La maggior parte di noi possiede o ha in affitto un garage o box, dove parcheggiare la propria auto, bicicletta o moto; o che semplicemente utilizza come ripostiglio. A volte, però, la destinazione d’uso può venire modificata in base alle esigenze e necessità del singolo. In questo articolo andremo a scoprire se è possibile (e come) costruire un bagno in garage.
Usi e destinazioni
La risposta è sì, è possibile costruire un bagno in garage. Gli spazi adibiti come box possono essere inclusi in una struttura condominiale o singola e privata. In entrambi i casi, i permessi e le regole non variano in base a questa distinzione. Ma se il garage è stato costruito per custodire il proprio mezzo e vecchi oggetti, perché modificarlo e, magari, aggiungerci dei servizi sanitari? Molto semplicemente perché il garage, già da molto tempo, ma soprattutto negli ultimi anni per molti, si è trasformato come spazio da ufficio, dove lavorare tranquillamente ed in maniera isolata, o come sala hobby, o più semplicemente, come un ripostiglio. Soprattutto in un momento come questo dove le persone attuano in smart- working. È uno spazio ‘neutro’ che non funge solo da posto auto ma che può essere sfruttato a più livelli. Come per il resto della casa, necessita di permessi per la modificazione d’uso, a maggior ragione se vogliamo costruirci un bagno all’interno!
Le categorie funzionali degli immobili
Ogni struttura costruita nasce e viene certificata con una ‘zona d’uso’ di destinazione. Le categorie funzionali degli immobili sono:
- residenziale;
- turistico-ricettiva;
- produttiva e direzionale;
- commerciale;
- rurale.
Permessi per la costruzione di un bagno in garage
Ora, i box rientrano e vengono certificati come superfici ad uso accessorio, quindi l’inserimento di un bagno è anche relazionato all’utilizzo dello spazio di destinazione. Se volete un bagno in garage per adibirlo a mini-appartamento, per esempio, è necessaria un’autorizzazione edilizia da presentare al proprio Comune:
- permesso per costruire, per il passaggio di categoria;
- SCIA, in sostituzione al permesso di costruire.
In qualunque caso, la modifica dell’ambiente rappresenta un cambio dello spazio originario, anche se modesto. Le modifiche di ristrutturazione necessitano solo della presentazione della SCIA.
Una volta chiarita la destinazione d’uso del locale, (e relativo via libera!) bisogna procedere all’accatastamento; a questo punto radunare i seguenti documenti da depositare all’ufficio catastale:
- planimetria del garage;
- rendita;
- categoria dell’immobile.
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Normativa
Esistono ovviamente delle normative, come parametri da rispettare, che regolano l’idoneità o meno delle modifiche strutturali e abitative in uno spazio, per garantirne la sicurezza ai fini d’uso:
- Il D.P.R. 380/2001, TUE, Testo Unico in materia Edilizia. L’art. 23-ter (introdotto dal D.L. 133/2014, “sblocca Italia”, convertito in L. 164/2014), è la normativa di riferimento per le modificazioni abitative;
- il Dlgs 222/2016 (che ha eleminato la DIA, Super DIA e CIL, apportando modifiche al D.P.R. 380/2001, TUE, Testo Unico in materia Edilizia);
- la L.765/1967, che indica se il locale soddisfa i parametri di idoneità stabiliti per legge;
- legge n. 50/2017.
Costi
Ovviamente la costruzione e montaggio di un bagno in garage, non si riduce solo ad una mera spesa di materiali e manodopera; anche i permessi e la documentazione hanno un costo. Vediamo quale:
- per il cambio di destinazione d’uso del locale: tra i 100 e oltre 300 euro (in base agli oneri comunali);
- per le pratiche catastali: si va dai 250 a oltre 600 euro;
- per le opere murarie (qualora fossero presenti): si va dai 50 ai 500 euro al mq (ovviamente queste spese sono proporzionali alla tipologia e richiesta del committente).
NB: queste informazioni sono a titolo generico e non sostituiscono il parere o gli effettivi costi degli addetti ai lavori. Per un quadro preciso bisogna sempre affidarsi ai professionisti del settore.
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Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- È possibile posizionare i sanitari anche se gli scarichi sono lontani dal bagno! Esistono wc muniti di un trituratore, che riduce i rifiuti prodotti. I residui passano attraverso tubi molto più piccoli per poi essere deviati nello scarico principale. Il trituratore può essere ad incasso o esterno. I costi oscillano tra i 100 ed i 600 euro.
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