Internet e il mondo digitale sono una realtà ancora giovane. Tuttavia, vivere online ha un impatto concreto sugli utenti e costa molto anche all’ambiente. Scopri cos’è l’inquinamento digitale e come diminuirlo.
Cos’è l’inquinamento digitale
L’utilizzo di internet, che oggi è diventato uno strumento essenziale nella vita di tutti i giorni, ha un forte impatto sull’ambiente. Infatti, la fruizione di internet oltre a richiedere molta energia elettrica, produce indirettamente emissioni di CO2 e gas climalteranti. Ebbene sì, anche internet inquina. Specialmente in questo periodo, segnato dalla pandemia, dallo smart-Working e dal lockdown è essenziale essere fruitori più ecologici per ridurre l’impatto della propria presenza online.
Quanto impatta l’impronta digitale
Nonostante l’impronta digitale, o footprint, sia invisibile, è molto pesante. Infatti, tutti gli strumenti digitali come computer, smartphone, tablet, router e tutti i dispositivi IoT connessi ad Internet hanno effetti sull’ambiente.
Secondo i dati diffusi per la SERR 2020, l’impatto di una mail da un megabyte è pari a quello di una lampada da 60 watt accesa per 25 minuti. Secondo una stima, l’invio di 20 e-mail al giorno per 365 giorni l’anno corrisponde a 1000 km di emissioni emesse da un’automobile. Basti pensare che in un’ora vengono inviati oltre dodici miliardi di e-mail!
Una ricerca su un motore online ha un costo per il Pianeta che va da 0,2 a 7 grammi di CO2 e quotidianamente vengono effettuate circa 3,5 miliardi di ricerche. Tuttavia, è possibile ridurre la propria impronta digitale, utilizzando in maniera più consapevole mail, cloud, motori di ricerca e internet in generale.
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Come diminuire l’inquinamento digitale
Per diminuire l’inquinamento digitale è bene iniziare ad attuare un po’ di digital decluttering. Cioè, ripulire i propri archivi on-line, le proprie e-mail e migliorare l’utilizzo che se ne fa. Le e-mail, per esempio, specialmente quelle che si dimentica di avere, continuano ad espandere le memorie dei cloud. Ciò causa un “inquinamento dormiente” del digitale, in quanto per rendere accessibili questi file è necessario attivare milioni di server in data center che lavorano ininterrottamente.
Ecco alcuni esempi pratici da attuare:
- una mail archiviata per un anno emette 10g di CO2, per questo è bene selezionare le email inutili da eliminare, come le newsletter, e alleggerirle prima di inviarle, per esempio, comprimendo i documenti o inviando collegamenti ipertestuali (WeTransfer) anziché gli allegati.
- Spegnere computer e staccare i caricabatterie quando non servono aiuta a risparmiare energia e a evitare gli sprechi.
- Preferire motori di ricerca green che hanno un’attenzione maggiore verso l’ambiente (come Ecosia o Lilo).
- Chiudere le schede inattive che comunicano costantemente con i data center.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- La settimana europea per la riduzione dei rifiuti, che si è tenuta dal 21 al 29 novembre 2020 si è occupata dei rifiuti invisibili per accrescere fra le persone la consapevolezza dell’impatto ambientale dell’infrastruttura fisica di internet costituita da data center, server, reti di cavi e alimentata da energia.
- Secondo i dati della EWWR uno smartphone, che pesa 200 grammi e che giunge nelle nostre case in una piccola confezione di cartone, lascia alle sue spalle ben 86 chili di rifiuti.
- Cleanfox è un’utile applicazione che permette di sistemare la propria casella e-mail. Cleanfox scansiona la casella email, le raggruppa per mittente e ti permette di eliminarle o cancellare l’iscrizione a una newsletter con un semplice click.
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