Giornata mondiale senza tabacco. Un monito ai più giovani

Giornata mondiale senza tabacco. Un monito ai più giovani. Anche svapare non fa bene

In occasione della Giornata mondiale senza tabacco, l’OMS lancia l’allarme: il fumo è emergenza globale, ogni anno sono 6 milioni le vittime, una su 10 per il fumo passivo

Con l’avvicinarsi della Giornata Mondiale senza Tabacco il prossimo 31 maggio, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) lancia l’allarme: il fumo è emergenza globale, ogni anno sono 6 milioni le vittime, una su 10 per il fumo passivo

Sei secondi. Meo del tempo necessario a fumare una sigaretta. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ogni sei secondi nel mondo muore una persona per cause legate al tabacco. In un anno sono 6 milioni, di cui uno su 10 non è un fumatore, ma un fruitore passivo del fumo degli altri.

I fumatori sono  più esposti ai  Coronavirus 

È ormai dimostrato che il fumo di tabacco attivo e passivo nuoce gravemente la salute ed anche che favorisce le infezioni respiratorie.

Non ci stupisce quindi che recentissimi studi relativi al Covid-19 abbiano evidenziato un rischio di malattia più severa tra i fumatori. Un terzo in più dei fumatori positivi al Covid-19 presentava all’atto del ricovero una situazione clinica più grave dei non fumatori, e per loro il rischio di aver bisogno di terapia intensiva e ventilazione meccanica è più che doppio

“I fumatori sono i più esposti ai danni dei coronavirus”Istituto Superiore di Sanità

Gli  italiani  non smettono 

Sono 11,6 milioni i fumatori in Italia e rappresentano il 22% della popolazione (erano il 23,3% nel 2018): praticamente non cambia nulla rispetto a 5 anni fa  e a undici anni fa, a conferma del fatto che nessuno ancora ha capito i pericoli del fumo.

Gli ultimi tre anni (2017-2019) ci presentano un dato su  cui riflettere: le fumatrici  diminuiscono ma sono in aumento i fumatori maschi.

Gli ex fumatori sono il 12,1% della popolazione italiana e i non fumatori il 65,9%.

Il sesso maschile presenta il picco più alto di fumatori tra i 25 e i 44 anni (36,3%), mentre nella fascia d’età 45-64 anni si registra la prevalenza più alta tra le donne (22,9%).

Chi fuma più di 20 sigarette al giorno è sempre l’uomo 25,6% rispetto al 14,1% delle donne, mentre tra le fumatrici la percentuale più bassa di chi fuma meno di 9 sigarette al giorno (40,3% rispetto al 31% degli uomini).

Oltre la metà dei giovani fumatori nella fascia d’età 15-24 anni (53,1%) fuma tra le 10 e le 19 sigarette al giorno.Si fumano in media 11,6sigarette al giorno. Il consumo medio giornaliero di sigarette è tendenzialmente in diminuzione, ma tale diminuzione si concretizza in 2 sigarette e mezzo in 10 anni, con ancora oltre il 21% di fumatori che consumano più di 20 sigarette al giorno.Rispetto all’area geografica,la prevalenza di fumatori è più alta al Sud inentrambi i sessi: 30,2%negli uomini, 22,4%nelle donne. Si fumano principalmente sigarette confezionate (90,2%) sebbene continui costantemente a crescere il consumo di sigarette fatte a mano (18,3%)

Fuma un 30 enne su 3

Sono soprattutto i giovani, persuasi di non avere ancora debiti verso il proprio respiro, a fumare di più: il 28.3% fra i 25 e i 44 anni, contro il 18.8% fra i 15-24 anni e il 26% fra i 45-64 anni. «C’è una generazione di italiani, quella tra i 40 e 60 anni, che sono ad alto rischio di essere colpiti dalle malattie fumo correlate in quanto consumatori di tabacco da lungo tempo» ha dichiarato Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. «Nel  nostro paese – ha aggiunto – sono attribuibili al fumo di tabacco 80 mila decessi all’anno pari al 14,2% di tutte le morti».

Anche “svapare” fa male

In Italia gli utilizzatori abituali e occasionali di e-cig sono circa 900.000. Di questi l’80,1%sono fumatori, dunque consumatori duali che fumano le sigarette tradizionali e contemporaneamente l’e-cig. Il 5% dei fumatori abituali o occasionali di sigaretta elettronica sono persone che prima di utilizzare l’e-cig non avevano mai fumato sigarette tradizionali. Per quanto riguarda le sigarette a tabacco riscaldato, queste vengono utilizzate abitualmente o occasionalmentedall’1,1% della popolazione italiana, circa 600.000 persone. La loro notorietà è più che triplicata passando dal 18,9% nel 2015al 67.3% nel 2019. Relativamente alla percezione del rischio per la salute derivante dall’uso di questi prodotti, si osserva che sebbene la maggioranza dei fumatori (il 55,8%) ritenga che essi siano dannosi al pari delle sigarette tradizionali, il 25,3% di essi ritiene che le sigarette a tabacco riscaldato siano meno dannose delle sigarette tradizionali. Inoltre, il 58,4% dei fumatori ed il 6,4% dei non fumatori ‘passerebbe/inizierebbe a fumare esclusivamente questi

Pillole di curiosità –  Io non lo sapevo e tu?

  • Al 2014, il numero totale di fumatori di sigarette di tabacco ammontava a oltre 1 miliardo di persone, vale dire all’incirca al 20% della popolazione mondiale, di cui circa 800 milioni di individui di sesso maschile.
  • Nei  paesi maggiormente  sviluppati la percentuale di  fumatori  sta diminuendo. Non è lo stesso nei paesi ancora  in fase di sviluppo economico e sociale. soprattutto tra la popolazione maschile, nei paesi in via di sviluppo, il consumo di sigarette è in continua crescita. Più dell’80% dei fumatori totali vive attualmente in paesi sottosviluppati o in paesi in via di sviluppo, con il primato che spetta alla Cina.

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