Intero, parzialmente scremato o scremato? Fresco o a lunga conservazione? Vaccino, di capra, di asina o vegetale? Oggi il mercato alimentare offre, in tema di latte, soluzioni per qualunque necessità. Ma come orientarsi nella scelta tra i prodotti che troviamo sugli scaffali del supermercato? Ecco quale latte scegliere in base alle singole esigenze.
Habitante a tavola: quale latte scegliere per la colazione?
“Il latte alimentare è il prodotto ottenuto dalla mungitura regolare, ininterrotta e completa, di animali in buono stato di salute e nutrizione“. Questa la definizione ufficiale del latte come alimento riportata dal Regio Decreto 9/5/29 n. 994 e successive modifiche. Conosciamo tutte le caratteristiche che detteranno la scelta del latte da consumare a colazione.
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Origine del latte
Con il termine origine in questo caso, non si intende la provenienza geografica del prodotto, bensì ci si riferisce all’animale da cui il latte è stato munto. Secondo l’origine distingueremo quindi: il latte vaccino, di capra, di pecora, di asina, etc. Quando su una bottiglia troviamo solo il termine generico “latte” è sottintesa la provenienza vaccina, mentre in tutti gli altri casi deve esserne specificata la tipologia. Non si può, invece, definire latte per esempio quello di soia o riso, nel caso specifico la dicitura corretta è “bevanda a base di” seguita dall’ingrediente principale.
Caratteristiche nutrizionali del latte
Il latte è un liquido biologico opalescente dal sapore dolciastro e dall’odore delicato. L’aspetto e le caratteristiche organolettiche possono mutare in base al tipo e alla lavorazione. Fattori influenti in tal senso sono:
- animale di provenienza
- livello di scrematura
- trattamenti termici per la conservazione
Il latte vaccino è un alimento ricco di nutrienti: carboidrati, acidi grassi saturi, proteine ad alto valore biologico, vitamine (riboflavina, retinolo e alcune del gruppo B), minerali e acqua. Questa composizione ha fatto sì che il latte si guadagnasse la definizione di alimento completo. A seconda della percentuale di grassi contenuti, il latte viene definito intero, parzialmente scremato o scremato. L’apporto energetico dipende dal livello di scrematura ma è comunque contenuto, si attesta tra le 35 e le 65 kcal ogni 100 g di latte. Degni di nota i microelementi in esso presenti, ovvero: calcio e fosforo in primis ma anche zinco e selenio. Proprio per il buon apporto di calcio e fosforo è importante l’assunzione quotidiana di latte nei bambini, nei ragazzi in accrescimento e negli anziani.
Trattamento termico del latte
Il latte può essere classificato in base al trattamento termico cui viene sottoposto. Abbiamo:
- latte crudo quando non viene sottoposto a temperature superiori a 40°C, in questo caso è necessario effettuare la bollitura prima del consumo;
- pastorizzato a 72°C quando il latte viene trattato a “alta temperatura per breve tempo” (HTST) ovvero a 72° per 15-30 secondi;
- UHT o a lunga conservazione quando il latte subisce una sterilizzazione a temperature altissime, ovvero è trattato a 135°C per 3-5 secondi;
- latte microfiltrato, in questo caso non viene usato il calore ma il latte viene fatto passare attraverso filtri, dalle maglie molto strette, in grado di trattenere la maggior parte degli elementi che potrebbero causarne il deterioramento.
Come scegliere il latte giusto
Il latte è uno degli alimenti più sani e completi, per questo è importante includerlo nell’alimentazione quotidiana di tutta la famiglia. La scelta deve ricadere su quello che più si adatta alle nostre esigenze in termini salutistici, economici e anche di gusto personale. Ecco qualche consiglio:
- Il latte intero è da considerarsi più nutriente, come intuibile, rispetto per esempio al latte scremato. Questo perché il primo è sottoposto ad un numero inferiore di processi industriali volti, appunto, all’eliminazione dei grassi.
- Di contro il latte scremato è consigliato a coloro che seguono una dieta ipocalorica e povera di grassi.
- Il latte fresco è preferibile a quello a lunga conservazione. Le alte temperature, come quelle raggiunte dal metodo UHT, possono impoverire il latte da un punto di vista nutrizionale distruggendo gran parte delle vitamine presenti, rendendo il prodotto meno completo.
- Se il latte dovesse risultare un alimento “pesante“, difficile da digerire, è possibile optare per prodotti ad alta digeribilità. Si tratta di un latte in cui lo zucchero lattosio viene scisso in glucosio e galattosio dall’enzima lattasi. Questo può essere consumato anche da chi risulta essere intollerante al lattosio.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Noi italiani consumiamo in media ogni anno 54 litri pro capite di latte. Grandi bevitori di latte sono in assoluto gli irlandesi che bevono 153,6 litri di latte all’anno. Ottimi numeri anche per finlandesi, inglesi e australiani, che arrivano a consumarne oltre 100 litri l’anno, seguiti da canadesi, americani e brasiliani.
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