Junk food significa letteralmente “cibo spazzatura“. Con questo termine ci si riferisce a tutti quei prodotti alimentari ricchissimi di calorie ma scarsi dal punto di vista nutrizionale. Vediamo nel dettaglio che cos’è il cibo spazzatura.
Junk Food: che cos’è davvero il “cibo spazzatura”
Quando si parla di cibo spazzatura si intendono, in maniera indistinta, sia gli alimenti dolci che quelli salati. Sono alimenti inutili, poiché non presentano nutrienti essenziali (come vitamine, antiossidanti, ecc…) per l’organismo, e dannosi per la salute perché ricchi di colesterolo, sale, ecc. Questi prodotti alimentari sono accomunati da una serie di caratteristiche.
Troppi zuccheri semplici e raffinati facilmente assorbiti dall’organismo. Alto contenuto in grassi, nella fattispecie acidi grassi saturi e/o trans, quelli non salutari. Presenza di aromi, coloranti e conservanti artificiali, ovvero sostanze prodotte in laboratorio allo scopo di rendere più appetibile l’alimento. Infine sono prodotti preparati a partire da materie prime di scarsa qualità e/o da scarti industriali.
Che cos’è il cibo spazzatura, di che alimenti parliamo?
Che cos’è in pratica il “cibo spazzatura”? Patatine fritte, merendine di produzione industriale, bibite zuccherate e bibite gassate ma anche salse di vario genere e tagli di carne grassa come bacon, tagli di scarsa qualità, kebab e wurstel. Poi tutto quello che concerne gli snack sia dolci che salati (barrette, patatine in busta, arachidi salati, caramelle, ecc…). Questi sono, in realtà, solo alcuni degli alimenti che rientrano nella categoria junk food.
Ma perché fanno male?
I cibi spazzatura hanno un carico glicemico eccessivo, questo significa che alla loro introduzione nell’organismo segue un aumento della concentrazione di glucosio nel sangue (aumento della glicemia) che a sua volta comporta la produzione di insulina. Questo ciclo, ripetuto ad ogni snack consumato, instaurerà un circolo vizioso dannoso per la salute.
Gli snack salati, seppur piccoli, sono eccessivamente ricchi di sale. A lungo andare un consumo elevato di sale comporta ipertensione arteriosa che aumenta il rischio di malattie cardiovascolari.
I grassi presenti nel cibo spazzatura sono perlopiù trans o idrogenati, generalmente sottoposti a trattamenti termici industriali. Diversi studi hanno dimostrato che sono pericolosi per la salute perché diminuiscono i livelli di colesterolo buono (HDL) e aumentano quelli del colesterolo cattivo (LDL), ovvero quello che predispone alle patologie cardiache.
Junk Food e pubblicità
I ricercatori dell’Università di Liverpool, nel Regno Unito, hanno esposto 60 bambini, tra i 9 e gli 11 anni, a pubblicità alimentari e di giocattoli. Hanno scoperto che gli spot inerenti prodotti alimentari spingevano i piccoli a mangiare di più. La cosa era ancora più evidente nei bambini obesi, che dopo la pubblicità aumentavano il consumo di cibo (134%), rispetto ai bambini in sovrappeso (101%) e ai bambini di peso normale (84%).
Le statistiche dimostrano che il consumo di cibo spazzatura diminuisce nei Paesi che regolano la pubblicità di junk food come Australia (proibita qualsiasi pubblicità di alimenti per i minori di 14 anni), Olanda (niente pubblicità di dolci per i minori di 12), Svezia (non è permesso usare personaggi dei cartoni animati per la pubblicità) e Norvegia (proibita qualsiasi forma di pubblicità rivolta ai bambini).
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo e tu?
- Il termine junk food è stato coniato nel 1972 da Michael Jacobson, direttore del Center for Science in the Public Interest di Washington (USA) che disse: «Le bibite sono la quintessenza del junk food, tutto zucchero e calorie senza nessun nutriente. Gli americani stanno affogando nelle bibite».
- I ricercatori dell’Istituto Scripps di Jupiter, in Florida, hanno dimostrato che il junk food agisce sui recettori della dopamina come le droghe, spingendo in questo modo verso una sorta di vera e propria dipendenza.
- I produttori di cibo spazzatura riescono a creare una perfetta combinazione di sale, zucchero e grassi ottenendo un’iper-palatabilità che eccita il cervello.
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