Il borgo di Castell’Arquato: un inestimabile patrimonio architettonico

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Il fascino della storia che persiste nel tempo, il borgo di Castell’Arquato è oggi uno dei tesori italiani da far conoscere al mondo.

L’atmosfera medievale che pervade stradine e vicoletti si percepisce ancora: scopriamo tutto ciò che c’è da sapere su questo luogo fiabesco.

Il borgo di Castell’Arquato: un’attrattiva imperdibile

Strategicamente situato sulle prime alture della Val D’Arda, il borgo medioevale è arroccato lungo la collina e domina il passaggio. Dista a circa trenta chilometri dal capoluogo Piacenza e poco di più da Parma. Il centro storico si è sviluppato sulla riva sinistra del torrente Arda. Il borgo si compone come la maggior parte dei borghi medievali dal punto di vista strutturale e non ha subito negli anni modifiche degne di nota. Un borgo, questo, in cui cultura, storia, ricchezze naturalistiche e gastronomia si fondono in una armonia perfetta.

Il borgo di Castell’Arquato: le origini antiche del castello

Il borgo di Castell’Arquato
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Il toponimo può derivare da Caio Torquato, il patrizio romano che secondo la tradizione fondò qui il primo castrum o, più probabilmente, da castrum quadratum, che nei documenti tardo-medievali indica la pianta a forma quadrangolare del castrum.

Il borgo di Castell’Arquato: tra storia e cultura senza tempo

Il borgo di Castell’Arquato
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Agli inizi del II sec. a.C. sorgeva probabilmente una struttura difensiva romana contro le minacce dei Liguri. Ma è nel 756 che si ha la prima notizia della pieve di Castell’Arquato, che sotto il nobile Magno è già una corte organizzata. Alla sua morte nel 789, Magno dona i suoi possedimenti al vescovo di Piacenza, così il borgo passa sotto il dominio feudale di quest’ultimo fino al 1220, quando il vescovo concederà al comune tutti i suoi beni in enfiteusi.

Nel 1256 il borgo di Castell’Arquato, di parte guelfa, resiste al memorabile assedio del ghibellino Pallavicino. Nel 1290 il periodo podestarile termina quando Alberto Scotti diventa signore di Piacenza e dunque anche di Castell’Arquato. Nel 1342 Luchino Visconti fa costruire la rocca.
Nel 1450, il borgo passa alla dinastia Sforza, il cui governo si concluse nel 1707. I nuovi signori sono i Farnese e i Borboni, fino all’avvento di Napoleone.

Un anno significativo è il 1805, quando montanari piacentini si sollevano contro i francesi devastando il palazzo Pretorio. Infine, nel 1860 i domini di Maria Luigia d’Austria passano ai Savoia e quindi allo Stato italiano.

Il borgo di Castell’Arquato: monumenti da scoprire

Il borgo di Castell’Arquato
Shutterstock – Andrea Alvisi

Il borgo medievale conserva gelosamente i luoghi della memoria storica del luogo. Ricca di attrattive architettoniche, museali e paesaggistiche, Castell’Arquato diventa la giusta location per trascorrere un paio di giorni a ritmo più lento come in un tempo antichissimo.

Le attrattive da visitare:

  • Museo di vita medievale in piazza Municipio: situato nella Rocca Viscontea, è come una finestra aperta sul passato del borgo.
  • Museo della collegiata in piazza Don Cagnoni. Vale già l’entrata il magnifico chiostro con il suo pozzo; le sale espongono reperti archeologici, marmi con iscrizioni medievali, oggetti liturgici, sculture e dipinti. L’archivio storico conserva documenti in pergamena a partire dal 1120.
  • Museo Geologico G. Cortesi in via Sforza Caolzio 57. Qui è possibile scoprire gli antichi fossili e i resti di balene provenienti dalla Riserva naturale geologica del Piacenziano.
  • Museo Luigi Illica in via Sforza Caolzio 57. Situato proprio accanto alla casa natale di Illica, il museo raccoglie spartiti, manoscritti, abiti di scena, lettere e testimonianze.

 

Il borgo di Castell’Arquato: eventi e attrazioni turistiche

Il borgo di Castell’Arquato
Shutterstock – leoks

Dozza presenta 4600 abitanti, di cui solo 712 vivono nel borgo. Un’attività molto sentita è legata alle antiche tradizioni e alla religione:

  • Monterosso Festival, metà aprile: al vino bianco da aperitivo prodotto nella zona di Castell’Arquato, è dedicata una manifestazione che riunisce l’eccellenza dei produttori della Val d’Arda. Il Monterosso si degusta lungo le vie del borgo e si conosce in tutte le sue declinazioni grazie ai sommelier nell’Enoteca Comunale: www.monterossofestival.it.
  • Silver Flag, metà-fine giugno: gara di auto d’epoca sul percorso Castell’Arquato – Vernasca, dedicata ogni anno a una casa automobilistica diversa.
  • Rivivi il Medioevo, primo weekend di settembre: corteo in costume, tornei e combattimenti medievali, accampamento militare delle scuole d’arme da tutta Europa lungo il fiume Arda, mercatino e ristorazione a tema.

 

Il borgo di Castell’Arquato: prodotti da gustare

Il borgo di Castell’Arquato
Shutterstock – kuvona

Il piatto tipico del borgo sono gli anolini in brodo (anvein in dialetto): mentre nel resto del Piacentino si fanno con un ripieno di stracotto, qui il ripieno è di grana padano amalgamato con pane grattato e odori. Il brodo è rigorosamente di gallina, manzo e vitello. Come in ogni luogo della regione Emilia-Romagna che si rispetti, il patrimonio gastronomico locale non può, prescindere dai salumi: tre quelli che hanno ricevuto la Dop, ossia la coppa, la pancetta e il salame piacentino.

 

Il borgo di Dozza: la rocca del vino dell’Emilia-Romagna

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • La cultura della vite ha radici antichissime a Castell’Arquato, sede di un’enoteca comunale e di numerose cantine. Il Monterosso Valdarda Doc Colli Piacentini prende il nome da una collina accanto al borgo, si produce solo nelle valli circostanti ed è, perciò, il vino locale per definizione. Giallo paglierino, profumo delicato, secco, abboccato oppure amabile; ideale con salumi e risotti. Gli altri grandi vini Doc del territorio sono l’Ortrugo, la Malvasia, il Sauvignon e, tra i rossi, il Gutturnio e la Bonarda.
  • Tra i prodotti locali da segnalare c’è nella frazione di Vigolo Marchese una sorta di crostata al cioccolato, la cui ricetta è segreta.

 

 Credits immagine in evidenza: Shutterstock – hipproductions

 

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