Gas e nucleare sostenibili? Secondo l’UE sì ma a certe condizioni

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Gas e nucleare sostenibili? La Commissione europea ha deciso che queste potranno essere ammesse come attività “di transizione” nel sistema di classificazione degli investimenti sostenibili dell’Ue, anche se dovranno rispettare una serie di precise condizioni.

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Gas e nucleare sostenibili a determinate condizioni

La Commissione ha presentato il testo del suo “Atto delegato complementare” del regolamento Ue sulla Tassonomia, relativo al gas e al nucleare, poco prima della fine dell’anno. L’Atto delegato presenta tre diverse tipologie di attività economiche per il nucleare, e altre tre per il gas, con il riconoscimento Ue di sostenibilità ambientale.

Gli Stati membri hanno meno di dieci giorni per presentare eventuali commenti all’Atto delegato. Questo altrimenti verrà adottato formalmente dalla Commissione dopo il 12 gennaio. Successivamente, il Consiglio Ue e il Parlamento europeo avranno quattro mesi per scrutinare il documento, con due mesi di tempo ulteriore, se necessario, per completare l’esame.

Alla fine dello scrutinio si potrà bocciare l’Atto ma a condizioni difficili da realizzare, ovvero a “maggioranza qualificata rafforzata inversa”, cioè con almeno il 72% degli Stati membri che rappresentino il 65% della popolazione dell’Unione e il Parlamento europeo con la maggioranza assoluta dell’Assemblea (ossia almeno 353 eurodeputati).

Le condizioni

Le condizioni affinché il nucleare abbia accesso agli investimenti della Tassonomia riguardano innanzitutto le attività cosiddette pre-commerciali nello sviluppo delle tecnologie più avanzate con minimizzazione della produzione di scorie, e la costruzione di nuovi reattori che utilizzino le migliori tecnologie disponibili con impianti cosiddetti di “terza generazione”, per la produzione di elettricità e di idrogeno.

Le attività nucleari dovranno rispettare in pieno tutta la legislazione basata sui Trattati Ue ed Euratom, che è stata resa più rigorosa riguardo alla protezione dell’ambiente e alla prevenzione degli incidenti dopo il disastro di Fukushima nel 2010. Inoltre, per avere i finanziamenti i progetti nucleari dovranno poter contare su un fondo adeguato per la gestione delle scorie radioattive e uno per lo smantellamento (“decommissioning”) degli impianti alla fine del loro ciclo di vita.

Infine, tutti i progetti da finanziare dovranno aver predisposto dei “depositi finali” (“disposal facilities”) per le scorie con livello basso o intermedio di radioattività, mentre quelli autorizzati dopo il 2025 dovranno presentare dei piani dettagliati per rendere pienamente operativi “entro il 2050” dei depositi geologici profondi per le scorie ad alto livello di radioattività. Al momento questi depositi geologici profondi non esistono e non sono mai stati usati in nessun luogo al mondo. Il primo è previsto per il 2024 in Finlandia, mentre Svezia e Francia ne avranno uno entro il 2030.

L’obiettivo della Commissione è quello trovare una soluzione concreta al problema che non fa rientrare il nucleare nella Tassonomia, per via del danno all’ambiente che le scorie rischiano di provocare.

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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • In Europa, a fine 2020 erano presenti 122 reattori nucleari e 6 erano in costruzione. La maggior parte, 116 unità, si trovavano in sette paesi.
  • La produzione totale di energia nucleare nel nostro continente è aumentata del 25% dal 1995 al 2005.

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