Bagno e zona notte si contaminano
Negli ultimi anni il bagno è stato protagonista di una vera e propria rivoluzione: da stanza funzionale utilizzata solamente per la cura dell’igiene personale, è diventata un punto focale della casa, dove rilassarsi e trascorrere momenti di pace. Come accaduto per la zona living, che si è lentamente trasformata grazie all’integrazione tra salotto, sala da pranzo e cucina, anche nella zona notte è possibile assistere a una contaminazione tra diverse aree, che rende la stanza da bagno un nuovo ambiente più aperto e ibrido. Sulla falsa riga delle stanze dei secoli scorsi, dove spogliatoio, letto, chaise longue e sanitari erano raccolti all’interno dello stesso spazio, oggi si azzerano i confini tra camera da letto, cabina armadio e servizi igienici. Il bagno ibrido è nato come tendenza legata al settore residenziale di lusso e all’hotelling, si sta gradualmente diffondendo a tutti i livelli: nelle case compaiono vasche da bagno posizionate vicino al letto, racchiuse tra divisori che, all’occorrenza, possono garantire la corretta privacy. Inoltre, non è raro trovare esempi di Interior Design dove la cabina armadio diventa un naturale prolungamento della camera da letto, zona funzionale di spogliatoio e filtro per elementi come wc e bidet, che mantengono un certo grado di separazione funzionale.
L’origine del bagno ibrido: i boudoir
L’idea progettuale del bagno ibrido, che sembra così contemporaneo e innovativo, ma che affonda le sue origini nelle sale da bagno di una volta, dove si trascorreva molto tempo, intrattenendosi con numerose attività che esulavano dalla semplice cura dell’igiene personale. Un esempio erano i boudoir, della Francia di Luigi XVI: strutturate come delle vere e proprie suite, queste camere da letto private erano molto ampie e contenevano ambienti ibridi composti da spogliatoio e sala da bagno con salottino annesso. Il primo, arredato con poltroncine e grandi specchi, poteva essere paragonato alle moderne cabine armadio, dotato inoltre di un arredo funzionale per il make up delle donne, il cosiddetto dressing table. Il salottino, invece, presentava panche e chaise longue, che permettevano di rilassarsi leggendo libri e ricamando.
Il bagno ibrido negli anni ‘30
La sala da bagno “contaminata” da spogliatoio e salottino, è presente anche in alcune delle più interessanti architetture del periodo Bauhaus, come nella villa di Anversa progettata da Nachman Kaplansky nel 1934, recentemente ristrutturata dallo Studio B-architecten mantenendo l’impianto architettonico originale. Nella zona notte padronale si trova un magnifico esempio di sala da bagno aperta, composto da armadiature che fanno da cornice a un elemento centrale per la cura dell’igiene, dotato di specchio, piano di appoggio e due lavabi. In una zona adiacente, schermati alla vista, sono infine collocati una cabina doccia e il wc. Anche il maestro Le Corbusier, nel 1928, scompone il bagno di Ville Savoy in aree funzionali e contamina la stanza da letto. Confinando in un ambiente chiuso solamente il wc, posiziona il lavandino e la vasca a vista in prossimità dell’ingresso della stanza e una chaise longue rivestita di piastrelle in adiacenza al letto matrimoniale. In questo modo privacy e condivisione convivono a livelli differenti, rendendo possibile la fruizione dello spazio da più persone contemporaneamente.
Le sale da bagno ibride contemporanee
Oltre agli esempi più iconici, la tendenza a ibridare il bagno con l’area notte della casa si osserva in interventi architettonici più recenti. Nel progetto Isle of Water, per esempio, lo studio belga Five AM ha realizzato un unico ambiente a pianta rettangolare dove la zona notte incorpora un volume centrale contenente le funzioni bagno. La struttura simile a un’armadiatura consente a delle ante basculanti di celare o svelare completamente l’area lavaggio con vasca e lavabo, mentre vestiti e accessori possono essere contenuti in un apposito spazio dotato di ante scorrevoli. Il wc resta completamente separato per garantire l’isolamento e schermare da suoni e odori.
I dressing table tornano di tendenza
Con l’apertura del bagno allo spogliatoio e alla zona notte, alcuni arredi tipici dei secoli scorsi tornano a essere di tendenza, grazie all’attenzione riservata al benessere e allo svolgimento dei rituali di beauty routine e trucco. I dressing table o bonheur du jour, utilizzati a cavallo tra ’700 e ’800, sono oggi concepiti per essere installati nella parte di salottino o spogliatoio della sala da bagno. Dotati di piani di appoggio e lavabi free-standing, sono organizzati grazie a cassetti e scompartimenti per riporre un grande numero di accessori. Integrano grandi specchi con illuminazione perimetrale calda e regolabile in intensità, concepita per non proiettare ombre sul viso e permettere un’applicazione omogenea del make-up. Le finiture sono generalmente neutre o con colori molto chiari per agevolare la diffusione della luce, mentre pouf e piccoli sgabelli completano il set con il loro design compatto, pensato per occupare il minor spazio possibile.
Il bagno è oggi il luogo della casa più utilizzato per rilassarsi e prendersi del tempo per se stessi, diventando uno spazio al quale si dedica sempre più attenzione, dal punto di vista funzionale ed estetico. La tendenza progettuale che lo contamina con camera da letto, salottino e cabina armadio, si svilupperà nei prossimi anni, trasformando le stanze da bagno nei nuovi luoghi privati del benessere contemporaneo.
Penelope Vaglini