Più della metà degli italiani (58%) dichiara di aver creduto almeno qualche volta nell’ultimo anno a notizie relative al mondo agro-alimentare che si sono poi rivelate false.
Di questi inoltre uno su tre (37%) ha anche condiviso la notizia falsa sui social, contribuendo alla diffusione delle “bufale alimentari”.
I risultati emergono dell’indagine condotta dal Centro di ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Cremona “Engage Minds Hub”, nell’ambito del progetto CRAFT. Guendalina Graffigna, direttore del Centro di ricerca Engage Minds Hub, ha scoperto che le fake news davvero non risparmiano nessuna classe sociale, e in media sono le persone con almeno un diploma e di fascia economica media ad essere più spesso preda delle fake news in ambito alimentare.
Indipendentemente dal livello di istruzione coloro che credono maggiormente alle fake news sul cibo sono paradossalmente proprio coloro che si informano molto sull’alimentazione al fine di promuovere uno stile di vita sano e i consumatori ‘più attenti’ che scelgono cibi con aggiunta di vitamine o altri nutrienti o alimenti senza presunte sostanze nocive come l’olio di palma, senza in realtà tenere conto del reale valore nutrizionale di questi cibi.
Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- Ananas e zucchero contro i grassi è una delle fake news sull’alimentazione più diffuse.
- Non è vero che le banane sono la principale fonte di potassio. Sono solo al nono posto preceduti da spinaci crudi, rucola e i cavoli crudi.
- Il pesce non è così ricco di fosforo anzi, ne contiene di più la carne fresca. Inoltre il nostro organismo lo assume da tanti altri alimenti e ne ha buone riserve e, quando se ne introduce in eccesso, provvede a eliminarlo per via renale. Una carenza di fosforo è improbabile, se non praticamente impossibile. Non esiste comunque alcun alimento o tipo di dieta che siano in grado di migliorare l’apprendimento, rinforzare la memoria o aumentare la acutezza mentale.
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In copertina: foto di ViDI Studio su Shutterstock