“Sprigionare l’atomo non ha creato un nuovo problema. Ha semplicemente reso più urgente la necessità di risolverne uno esistente.”
Albert Einstein
L’esplosione dell’8 agosto scorso, avvenuta in un centro di ricerche nucleari in Russia, sembra non sia stata causata da un test finito male. Nuove rivelazioni parlano di un tentativo di recupero di un nuovo missile in fase di collaudo.
Esplosione nucleare in Russia: dalle notizie diffuse dalla CNBC americana, secondo ambienti vicino all’intelligence USA, l’incidente avvenuto nella base russa di Nenoksa, sarebbe imputabile ad un tentativo di recupero missile andato male. L’arma, nome militare “Burevestnik”, era andata perduta in occasione di un test precedente dagli esiti fallimentari. Infatti, nonostante gli ingenti investimenti per lo sviluppo di questo missile, durante il suo sviluppo, gli ingegneri avrebbero incontrato diverse problematiche.
Secondo CNBC, la difesa russa avrebbe mobilitato tre navi per questa missione di recupero. Una delle quali, in grado di trattare e accogliere materiale nucleare. Un’azione necessaria, visto il tipo di alimentazione del propulsore dell’arma: un mini-reattore. Il tentativo delle forze militari russe però, sarebbe finito in un fallimento. Per cause ancora da accertare, durante il recupero, il missile sarebbe esploso, provocando la morte di diverse persone.
Esplosione nucleare in Russia: non si tratterebbe di un test
Non sono ancora chiare e confermate le conseguenze di tale incidente. Oltre al panico delle popolazioni che abitano le zone adiacenti all’esplosione, per il possibile innalzamento delle radiazioni, bisognerebbe conoscere la natura del materiale disperso a seguito della deflagrazione dell’ordigno. Le stazioni russe incaricate di monitorare l’atmosfera, non hanno rilasciato dichiarazioni precise sui picchi di radiazioni gamma rilevati.
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