Il carrello della spesa degli italiani è sempre più verde e ne fanno parte detergenti per bucato, deodoranti per l’ambiente, così come prodotti per stoviglie e superfici e per la cura di tessuti e accessori a basso impatto ambientale.
Già lo scorso anno l’Osservatorio Immagino ha dedicato un approfondimento al mondo ‘green’ scoprendo che l’utilizzo di prodotti che evidenziano sulle confezioni almeno una caratteristica ecologica, sono aumentati dell’8,8%.
I prodotti ecosostenibili per la cura e la pulizia domestic fanno parte di un universo in espansione che, come rivela l’analisi condotta dall’Osservatorio Immagino, su oltre 7.900 articoli venduti in super e ipermercati di tutta Italia, oltre 500 sono detergenti e detersivi sulle cui etichette compare almeno un simbolo ecologico.
L’Osservatorio Immagino ha rilevato i sette claim ecologici che compaiono sulle etichette dei prodotti per la casa presentati come ‘green’. In molti casi sulle confezioni se ne trovano molti contemporaneamente. Questo mix giova alle vendite, visto che il trend di crescita si muove in parallelo all’aumento delle caratteristiche ‘green’ comunicate sulla confezione (arrivando in questo caso al 60,3%).
L’indicazione più diffusa è quella circa le componenti vegetali, che connota quasi il 3% dei prodotti monitorati, generando il 2,4% delle vendite realizzate nel settore. Secondo claim per diffusione, ma primo per giro d’affari è il riferimento al biodegradabile della composizione del packaging e/o a quella dei prodotti. L’Osservatorio Immagino l’ha trovato sul 2,7% dei prodotti, che rappresentano il 2,6% delle vendite a valore.
Come si riconosce un detergente a basso impatto ambientale?
Non basta il colore della confezione esaltata con la naturalità di etichette verdi e prati in fiore.
Tutti i residui di detergenti che finiscono nello scarico arriveranno in fiumi, laghi e nel mare. La questione quindi non è solo intima e privata, ma rappresentano un’importante questione ambientale. La qualità di inquinamento delle acque è alta anche a causa dell’abuso di sapone, detersivi per il bucato e detergenti aggressivi e inquinanti.
L’impatto ambientale di un detergente tuttavia non dipende solo dal suo utilizzo ma anche dal modo in cui viene prodotto. È importante scegliere un’azienda certificata ISO14001 o EMAS che garantiscono più di attenzione all’ambiente.
Ecco alcune indicazioni su come scegliere per far spazio a un mondo più green:
Scegliere prodotti a marchio ECOLABEL o con la certificazione ICEA Eco & EcoBio Detergenza garantiscono almeno il 95% di ingredienti di origine naturale. Inoltre, nel caso dei prodotti a marchio EcoBio Detergenza liquidi, tensioattivi, principi attivi ed estratti vegetali provengono dall’agricoltura biologica per un minimo del 20%. Questo perché tali prodotti vengono controllati con un sistema indipendente con accreditamenti internazionali, che rende pubbliche le liste delle aziende e le regole dei prodotti certificati.
In assenza di prodotti certificati andrebbero preferiti quelli meno aggressivi e che contengono solo tensioattivi biodegradabili o di origine naturale ed evitare conservanti quali Methylisothiazolinone e Benzisothiazolinone che sono anche tossici per gli organismi acquatici. Un buon esempio è quello di evitare prodotti che contengono candeggina perché molto inquinante ed evitare prodotti che vantano proprietà battericide, igienizzanti o disinfettanti perché hanno una formulazione più aggressiva e potrebbero uccidere i batteri buoni e al contrario preservare quelli patogeni e più resistenti.
È possibile anche valutare l’opzione “fai da te” perché semplice ed economica. Alcuni tra gli ingredienti dispensabili sono sicuramente l’aceto di vino o di mele, puro o diluito a seconda della necessità, il bicarbonato, perfetto per il bagno e l’acido citrico da diluire in acqua per combattere il calcare.
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Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
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I ricercatori di Harvard, usando il modello di SASB, hanno scoperto che le aziende che operano in modo sostenibile hanno rendimenti migliori sul mercato azionario. I risultati sono confermati dal rapporto del Boston Consulting Group, secondo cui gli “investitori premiano le performance migliori sui temi ambientali con valutazioni tra il 3% e il 19% maggiori delle performance medie”.
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