Nasce la figura del bioarchitetto: ecco dove studiare architettura sostenibile
Oggi il concetto di sostenibilità è l’unico applicabile ai fini di un presente e futuro migliore. Questo concetto deve essere applicato a tutti gli ambiti che riguardano l’uomo. Dal food tech all’agricoltura sostenibile fino agli spazi abitativi, tutto deve avere il minore impatto possibile sull’ambiente. Anche la casa oggi deve essere concepita secondo tale ottica, da qui la nascita di una nuova figura professionale: l’architetto sostenibile, o bioarchitetto. Partendo dal concetto di bioarchitettura ecco i corsi di laurea e le università in cui è possibile studiare architettura sostenibile.
Cos’è la bioarchitettura
Per bioarchitettura si intende quella branca moderna e innovativa dell’architettura che prende in considerazione l’impatto che una costruzione ha sull’ambiente. Di conseguenza un bioarchitetto sarà tenuto a valutare una serie di aspetti tra cui: il rapporto tra edificio e contesto ambientale, l’impatto dei materiali impiegati, le fonti energetiche utilizzate e l’ecocompatibilità delle tecniche costruttive. Un architetto specializzato in architettura sostenibile è colui che progetta edifici in grado di minimizzare il loro impatto sull’ambiente. L’obiettivo del bioarchitetto è quindi quello di costruire in armonia con l’ambiente, andando in questo modo a soddisfare le esigenze abitative o funzionali attuali, senza però compromettere le necessità future e migliorando la qualità della vita dei individui.
Dove studiare architettura sostenibile in Italia
Il presupposto per diventare un professionista nell’ambito dell’architettura è quello di frequentare il corso di laurea in Architettura. Questo è possibile farlo, previo superamento di un test d’ingresso in ben 35 atenei italiani. È poi possibile specializzarsi nell’ambito dell’architettura sostenibile frequentando corsi specifici. In merito a questo l’Università degli Studi di Parma offre la possibilità di frequentare il corso in Architettura sostenibile. Sempre a Parma è poi un percorso biennale, successivo alle lauree triennali, in Scienze dell’Architettura il cui programma è incentrato sui temi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica nelle discipline del progetto di architettura, della pianificazione urbanistica, territoriale e paesaggistica nonché del restauro architettonico.
All’Università di Firenze è disponibile il corso di laurea magistrale in Architettura tecnica e bioedilizia. Qui è possibile frequentare anche il master di II livello in Architettura Bioecologica e Innovazione Tecnologica per l’Ambiente. Mentre il Politecnico di Torino dispone di corso di laurea magistrale in Architettura per il progetto sostenibile volto a formare professionisti i grado di effettuare una progettazione nell’ottica della sostenibilità.
Presso l’Università IUAV di Venezia poi è attivo il master di primo livello Design per l’economia circolare, focalizzato sulle tematiche relative alla progettazione circolare. Inoltre quest’ultima ha, negli ultimi anni, ulteriormente ampliato la sua offerta formativa sui temi della sostenibilità. L’Università Lumsa di Roma nella sua offerta formativa propone, invece, il master di II livello CasaClima & Bioarchitettura. Mentre alla Luiss è disponibile il master in Management e regolazione per l’energia sostenibile. Infine, sempre a Roma vi è l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura che propone un iter formativo di 3 livelli: il Corso Nazionale di Bioarchitettura, il Corso Avanzato di approfondimento su una specifica tematica e il laboratorio di bioarchitettura.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Negli ultimi anni, in Italia, si è assistito a una diminuzione degli iscritti al corso di laurea in architettura. Secondo i dati del MiUR (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) nel 2020 gli iscritti sono stati 7.986, contro i 9.340 dell’anno scorso e i 10.161 del 2018.
- Per quanto riguarda invece coloro che svolgono la professione, in Italia si contano oltre 150 mila architetti, in pratica 5 ogni duemila abitanti. Rispetto agli altri Stati europei gli architetti italiani costituiscono il 27% di tutti gli architetti europei. La Germania si pone al secondo posto con poco più di 100 mila professionisti del settore, seguita dalla Francia e dal Regno Unito con 30 mila architetti.
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