Filtri per rubinetti: come rendere l’acqua potabile a basso impatto ambientale

aumento bolletta dell'acqua|Filtri per rubinetti - acqua potabile - bottiglie di plastica

Secondo il rapporto “L’insostenibile peso delle bottiglie di plastica” di Greenpeace ogni anno in Italia vengono immesse sul mercato ben 11 miliardi di bottiglie in plastica (PET) per le acque minerali e le bevande confezionate. Il numero è alquanto alto ed eliminarlo farebbe sicuramente risparmiare una buona percentuale di plastica in circolazione. Esiste una soluzione al problema? Sicuramente oggi si sta lavorando per cercare di porre rimedio; ne sono un esempio i filtri per rubinetti che consentono di ottenere acqua potabile in casa proprio senza dover acquistare l’acqua confezionata e insieme ad essa una gran quantità di plastica. Vediamo meglio come sono fatti e come funzionano.

Habitante a tavola: arriva il natural branding per ridurre la plastica da imballaggio

Filtri per rubinetti: come rendere l’acqua potabile con un basso impatto ambientale

La vendita di acqua imbottigliata ha un grosso impatto sull’inquinamento globale. La plastica viene prima prodotta, sottoposta alle necessarie lavorazioni e poi trasportata. Tutti questi passaggi includono ovviamente l’emissione di CO2 nell’atmosfera. Non solo, la maggior parte delle bottiglie di plastica, più del 60%, ovvero circa 7 miliardi, non vengono riciclate, con rischio che vengano disperse nell’ambiente

Eliminare a monte tutti questi processi significherebbe adottare un comportamento sicuramente più ecologico. Niente più acqua imbottigliata e quindi niente plastica da raccogliere e differenziare, questo è quello che prometterebbero di fare i filtri per rubinetti.

Filtri per rubinetti - acqua potabile - bottiglie di plastica
Filtri per rubinetti: come rendere l’acqua potabile con un basso impatto ambientale – SHUTTERSTOCK di Photka

Come sono fatti e come funzionano i filtri per rubinetti

In merito ai filtri che promettono di depurare l’acqua del rubinetto ci sono tanti e controversi pareri. A prescindere da questi vediamo in maniera oggettiva come sono fatti in generale questi filtri e come funzionano.

I sistemi filtranti per rubinetti oggi presenti in commercio permettono di migliorare la qualità dell’acqua che arriva nelle nostre abitazioni e cosa non meno importante di risparmiare da un punto di vista economico. Inoltre, evita il ricorso alle bottiglie di plastica ad alto impatto per l’ambiente che sono per giunta pesanti da trasportare. Il loro impiego consentono, quindi, di adottare un comportamento più sostenibile nel confronti dell’ambiente. Tra le problematiche più comuni dell’acqua del rubinetto vi è l’eccessiva presenza di cloro e di ferro, questi elementi oltre ad alterare il sapore dell’acqua che beviamo, rischia anche di danneggiare gli elettrodomestici in cui viene versata.

I filtri si montano direttamente sul rubinetto della cucina e sono dotati di una levetta che permette il cambio istantaneo da acqua filtrata a non filtrata. Ne esistono diverse tipologie che differiscono per la tecnologia di filtraggio impiegata. Ogni filtro poi consente di filtrare un certo quantitativo di acqua ed eliminare una certa percentuale di impurità e microrganismi (ogni marca presenta valori diversi quindi è consigliabile informarsi in maniera dettagliata).

ln genere ogni filtro è dotato di più meccanismi di filtraggio, questo significa che l’acqua viene filtrata a più livelli. Vi è per esempio il filtraggio meccanico, questo tiene conto delle dimensioni delle particelle e implica che quelle più grandi rispetto al diametro dei pori vengono trattenute sulla superficie del filtro. C’è poi lo scambio ionico, in questo caso il filtro tratterrà le molecole in base alla loro carica negativa o positiva (ioni). Ci sono poi metodi che comportano l’impiego di carbone attivo.

Con lo smart working l’Italia risparmia una tonnellata di CO2 all’anno

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • L’Italia rientra tra uno dei primi tre Paesi al mondo per consumo di acque minerali e confezionate in bottiglia. Secondo gli ultimi dati, forniti da Greenpeace risalenti al 2019, il consumo pro capite italiano è pari a 222 litri, per un totale di 13,5 miliardi di litri. Tali dati sono in crescente aumento, difatti negli anni Ottanta il consumo di acque minerali e confezionate in bottiglie era quasi un quarto di quello odierno, ovvero pari a circa 50 litri.
  • Secondo una ricerca realizzata da Open Mind Research, prendendo in considerazione un campione di 2.000 individui maggiorenni e rappresentativi della popolazione italiana. Quello che è emerso è che nel 28% dei casi si registrava la presenza di almeno un sistema di filtrazione domestica.

TI È PIACIUTO L’ARTICOLO?  ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA

Per altre curiosità e informazioni sugli abitanti continuate a seguirci su www.habitante.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Posts