La digitalizzazione ha rivoluzionato anche il modo di lavare i panni sporchi. I numeri del mercato online di questo settore dicono che il giro d’affari globale raggiungerà i 73 miliardi di dollari nel 2023.
Anche in Italia il mercato funziona e i servizi di lavanderia on demand nel nostro Paese cresceranno in media del 34 % ogni anno, toccando i 155 milioni tra quattro anni.
In questo contesto ha trovato un terreno particolarmente favorevole Mamaclean, una società nata nel 2013 che ha sviluppato una piattaforma online per prenotare i servizi di lavanderia a domicilio.
Mamaclean, un servizio di lavanderia a domicilio
Il servizio è semplice, basta qualche click sull’app dedicata o una rapida chiamata per indicare quali capi lavare e/o stirare, la fascia oraria e il luogo per il ritiro e la consegna del bucato. Nello specifico si tratta di una boutique online specializzata nella cura dei capi aperta tutti i giorni.
Il mercato è in continua espansione infatti è stata lanciata una campagna di crowdfunding per poter finanziare l’espansione in altre regioni della Penisola. L’dea è stata quella di trasformare la vecchia boutique in un servizio per persone che hanno sempre meno tempo da passare in lavanderia. I servizi disponibili sono due: il flexi, che prevede la consegna il giorno dopo del ritiro e il rush, che è il servizio urgente per i capi pronti in giornata.
Nato come servizio per i professionisti della finanza, consulenti, manager e avvocati, ha ampliato il suo bacino d’utenza anche alle famiglie. In Lombardia è attivo in trenta comuni e registra nel 2018 un fatturato di 800 mila euro (+60% rispetto al 2017). L’obiettivo della società è raggiungere 8 milioni di ricavi entro il 2023, espandendosi in altre città italiane.
Mamaclean e l’importanza del lavoro artigianale
Secondo il fondatore della società Francesco Malmusi, gli italiani sono i secondi utilizzatori al mondo di servizi di lavanderia dopo i giapponesi e ci sono quasi il doppio delle lavanderie per 1.000 abitanti rispetto a Francia e Germania. Con la crisi della lavanderia tradizionale però, la qualità del servizio è venuta progressivamente meno. I proprietari dei negozi hanno sacrificato la cura del cliente così come il rinnovo delle macchine.
Il laboratorio di Milano si avvale di dipendenti preparati, rispettando tutti gli standard legali e di qualità con l’obiettivo di creare, in futuro, un’accademia per insegnare alle persone che intendono fare questo mestiere tutti gli aspetti tecnici e le operazioni manuali che caratterizzano questo lavoro artigiano che richiede molte ore di apprendimento teorico e pratico.
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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo e tu?
- Bucato è un termine che deriva dal germanico bukon, che significa lavare con il ranno.
- Ai tempi in cui ci si recava al lavatoio, il lavaggio si articolava in quattro fasi principali: l’ammollo, il lavaggio con il ranno, il risciacquo e l’asciugatura. Nei casi più delicati si macerava per 24 ore la biancheria con un mix di escrementi di vacca e di bue e l’aggiunta di liscivia, a base di cenere di legna e acqua bollente.
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