La carne è diventata l’alimento principe della dieta odierna. Purtroppo la sua aumentata presenza sulle tavole costituisce un problema sia per l’organismo che per l’ambiente. Scopriamo come è cambiato il consumo di carne nel corso degli anni e quale impatto questo può avere sul nostro futuro.
Il consumo di carne e gli effetti sull’ambiente
Un tempo la carne era un alimento da consumare in casi eccezionali, nei giorni di festa o nei periodi di abbondanza. Era considerata un prodotto per ricchi visto il costo non proprio alla portata di tutti. Oggi però, fatta eccezione per chi segue particolari regimi alimentari come vegetariani e vegani, la carne è diventata la protagonista della nostra spesa e la si mangia quasi tutti i giorni. A differenza dei prodotti di origine vegetale, però, il consumo di carne porta con sé una serie di conseguenze.
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Quanta carne mangiamo?
Secondo una revisione globale di studi scientifici sulla materia, pubblicata su Science, il consumo di carne nel corso degli anni è aumentato in maniera esponenziale. Negli ultimi 50 anni siamo passati dal consumare circa 23 chilogrammi di carne l’anno nel 1961 a consumarne 43 chilogrammi nel 2014. Il consumo medio di carne per persona al mondo è quasi raddoppiato.
Dati più recenti sembrano, però, mostrare un’inversione di tendenza. Secondo i dati Istat nei primi cinque mesi del 2020 è stato registrato un calo delle macellazioni del 4,5% nel settore delle carni bovine e del 15,8% in quello dei suini. Numeri che hanno già portato la Commissione Ue a stimare un potenziale calo della produzione di carni bovine dell’1,7% e dei consumi del 2,7% per tutto il 2020.
Anche se da qualche anno a questa parte il consumo di carne pro capite annuale è diminuito di 5,4 chilogrammi, resta il fatto che il suo impiego è ancora elevato. Ricordiamo che secondo la dieta mediterranea, regime alimentare volto a mantenere un buono stato di salute, dovremmo mangiare non più di due porzioni di carne a settimana. C’è però una motivazione che va oltre al benessere del nostro corpo ed è il benessere del nostro pianeta.
Come il consumo di carne influenza l’ambiente
L’allevamento di animali da macello è responsabile, da solo, di più del 15% del totale di tutte le emissioni di gas a effetto serra che originano dall’attività antropica (anidride carbonica, metano, protossido di azoto).
Questo settore risulta uno dei principali responsabili della perdita di biodiversità. Questo perché le foreste e le aree incontaminate del nostro pianeta vengono impiegate ad uso agricolo, ovvero per la coltivazione dei mangimi destinati agli animali da allevamento. Inoltre si stima che quasi un terzo del consumo d’acqua nelle attività umane è impiegato proprio per l’allevamento di animali da carne impattando in maniera disastrosa sulle risorse idriche.
In definitiva modificare la propria alimentazione, diminuendo quindi il consumo giornaliero di carne, costituirebbe un vantaggio per la propria salute ma soprattutto aiuterebbe a contrastare l’inquinamento ambientale. Questo unito alla progressiva sostituzione degli allevamenti intensivi con quelli biologici è necessario per un futuro sempre più sostenibile.
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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- L’Italia è il quarto produttore di carne bovina (10,2%) dopo Francia (18,4%), Germania (13,9%) e Regno Unito (11,6%), ma il nostro paese in 10 anni ha perso quasi un terzo della produzione. Tendenza confermata anche durante il lockdown.
- Gli animali da allevamento oggi costituiscono ben il 60% dei mammiferi terrestri.
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