Non tutti lo conoscono ma chi ne ha sentito parlare lo associa erroneamente a un cereale. L’amaranto è un alimento poco conosciuto che però vale la pena includere nella propria alimentazione, sia per le ottime proprietà benefiche sia per la sua versalità in cucina. Inoltre può essere consumato anche dalle persone intolleranti al glutine. Scopriamo i benefici nel mangiarlo e come utilizzarlo in cucina per preparare piatti gustosi e sani.
Amaranto: un alimento poco conosciuto
Per quanto costituisca una buona alternativa al riso e alla pasta, l’amaranto non è propriamente un cereale. Difatti appartiene alla famiglia dei Dicotiledoni, che presentano il seme con due piccole foglie, a differenza dei cereali che invece ne hanno una sola. L’amaranto è di fatto un seme, come lo sono la quinoa e la chia, in particolare è costituito dai semi commestibili di alcune piante del genere Amaranthus.
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Le proprietà benefiche dell’amaranto
Questo alimento offre una serie di benefici importanti per l’organismo. Vediamo nel dettaglio quali sono.
- Alto contenuto di proteine nobili, o ad lato valore biologico. Questo è un fattore molto importante per chi segue una dieta vegetariana o vegana poiché consente una buona integrazione proteica. Le proteine presenti in questo seme contengono ben 8 aminoacidi essenziali, così definiti perché il nostro corpo non riesce a sintetizzarli da solo ma devono necessariamente essere assunti con l’alimentazione.
- Aiuta l’intestino a funzionare meglio. L’elevata quantità di fibre aiuta l’organismo a ritrovare la naturale regolarità. Non solo, le fibre aiutano a prevenire le malattie del colon e dell’intestino.
- Mantiene il cuore in salute. L’amaranto è ricco di fitosteroli, molecole in grado di abbassare i livelli di colesterolo LDL e trigliceridi nel sangue. Questo previene le malattie cardiovascolari.
- Si tratta di un alimento privo di glutine. Può essere consumato quindi dai celiaci e fornisce, nella stessa misura dei cereali che contengono glutine, un adeguato apporto di carboidrati complessi. È adatto anche all’alimentazione delle persone anziane e può essere inserito nella dieta del bambino a partire dallo svezzamento.
- Aiuta a contrastare il diabete. L’amaranto ha un basso indice glicemico rispetto ai classici cereali, perciò chi presenta diagnosi di diabete può consumarlo senza problemi. Inoltre, ha un’azione protettiva dovuta al contenuto di fibre che contribuisce a ridurre ulteriormente l’assorbimento degli zuccheri.
- Previene l’anemia. L’ottimo contenuto di ferro aiuta le persone a rischio anemia.
Come usarlo in cucina
Per prima cosa, sciacquare l’amaranto in acqua corrente fredda. Dopodiché bollirlo in abbondante acqua per circa 30-40 minuti. Una volta cotto può essere consumato da solo, semplicemente condito con un filo di olio extravergine di oliva, oppure insieme ad altri ingredienti, come verdure o legumi, per farne gustosi piatti unici. In alternativa si può usare l’amaranto crudo, ovvero sottoforma di farina, per preparare torte, muffin, pizze, focacce e gnocchi.
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Valori nutrizionali
L’amaranto è un alimento particolarmente energizzante, 100 grammi di prodotto apportano circa 371 calorie e presentano i seguenti valori nutrizionali che lo rendono un super-food:
- 11 g di acqua
- 13 g di proteine
- 7 g di lipidi
- 65 g di carboidrati
- 6,7 g di fibre
- 159 mg di calcio
- 7,6 mg di ferro
- 248 mg di magnesio
- 557 mg di fosforo
- 508 mg di potassio
- 4 mg di sodio
- 2,87 mg di zinco
- 4 mg di vitamina C
- 0,11 mg di tiamina, o vitamina B1
- 0,2 mg di riboflavina, o vitamina B2
- 0,9 mg di niacina, o vitamina B3
- 0,5 mg di vitamina B6
- 1,19 mg di vitamina E.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- La pianta dell’amaranto, di cui esistono oltre 50 specie diverse, è coltivata, oltre che nell’America Centrale e negli USA anche in Austria, Polonia, Cina e Italia.
- Nel nostro Paese l’amaranto è ancora poco conosciuto dal punto di vista agronomico, nonostante ciò ha un buon mercato. Negli ultimi anni sta però acquistando interesse sia commerciale che mediatico, difatti sono oltre 1000 le tonnellate che vengono importate dall’estero per essere trasformate ed utilizzate nell’industria alimentare e cosmetica.
- Dal 2010 l’Università di Firenze sta sperimentando la coltivazione di amaranto e quinoa con lo scopo di farne prodotti made in Italy.
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