pratica sportiva.
Gli spazi verdi urbani dovrebbero essere promossi attraverso la pianificazione urbana e la governance in tutti i settori delle attività umane. Gli effetti della presenza del verde urbano, e quindi dei giardini urbani, sono più efficaci quando viene adottato il coinvolgimento e la partecipazione sociale che promuove l’uso dello spazio verde. Per questi motivi gli interventi di verde urbano devono essere integrati nelle strategie e nei piani settoriali (piani urbanistici, politiche sanitarie e dei trasporti, strategie di sostenibilità e biodiversità, inclusione sociale, etc.).
Gli interventi sullo spazio verde urbano devono essere pianificati e progettati con la comunità locale e i potenziali fruitori di interesse al fine di garantire la fornitura di benefici per la comunità locale e facilitare la realizzazione di interventi che soddisfino le reali esigenze delle comunità, specialmente in contesti di marginalità e di disagio socio-economico.
Serena Giuditta