La rubrica di Habitante viaggiatore nel mondo oggi incontra Sarah aka @vegan.traveldiaries, per scoprire il meraviglioso mondo del turismo sostenibile.
Oggi è possibile fare scelte più etiche senza rinunciare alla qualità di una buona vacanza.
Habitante viaggiatore nel mondo racconta storie particolari: tu fin dall’età di 13 anni sei stata appassionata dei viaggi e delle nuove scoperte. Quindi, un animo sognatore che gira per il mondo. Come sei riuscita a trasformare una passione in un lavoro?
Credo che il segreto sia che per me questo non è un lavoro. Vengo da un passato estremamente difficile che mi ha portata ad avere una mia visione della vita e del modo in cui intendo viverla. Trascorriamo troppo poco tempo su questa Terra per sentirci costretti a fare qualcosa che non ci renda felici. Ho impiegato diversi anni per costruire una vita fatta di attività che amo e che non mi facciano sentire vuota, emotivamente stanca, infelice ed insoddisfatta la sera quando poggio la testa sul cuscino.
Per questo al momento porto avanti più cose contemporaneamente: ho troppe passioni e nessuna voglia di rinunciare neanche ad una! Ci vogliono impegno e sacrificio, certo. E ci vuole anche il coraggio di rischiare e di non aver paura se qualcosa andrà storto: per me l’importante è tentare, sempre! Così anche se non dovesse andare bene, potrei dire di averci almeno provato senza portare con me inutili rimorsi.
Nel tuo blog e sulla tua pagina Instagram ci mostri il tuo modo di viaggiare all’insegna dell’etica e della sostenibilità. È possibile oggi declinare questi valori nel travel e quali sono ancora oggi i limiti che hai riscontrato da Habitante viaggiatore nel mondo?
Purtroppo, quando di tratta di viaggi e vacanze si tende a sottovalutare o addirittura ignorare l’importanza di scelte ecosostenibili. Si pensa sia sufficiente fare ciò che di solito facciamo nella vita di tutti i giorni, a casa nostra: riciclo dei rifiuti, borse della spesa riutilizzabili, minimizzare i consumi di energia elettrica e così via. Ma molti non sanno che il turismo è in realtà responsabile di quasi un decimo delle emissioni mondiali di gas serra.
La maggior parte dei viaggiatori quando pensa alla vacanza pensa anche alla comodità. Tende a non volersi sforzare di fare scelte più etiche in quanto richiederebbero più impegno a discapito di un pochino di relax. Un esempio è la scelta dei mezzi di trasporto (ovvero quelli che pesano di più sull’atmosfera). In molti preferiscono ancora l’aereo anche sui corti raggi, quando magari un treno potrebbe fare una enorme differenza. Oppure taxi invece di autobus. O ancora mezzi pubblici invece del noleggio di una bicicletta per visitare una città.
Un altro aspetto che vedo ancora molto difficile da risolvere è il turismo che coinvolge gli animali. Ancora troppe persone fanno fatica a comprendere la differenza tra ciò che è etico e ciò che non lo è. Pare che oltre l’80% di chi partecipa in attività legate al turismo animale non si renda affatto conto che quella stessa attività è dannosa per gli animali coinvolti.
Se dovessi scegliere tre destinazioni che hanno segnato la tua vita, quali posti indicheresti e perché?
Credo che questa sia una delle domande più difficili per me! È un po’ come chiedermi qual è il mio piatto preferito! Ogni singolo posto che ho visitato in vita mia mi ha segnata in qualche modo, anche in maniera negativa. Viaggiare ti cambia dentro. E chi non ha mai viaggiato non potrà mai comprendere appieno il significato di questa affermazione.
Dovendo scegliere tre destinazioni, forse inizierei con l’Australia ed il perché è molto semplice: quel che doveva essere un semplice viaggio lontano da casa per fare una esperienza all’estero si è trasformato in ciò che mi ha fatto capire chi fossi veramente. In Australia ho trovato me stessa ed è per questo che l’ho fatta poi diventare la mia nuova casa.
Subito al secondo posto non esito a scegliere il Botswana, la realizzazione di un sogno. Vedere dal vivo e nel loro habitat naturale centinaia di specie animali mi ha riempito il cuore di gioia e commozione. Il mio profondo amore per gli animali mi porta sempre a voler fare esperienze indimenticabili senza bisogno di sfruttarli o di danneggiare “la loro casa”, come invece purtroppo molte attività turistiche tendono a fare.
Al terzo posto metterei una meta che forse potrebbe sembrare banale, ma che è stata quella che mi ha fatto capire quanto fosse importante per me viaggiare e conoscere il mondo: Londra. Il mio primo viaggio da sola, a soli 13 anni. Da lì ho capito tutto e non ho mai smesso.
Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere online con i tuoi video di viaggio?
I nostri video si concentrano per lo più su consigli di viaggio per sensibilizzare le scelte dei futuri viaggiatori che visiteranno le nostre stesse mete. Ciò che vogliamo trasmettere è la facilità con cui oggi giorno sia possibile fare scelte più etiche senza rinunciare alla qualità di una buona vacanza. I nostri consigli spaziano da ristoranti da provare, alloggi eco friendly in cui soggiornare, attività più sostenibili alle quali partecipare senza sentirsi privati di nulla, neanche del relax che una vera vacanza dovrebbe regalare.
Spesso scegliamo mete un po’ particolari, proprio perché nell’immaginario comune si tende a pensare che sia impossibile trovarci la possibilità di visitarle in maniera responsabile. È un po’ una sfida per noi!
La digitalizzazione e le nuove tecnologie stanno cambiando il lavoro e vengono a configurarsi nuove figure professionali. Da Habitante viaggiatore nel mondo, come immagini la tua attuale professione nel futuro?
Come accennavo precedentemente, mi piace essere una persona estremamente versatile e difficilmente mi concentro su un’unica professione. Amo fare più cose contemporaneamente, mi tengono viva e attiva! Poi con la digitalizzazione tutto cambia così in fretta che c’è sempre la necessità di stare al passo coi tempi.
Onestamente, non so come si trasformerà in futuro la figura del travel blogger, ma credo che la mia forte passione per i viaggi mi porterà comunque a trovare un modo per potermi tenere sempre aggiornata e continuare a fare ciò che amo (e sentirmi viva), anche se non dovesse essere la mia attività principale.
In ultimo ti chiediamo un tuo consiglio o buona pratica inerente all’organizzazione di viaggio
Sicuramente il mio primo consiglio è di armarsi di un po’ di pazienza e organizzare da sè il proprio viaggio. Questo porterà forse via un po’ più di tempo ma aiuterà tanto anche a risparmiare e a personalizzare al massimo la propria vacanza. Fare qualche ricerca è fondamentale, ma oggi internet ci offre talmente tante fonti di informazione che pianificare il viaggio perfetto sembrerà una passeggiata!
Alcune app o siti per acquistare voli offrono anche la possibilità di selezionare l’opzione “carbon Offset”, ovvero il pagamento di una piccola cifra aggiuntiva per compensare le emissioni di Co2 e finanziare progetti per la lotta al cambiamento climatico.
Per chi invece volesse considerare l’idea di inserire alcuni pasti 100% vegetali nelle uscite al ristorante durante le vacanze, consiglio l’app HappyCow che elenca ristoranti vegetariani e vegan friendly in base alla geolocalizzazione.
Infine, vorrei spronare i futuri viaggiatori a fare scelte più etiche anche in fatto di alloggi, spendendo magari un pochino di più ma con un gran risparmio per il nostro Pianeta ed il suo (e nostro) futuro. Sia sul nostro profilo Instagram che su @pbn.travel condividiamo quotidianamente consigli di viaggio ecosostenibile e spunti per trovare l’alloggio perfetto, il piatto da assaggiare assolutamente o l’attività da non perdere.
Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- Sarah, su instagram @vegan.traveldiaries, ha 38 anni, nata e cresciuta in Italia, ha iniziato a viaggiare da solo a soli 13 anni. Ora vive a Sydney, in Australia. Sul suo blog di viaggi leggiamo: “Il viaggio è l’unica cosa che acquisti che ti rende più ricco.”
- La rubrica habitante viaggiatore nel mondo racconta dei nomadi digitali: sono quelle persone che usano le tecnologie delle telecomunicazioni per guadagnarsi da vivere e, più in generale, condurre la propria vita in modo nomade. Tali lavoratori lavorano spesso in remoto da paesi stranieri, caffetterie, biblioteche pubbliche, spazi di co-working o veicoli ricreativi.
- La Carbon Footprint – anche conosciuta come impronta di carbonio – rappresenta la quantità di emissioni di gas a effetto serra generate nell’intero ciclo di vita di un prodotto o servizio. Il Protocollo di Kyoto è stato il primo accordo internazionale finalizzato alla riduzione dei GHG – Greenhouse Gases – per contrastare il cambiamento climatico. Si tratta di gas che, in base al Global Warming Potential, contribuiscono complessivamente al riscaldamento climatico globale. La riduzione delle emissioni di carbonio determina un miglioramento dell’efficienza energetica e delle risorse, quindi anche un risparmio economico.
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