Questo secondo appuntamento lo dedichiamo all’antenata dell’attuale computer: la macchina da scrivere. Nello specifico parliamo della prima macchina da scrivere veramente moderna: la Remington No.1. Una delle principali innovazioni di questa macchina riguarda la configurazione della tastiera: l’internazionale formato QWERTY che tutti conosciamo ed utilizziamo. Andiamo ad analizzare questo prodotto moderno che l’ha reso un vero e proprio oggetto di design.
Remington No.1: la rivoluzione della scrittura
Il primo modello di macchina da scrivere, il Tacheografo, fu ideato agli inizi dell’800 dall’inventore italiano Pietro Conti. Ne seguirono altri esemplari rivisitati ma fu solo con la comparsa di quella che è considerata a tutti gli effetti la prima vera macchina da scrivere moderna, ovvero la ormai nota Remington No.1, che le cose cambiarono. Quest’oggetto era la risposta alle nuove modalità di lavoro d’ufficio, negli studi professionali e nelle aziende, in quanto era sorta la necessità di gestire, con maggiore rapidità e precisione, una sempre più crescente mole di documenti. La Remington non fu solo un prodotto commerciale di enorme successo grazie alle figure femminili come impiegate e segretarie; fu proprio uno strumento di emancipazione sociale delle stesse.
Eliphanet Remington non fu l’inventore della macchina da scrivere R.No.1
Nella maggior parte dei casi l’inventore dà il suo nome all’oggetto creato, anche per rivendicarne l’idea e per creare l’associazione con la sua persona; ma non fu questo il caso. Eliphanet Remington non fu l’inventore della suddetta macchina da scrivere. Egli era un imprenditore impegnato nella produzione di armi; ne acquistò il brevetto per differenziare ed ampliare la sua produzione industriale.
Il restyling nel design: icone entrate nella storia… e nelle case
E allora chi la inventò?
Le innovazioni nonché le modifiche della macchina da scrivere R.No.1 spettano all’inventore Christopher Latham Sholes, il quale iniziò il progetto della macchina da scrivere già dal 1867. Ovviamente il Sig. Sholes si avvalse dell’aiuto di alcuni collaboratori per la progettazione. Gli stessi firmarono un contratto con Mr. Remington e nel 1873 la prima produzione di macchine da scrivere moderne uscì dalla fabbrica.
Quali sono queste innovazioni?
Le idee e le modifiche apportate dal Sig. Sholes non erano improvvisate, erano il frutto di esperimenti e progetti sviluppati nel corso degli anni. I punti salienti e innovatori della Remington No.1 introdotti furono:
- rullo per la spaziatura fra le righe
- meccanismi del carrello per l’avanzamento e per il ritorno
- cinetica dei martelletti tramite leve e tasti
- nastro inchiostrato che assicurava la stampa
- disposizione delle lettere sulla tastiera: la Qwerty
La tastiera Qwerty: verità o leggenda?
In tutte le storie, si sa, quando vengono raccontate e poi trasmesse può succedere che la verità si perda nel tragitto e allora nascono diverse versioni o leggende. È questo anche il caso Qwerty. La nascita di questo tipo di tastiera e la scelta della disposizione delle sue lettere, si dice siano frutto del risultato di un attento studio sul rapporto tra la digitazione e la ricorrenza delle vocali e consonanti nella lingua inglese. Mentre le ufficiali e principali motivazioni che portarono a tale decisione furono:
- voler evitare che la macchina s’inceppasse;
- strategia di marketing per la vendita del prodotto.
Un’analisi più recente, proveniente dal Giappone, sostiene che in realtà niente di tutto ciò sia vero. Quest’altra versione rinnega le suddette motivazioni. Si è riscontrato che i primi ad utilizzare un determinato tipo di codice furono i telegrafisti, coloro che utilizzavano il Codice Morse e che proprio questi ispirarono il design della tastiera.
Certo è che la Qwerty è rimasta, fino ai giorni nostri, la tastiera più utilizzata e riconosciuta a livello mondiale.
Pillole di Curiosità- Io non lo sapevo. E tu?
- Nel 1896 terminò la produzione delle Remington No.1. Fino ad allora la vendita aveva toccato oltre i 40.000 pezzi.
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