I vini italiani più famosi del mondo: ecco la classifica

I vini italiani più famosi del mondo|vini italiani

Da noi, gli homini dovrebbero nascere più felici e gioiosi che altrove, et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni…
Leonardo de Vinci

L’Italia è uno tra i Paesi con la tradizione enoica più importante a livello globale. Nell’albo d’onore dell’enologia mondiale ci sono una decina di regioni vitivinicole, ed alcune di esse si trovano proprio lungo lo stivale.

La produzione vinicola italiana è certamente fra le più importanti, variegate e conosciute al mondo. L’Italia è il principale paese esportatore di vino, per un valore calcolato oltre i 6 miliardi di euro. I maggiori importatori dei nostri vini sono per primi gli Stati Uniti, seguiti da Gran Bretagna, Germania, Canada e Giappone.

Negli ultimi anni si sono poi aperti anche altri mercati, in particolar modo la Polonia, l’Australia e la Corea.

Per quanto riguarda la tipologia di vini maggiormente esportati, la parte del leone la fanno i rossi insieme a quelli che hanno maggiori legami con la tradizione vitivinicola regionale”. Per cui non sorprende che i vini piemontesi e toscani siano nelle prime posizioni.

Il  Piemonte

I vini piemontesi più famosi all’estero sono il Barolo e il Barbaresco, entrambi rossi. Sia l’uno sia l’altro sono DOCG (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita), vale a dire che tutte le operazioni di vinificazione, conservazione, affinamento e imbottigliamento devono essere effettuate nella zona di produzione. Sono due vini simili anche per varie caratteristiche: sono fatti esclusivamente con uve Nebbiolo, hanno gradazione alcoolica di 12,5° e sono prodotti nelle Langhe, territorio della provincia di Cuneo, in zona collinare, non oltre i 550 metri di altitudine. I vitigni inoltre non possono essere esposti a nord. Il Barbaresco ha una zona di produzione limitata a soli quattro comuni. Quali sono quindi le caratteristiche che li differenziano? Prima di tutto il periodo di invecchiamento: 36 mesi per il Barbaresco, dai 48 ai 60 per il Barolo. Quest’ultimo deve inoltre rimanere in recipienti di legno per almeno 18 mesi, contro i 9 del Barbaresco. Ne risulta alla fine un sapore diverso: più fruttato e robusto per il Barolo, più speziato e ruvido per il Barbaresco. Entrambi sono consigliati con le carni rosse, ma il Barolo si abbina anche ai brasati e ai formaggi, mentre il Barbaresco è più adatto al pollame e ai piatti a base di tartufo.

La Toscana

I vini toscani più famosi all’estero sono il Brunello di Montalcino e il Chianti Classico e anche qui ci troviamo di fronte a due rossi. Il Brunello di Montalcino è prodotto esclusivamente nel comune di Montalcino, in provincia di Siena, in una zona racchiusa dai fiumi Orcia, Asso e Ombrone, ad un’altitudine che varia dai 120 ai 650 metri sul livello del mare. Anche questo vino è un DOCG e viene prodotto esclusivamente con uve Sangiovese. L’invecchiamento minimo per questo vino è di cinque anni, di cui almeno due in botti di rovere e l’affinamento in bottiglia deve essere di almeno quattro mesi. Lo stesso vino può avere la denominazione ‘Riserva’ nel caso in cui l’invecchiamento sia di sei anni e l’affinamento in bottiglia di sei mesi. Gli aromi del Brunello richiamano il sottobosco così che gli abbinamenti migliori sono la selvaggina e i piatti a base di funghi. Il Chianti Classico abbraccia una zona di produzione che comprende ben sei provincie toscane: Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena. All’interno di questa zona, le coltivazioni non possono essere poste al di sopra dei 700 metri. Come il Brunello, anche il Chianti è prodotto con uve Sangiovese, ma solo per l’80%, mentre per il restante 20% è consentito l’uso di altre uve toscane, purché a bacca rossa. L’invecchiamento è molto breve; il Chianti Classico può essere immesso sul mercato nell’anno successivo alla vendemmia. È un vino a tutto pasto, particolarmente adatto con gli arrosti e i formaggi.

Le altre regioni

Fra gli altri vini italiani conosciuti all’estero, possiamo citare l’Amarone della Valpolicella, il Cannonau e il Franciacorta.

L’Amarone è tipico della provincia di Verona, nella zona che va dal Lago di Garda al confine con la provincia di Vicenza. I vitigni utilizzati sono diversi, con prevalenza per il Corvina. È un vino dall’invecchiamento molto lungo che va dai dieci ai vent’anni e rispetto ai vini visti in precedenza, la sua gradazione alcoolica è maggiore: fra i 14 e i 17 gradi.

Il Cannonau è il più famoso vino della Sardegna e pare sia anche il più antico dell’intero bacino del Mediterraneo. È un vitigno a bacca nera ed è coltivato su tutta l’isola, in particolar modo nella parte più interna. Ne esistono diverse versioni che prendono nomi differenti a seconda della zona di provenienza. Il Cannonau non è solo rosso, può essere anche rosato o liquoroso. Anche il Cannonau ha un invecchiamento relativamente breve: un anno, di cui sei mesi in botti di rovere o castagno.

Se parliamo invece del Cannonau Riserva, l’invecchiamento deve essere almeno di tre anni, di cui due in botti di rovere. Il grado alcoolico medio di questo vino è di 13,5°. Il Franciacorta è un vino spumante prodotto in diversi comuni della provincia di Brescia. Fra le bollicine è uno dei più famosi e in questo rivaleggia con l’Asti. La rifermentazione in bottiglia, in sostanza il procedimento da cui nascono le bollicine attraverso l’immissione di zuccheri e lieviti, avviene con il metodo classico, lo stesso usato per lo Champagne. Il Franciacorta non può essere coltivato al di sopra dei 550 metri e viene da vitigni di Chardonnay e Pinot Nero o Bianco, quest’ultimo consentito solo per il 50%. L’invecchiamento va dai 18 mesi del Franciacorta ‘tout court’, ai 30 mesi per il millesimato e ai 60 mesi per il Riserva. La sua gradazione alcoolica è di 11,5°.

Ma sapete qual è il vino italiano più venduto all’estero? È il Lambrusco. Molti lo considerano un vino di poco conto, ma non è così. Del Lambrusco ne parlavano già diversi poeti latini, fra cui Virgilio, quindi è un vino che ha più di due millenni di storia. È un vino molto conosciuto, in particolare quello prodotto nella zona di Sorbara, in provincia di Modena, che si fregia del marchio DOC. Viene prodotto comunque anche nelle provincie di Parma, Reggio Emilia e Mantova. Per quanto riguarda il Parmense, il Lambrusco prodotto ha il marchio IGT (Indicazione Geografica Tipica) e deve contenere per almeno l’85% la varietà ‘Lambrusco Maestri’. Il nome deriva da un agricoltore, Luigi Maestri, di Valera nell’ex comune di San Pancrazio, nei pressi di Parma, che ha selezionato la varietà di Lambrusco più adatta al territorio parmense. Un vitigno nato in pianura, ma che ben si adatta anche alle zone collinari, dove è meno fertile, ma di migliore qualità. Di colore rosso intenso, è un vino frizzante con aromi di frutta selvatica. Si abbina molto bene con le carni, ma è un vino da tutto pasto, molto apprezzato con antipasti misti di salumi e Parmigiano-Reggiano.

Fino a non molto tempo fa, nelle osterie veniva servito nelle scodelle anziché nei bicchieri e ancora adesso alcune hanno mantenuto questa tradizione. Il Lambrusco è il vino più premiato a livello internazionale fra i vini rossi.

I vini italiani più famosi del mondo:  la classifica

Il vino italiano è un prodotto apprezzato in tutto il mondo, ed alcuni di essi, ritenuti tra i top wine dai principali critici del settore. In America, per esempio, vanno matti per vini leggeri e beverini, come il prosecco. Inoltre, si vanno diffondendo anche gli spumanti Franciacorta, che stanno pian piano emergendo, in ambienti tradizionalmente a favore dello Champagne.

vini italiani
shutterstock – Di Marko Poplasen

Non è facile stilare una classifica veritiera su quali siano i vini più apprezzati e conosciuti al mondo. Molte variabili ci sono in questo settore che possono incidere sul giudizio finale, alcune molto soggettive.

Il portale bevandeadomicilio.com ha analizzato le ricerche fatte dagli utenti in una delle piattaforme del settore più autorevoli del mondo del vino: Wine-Searcher.com.

La classica risultante rispecchia ampiamente le etichette maggiormente osannate dalla critica enologica mondiale.

  1. Bolgheri DOC “Sassicaia” – Tenuta san Guido
  2. Toscana IGT “Tignanello” – Marchesi Antinori
  3. Bolgheri DOC superiore “Ornellaia” – Ornellaia
  4. Toscana IGT “Masseto” – Masseto
  5. Toscana IGT “Solaia” – Marchesi Antinori
  6. Veneto IGT cabernet “Alzero” – Giuseppe Quintarelli
  7. Barolo riserva DOCG – Giacomo Conte Monfortino
  8. Barbaresco DOCG – Gaja

Si ringraziano per  gli importanti  contributi:
Alberto Zanichelli, Edoardo Tardioli e Simona Trentini

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • Il Sassicaia delle Tenute San Guido a Bolgheri in Toscana, è l’unico vino italiano ad essere stato premiato per due volte con il massimo punteggio dal prestigioso Wine Advocate: l’annata 1985 che ha fatto la storia del vino italiano e poi con l’annata 2016.

Per altre curiosità e informazioni continuate a seguirci su www.habitante.it

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