Quali conseguenze avrà la guerra sull’ambiente?

Ucraina ambiente

La guerra in atto ormai da settimane ha un costo molto alto in termini di distruzione, vite, ma non solo. Le invasioni, i bombardamenti, i missili e i carri armati stanno distruggendo vite umane, ma anche l’ambiente circostante: una vera minaccia ambientale. Quali conseguenze avrà la guerra sull’ambiente?

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Minaccia ambientale della guerra tra Russia e Ucraina: impatto sull’ambiente

I satelliti hanno rilevato, già a fine febbraio, come tutte le miniere presenti in Ucraina si stessero riempiendo d’acqua in modo molto veloce. Questa situazione è molto preoccupante, sopratutto nella miniera di carbone “Yunkom”. Proprio qui, i satelliti hanno riscontrato un aumento e un forte rigonfiamento del terreno. Questo eccesso è provocato da tutte le infiltrazioni di acqua. Nella zona del Donbass, vi sono all’incirca 222 miniere di carbone, che ovviamente rendono questa zona un luogo strategico. Un’area che negli anni, ha subito molti conflitti, si tratta di 530 mila ettari di ecosistemi totalmente distrutti. Ma l’inquinamento delle falde acquifere non è l’unico aspetto negativo, perché ormai da giorni si parla di minaccia nucleare. Ma quanto inquinano i mezzi militari?

  • Un carro armato Abrams M1 di ben 65 tonnellate è capace di consumare all’incirca 450 litri per 100 km
  • Altri carri armati molto più leggeri, in media, consumano 200-300 litri per 100 km
  • Un caccia F-35 è in grado di consumare 400 litri di carburante per 100 km
  • Un bombardiere B52 consuma 1200 litri
  • Un elicottero AH64 consuma 500 litri

I rischi per la salute

La minaccia nucleare e anche l’inquinamento dell’acqua sono due grossi problemi ambientali dovuti alla guerra, ma non solo le uniche problematiche. In generale gli eserciti militari sono capaci di emettere CO2 quasi quanto le nazioni. Per esempio, l’esercito americano è quello che inquina più di tutti. Si tratta di un aumento delle emissioni dovuto alle catene di approvvigionamento delle attrezzature militari. Sono tutte emissioni che potrebbero essere evitate e che vanno solo che ad aumentare quelle già causate dalle attività umane. Tutte le esplosioni in Ucraina, che si sono verificate nelle ultime settimane non vanno che a peggiorare la situazione, tant’è che ad ogni esplosione, o crollo di edifici, ciò causa un sollevamento delle polveri sottili: una vera minaccia ambientale e anche per la vita umana.

Meta “zero emissioni”: cosa cambia con la guerra?

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Esiste un accordo tra le istituzioni Ue sulla legge per il clima. L’intesa stessa prevede neutralità climatica al 2050 e anche di un taglio emissioni al 2030, di almeno il 55% rispetto ai precedenti livelli del 1990.
  • Le infrastrutture per la produzione, lo stoccaggio o il trasporto di petrolio sono spesso oggetto di combattimenti, come è avvenuto in Colombia, Libia, Siria e Iraq. Incendi e fuoriuscite generano emissioni e, a volte, le infrastrutture petrolifere sono attivamente armate. È stato stimato che gli incendi petroliferi della Guerra del Golfo del 1991 abbiano contribuito per oltre il 2% alle emissioni globali di CO2 dei combustibili fossili quell’anno,1 con conseguenze lontane e di lunga durata. Ciò include l’inquinamento degli incendi che contribuiscono allo scioglimento accelerato dei ghiacciai tibetani a causa della fuliggine depositata sul ghiaccio.
  • Dal 1751 il mondo ha emesso oltre 1,5 trilioni di tonnellate di CO2.1 Per raggiungere il nostro obiettivo climatico di limitare l’aumento della temperatura media a 2°C, il mondo ha bisogno di ridurre urgentemente le emissioni. Un argomento comune è che quei paesi che hanno aggiunto di più alla CO2 nella nostra atmosfera, contribuendo maggiormente al problema oggi, dovrebbero assumersi la maggiore responsabilità nell’affrontarlo. Gli Stati Uniti ad oggi hanno emesso più CO2 di qualsiasi altro Paese: con circa 400 miliardi di tonnellate dal 1751, è responsabile del 25% delle emissioni storiche; questo è il doppio della Cina, il secondo contributore nazionale al mondo.

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