Il borgo di Bevagna, situato nel cuore dell’Umbria, è stato eletto Borgo dei Borghi 2018 in rappresentanza della regione.
Il borgo di Bevagna: un antico scrigno nella Valle Umbra
Anticamente noto con il nome di Mevana, questo borgo sorge ai piedi della vasta Valle Umbra, alle estreme propaggini dei Monti Martani. Il suo nome, infatti, deriva proprio dalla produzione di tele pregiate che qui si producevano, chiamate, appunto, “bevagne”.
Eletto Borgo dei Borghi 2018, già Bandiera Arancione, Bevagna risulta davvero un luogo imperdibile da visitare. Uno dei borghi speciali della penisola italiana da visitare almeno una volta nella vita.
Il borgo di Bevagna: una storia che affonda le radici nell’Impero Romano
Le prime fonti storiche certe su Bevagna coincidono con la conquista romana dell’Umbria: nel 295 a.C. avvenne proprio qui la famosa Battaglia del Sentino. Questo borgo, infatti, era noto come centro itinerario degli Umbri per la sua pastorizia e l’allevamento bovino. Nel 90 a.C. divenne Municipio romano e prese il nome di Mevania.
Nel tempo divenne un punto strategico per l’agricoltura grazie alla sua posizione favorevole alla viabilità con la via Flaminia (220 a.C.) e al suo porto fluviale sul Topino, le cui acque, che all’epoca erano navigabili, finivano nel fiume Chiascio e poi nel Tevere. Fino al III secolo d.C. si ebbe un periodo florido per Bevagna e il suo sviluppo economico ed edilizio, tant’è che furono erette la cinta muraria, le terme e un magnifico anfiteatro di cui oggi possiamo ammirare le vestigia.
Con la caduta dell’Impero Romano il borgo di Bevagna venne devastato dalle invasioni barbariche dei longobardi nel VI secolo.
Il borgo di Bevagna: la valorizzazione in epoca medioevale
Questa storia tanto tormentata quanto affascinante vede Bevagna rifiorire in epoca medioevale, quando, a seguito della conquista Franca del 1187, acquistò un ruolo importante per il territorio grazie agli sforzi e alle lotte per la bonifica delle aree paludose e per la regolamentazione dei numerosi corsi d’acqua.
Avviata nel 1456, la bonifica della pianura bevanate raggiunge concreti risultati nella seconda metà del ‘500, portando vantaggi all’economia agricola del posto, ormai incentrata sulla coltivazione e lavorazione della canapa. È con il ‘700 e, soprattutto nel corso dell’800, che il sistema idraulico di questa area si avvia ad un assetto definitivo. Leone XII nel 1825 le restituì il titolo di città.
Il borgo di Bevagna: scoprirla in pochi giorni
Si presenta davvero deliziosa per trascorrere piacevolmente un weekend rilassante: Bevagna è la meta ideale per coppie e famiglie alla ricerca di luoghi che parlano di storia e panorami naturali che stupiscono gli occhi. L’Italia è ricca di mete come queste da scoprire anche con un breve viaggio. Bevagna, con la sua straordinaria storia antichissima, oggi si presenta con la sua veste più elegante: da non perdere è sicuramente l’affascinante Piazza Silvestri, dove si affacciano i principali monumenti della città, tra cui Palazzo dei Consoli, la Chiesa di San Michele e la Chiesa di San Silvestro. Spostandoci dalla piazza è possibile ammirare anche la chiesa e il monastero di Santa Maria del Monte e la chiesa di San Vincenzo con elementi romani nella incompiuta facciata. Infine, molto particolari sono la chiesa di San Francesco con i dipinti di Dono Doni e Ascensidonio Spacca e la chiesa di San Filippo arricchita da un’elegante decorazione a stucco e con affreschi attribuiti a Domenico Valeri.
Il borgo di Bevagna: delizie per il palato e tradizioni
Il borgo è apprezzato per i piatti al tartufo, per l’olio d’oliva di frantoio e per i vini, tra cui il Sagrantino Docg, coltivato da sempre nel territorio dell’antica Mevania, come attestano Giovenale e Plinio. Tra i mestieri tramandati di padre in figlio, caratteristico del luogo è la lavorazione della canapa. Un tempo per la lavorazione delle corde veniva impiegata la canapa di scarto, mentre la migliore era usata per la fabbricazione delle “tele Bevagne”, apprezzate in tutto lo Stato Pontificio.
Il lavoro dei cordai, che resta nei nomi delle vie come largo dei Canapai, sta scomparendo per la mancanza di apprendisti. Oggi il prodotto più richiesto dai visitatori è la famosa carta bambagina.
Alla scoperta dell’Umbria, tradizioni e numeri della regione cuore verde dell’Italia
Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- Le parole norcinoe norcineria derivano dalla città di Norcia. La prima indica chi fa il mestiere di castrare i maiali, di macellarli, e di lavorare e venderne le carni, la seconda indica il luogo in cui si lavorava e si vendeva la carne di maiale e i prodotti di salumeria, oggi ancora in uso.
- Tra gli eventi da annoverare c’è il Mercato delle Gaite, organizzato solitamente dal penultimo venerdì all’ultima domenica di giugno.
È una delle manifestazioni di maggior rilievo turistico dell’Umbria, che punta sulla fedeltà storica di quanto presentato al pubblico, come gli antichi mestieri e il mercato dei prodotti d’epoca. Momento centrale della manifestazione è il mercato medievale che si tiene nelle due giornate conclusive. Ogni Gaita allestisce il proprio mercato nelle strade e piazze poste sotto la propria giurisdizione. Luogo d’incontro per tutti sono le taverne, dov’è possibile assaggiare piatti medievali. Ogni Gaita, poi, propone il suo piatto, con il quale partecipa alla gara gastronomica. Musici e danzatori, infine, animano la cena medievale finale. - Un altro interessante evento è In Chartis Mevaniae, che si tiene a luglio: una bella iniziativa che coniuga l’antica tradizione della carta bambagina fatta a mano (dalla Gualchiera della Gaita San Giovanni) con i lavori di artisti contemporanei. All’interno della mostra figurativa, è organizzato un ciclo di conferenza sul tema prescelto, che deve caratterizzare tutti i lavori.
Credits immagine in evidenza: Shutterstock – Alexander Ingerman
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