Volete conoscere il segreto per vendere casa velocemente e con buone valutazioni? Affidatevi a un home stager: gli italiani stanno imparando a conoscerlo.
L’Home Stager è una figura professionale che nasce negli Usa e in Gran Bretagna sin dagli anni ’80 ed è ormai diffusa anche in Europa e in Italia.
Parliamo di un/una professionista in grado migliorare lo spazio abitativo di un immobile allo scopo di elevarne il suo potenziale, valorizzandone gli interni, con rimedi semplici e poco costosi, e permettendo dunque di favorire la vendita o l’affitto in tempi brevi e con quotazioni più alte.
La differenza rispetto a un Interior Designer è presto detta: mentre un Interior Designer ha come obiettivo accompagnare un cliente (il proprietario dell’immobile) ad arredare lo spazio assecondando e avvicinandosi ai suoi gusti e alle sue aspettative, l’Home Stager non ha ancora un cliente, e deve migliorare uno spazio per renderlo appetibile alla vendita o all’affitto.
Proprio per questo però, come l’Interior Designer, deve conoscere i materiali e le tecniche di gestione del colore, di allestimento di mobili e complementi di arredo, selezionandone gli oggetti superflui e riorganizzando gli ambienti in modo ordinato, scegliendo e aggiungendo tende, tessuti o specchi per valorizzare lo spazio e rendere un’abitazione più confortevole e attraente.
Completano la formazione creativa dell’Home Stager tutte quelle tecniche per migliorare il contatto con il cliente, tecniche di comunicazione e di promozione per vendere e acquistare servizi, ma anche gestire eventuali obiezioni e come comunicare e promuovere al meglio il prodotto immobiliare.
Proprio per questo un Home Stager deve possedere nozioni base di marketing, del web marketing e della pubblicazione e promozione web e mobile. Meglio se in grado di saper gestire un sito web e promuoverlo sui motori di ricerca (in primis Google) e sui social network più diffusi.
Importante che conosca l’uso di tecnologie, come quelle digitali, che permettano di modificare la fotografia di un ambiente (vuoto o ma arredato), migliorandolo con tecniche di imaging grafico. Utile quindi l’approfondiranno delle tecniche base per fare una buona fotografia di un intervento di Home staging e per poi elaborarne un rendering in 3D.
Quanto guadagna un Home Stager?
Siccome questo professionista aiuta a vendere o affittare un immobile a un prezzo più alto e in meno tempo, il valore del suo lavoro è proporzionale al ricavo che si ottiene con le sue opere di intervento.
Per esperienza è sufficiente investire l’1% il 2% del valore dell’immobile in interventi di valorizzazione ottenere risultati notevoli. Se l’Home Stager deve solo fornire consulenza e poi il proprietario o l’immobiliare mette in pratica gli interventi suggeriti l’onorario si aggira intorno al 300-500 euro. Se invece l’Home Stager si deve impegnare anche a seguire i lavori di ammordernamento e restyling allora il guadagno di questo professionista dipenderà dallo stato dell’immobile e dal tempo dedicato.
Di questa figura professionale non ne beneficia solo il proprietario che vuol vendere ma anche l’agenzia immobiliare, che può chiedere la collaborazione di uno stager professionista o decidere di offrire tale servizio ai propri clienti.
Siccome il prezzo finale di vendita dell’immobile salirà, l’investimento in un home stager sarà ripagata con un maggior valore dell’immobile e nella maggiore velocità di vendita dello stesso.
Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- Dalle rilevazioni effettuate da alcune associazioni di categoria si è scoperto come l’Home Staging riguardi tutta la realtà italiana, e non solo dalle grandi città. Il 61% dei lavori di home staging per la vendita si concentra infatti nel Lazio (23%), in Emilia Romagna (21%) e in Lombardia (17%). A seguire Veneto e Sardegna (7% ciascuna), Toscana (6%), Umbria e Liguria (4%), Sicilia e Piemonte-Valle d’Aosta (3%).
- Per quanto riguarda gli allestimenti finalizzati agli affitti, guida la classifica il Lazio (31%), seguito da Lombardia (20%), Piemonte-Valle d’Aosta ed Emilia Romagna (9,5%), Sicilia e Sardegna (6% rispettivamente), Toscana, Abruzzo-Molise e Marche (3% ciascuna). La classifica degli interventi su immobili turistici vede al primo posto il Lazio (19%); a seguire Veneto (14%), Lombardia (12%), Sardegna, Emilia Romagna e Toscana (9,5% ciascuna) Sicilia, Umbria e Piemonte-Valle d’Aosta (5%).
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