Autofiorente: quanto ci mette a fiorire

Autofiorente quanto ci mette a fiorire - Unsplash foto di Esteban Lopez|Autofiorente quanto ci mette a fiorire

Poiché le autofiorenti hanno svariate esigenze di coltivazione, in molti si chiedono quanto ci mette una pianta autofiorente a fiorire e quali sono i migliori nutrienti per fertilizzarla al meglio. Infatti, le piante autofiorenti hanno bisogno di nutrienti per crescere e prosperare. Tuttavia, a causa delle loro svariate caratteristiche le autofiorenti hanno requisiti nutrizionali diversi per questo bisogna informarsi al meglio per curare queste piante nel modo giusto. Solo in questo modo si riescono ad ottenere risultati ottimali. Ecco tutto quello che c’è da sapere su come fertilizzare e far crescere nel modo appropriato una pianta autofiorente.

Quanto tempo impiega una pianta autofiorente a fiorire

Le piante autofiorenti hanno una breve fase vegetativa. Infatti, il più delle volte passano direttamente alla fase di pre-fioritura non appena emergono dal terreno. Infatti, in media le autofiorenti iniziano a fiorire dopo 3–4 settimane di crescita. È proprio dopo la fase di crescita che si inizia a somministrare basse dosi di nutrienti vegetativi. Quando iniziano ad apparire i primi piccoli fiori sulle piante, bisogna sostituire i nutrienti con un prodotto a maggiore contenuto di fosforo (P) e potassio (K). Inoltre, è bene smettere di fertilizzare 1–2 settimane prima della raccolta e risciacquare il terreno delle piante con acqua naturale. Chiaramente, il tempo di fioritura cambia a seconda delle varietà. Gran parte delle varietà autofiorenti è pronta per essere raccolta entro 60-90 giorni. Inoltre, se coltivata in un ambiente naturale, ogni pianta autofiorente di buona qualità è pronta per essere raccolta al momento prestabilito.

Autofiorente quanto ci mette a fiorire
Autofiorente quanto ci mette a fiorire – Unsplash foto di davide ragusa

Le autofiorenti e i nutrienti

Le autofiorenti per crescere in modo appropriato hanno bisogno di nutrienti. Quelle più compatte, che tendono a rimanere di piccole dimensioni hanno bisogno di meno nutrimento, mentre quelle più robuste, che riescono a crescere in condizioni anche più difficili, prosperano anche se nel terreno sono presenti meno nutrienti. Alcuni tipi di piante autofiorenti si possono coltivare anche senza utilizzare nutrienti. Ciò dipende dalla composizione del terriccio di base e la maggior parte di quelli che si trovano in commercio già contengono al loro interno nutrienti e sostengono le piante autofiorenti per tutto il loro ciclo di vita. In questo caso, se si decide di non usare nutrienti, la cosa migliore da fare è somministrare un integratore solo una o due volte durante la fase di fioritura per incentivarla.

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Quali sono i migliori fertilizzanti per le autofiorenti?

I principali macronutrienti sono l’azoto (N), il fosforo (P) ed il potassio (K). Tuttavia, non sono tutto ciò di cui ha bisogno la pianta autofiorente. Ha anche bisogno di micronutrienti come calcio, ferro, rame, zinco ed altri per rimanere in salute. Solitamente, i nutrienti commerciali contengono sia macro che micronutrienti. È sempre meglio non esagerare somministrando troppi nutrienti. Se si notano segni di carenze nutrizionali, per esempio se la pianta presenta foglie gialle, si può semplicemente aumentarne il dosaggio. Ciò perché il sovradosaggio può portare a vari problemi di crescita. Il consiglio è quello di dare, almeno per le prime due settimane, solo acqua alle piante autofiorenti. In quanto, la fertilizzazione eccessiva nella fase semenzale potrebbe portare a raccolti scarsi.

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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Una singola pianta può fornire centinaia e persino più di 1000 semi, a seconda delle dimensioni e dell’efficienza dell’impollinazione durante la fioritura. Alcune varietà di canapa sono create per aumentare questa produzione, per quando i semi costituiscono il raccolto primario.
  • I semi di cannabis più antichi risalgono a 2,700 anni fa e sono stati trovati nel 2007 in una tomba in Cina. Anche un’antica gemma di cannabis è stata scoperta, che avrebbe prodotto THC, CBD e altri cannabinoidi.

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