Sebbene quest’anno la primavera faccia fatica ad affacciarsi sul nostro Paese, complice un inaspettato inverno al “caldo” che vedrà Burian, vento gelido proveniente dalla Siberia, sferzare gli ultimi colpi di coda durante la settimana di Pasqua, ad iniziare oggi, 20 marzo – alle ore 17.15 per la precisione – è la primavera astronomica, che coincide con il momento esatto in cui si verifica l’Equinozio di primavera.
Cos’è un equinozio di primavera?
Dal latino “aequinoctium”, espressione che a sua volta deriva da “aequa-nox”, per sottolineare che la durata delle ore di luce è uguale (aequa) a quella delle ore di buio, scientificamente parlando l’equinozio di primavera indica il punto in cui l’asse di rotazione terrestre viene a trovarsi in maniera perpendicolare alla direzione dei raggi solari, laddove, di norma, lo stesso asse di rotazione è inclinato di 23° 27’ rispetto al piano di rivoluzione orbitale intorno al Sole. Detto in termini semplici, l’equinozio si verifica quando il Sole è allo Zenit dell’equatore, ossia quando la Terra, nel suo momento di rivoluzione attorno al Sole, fa in modo che il proprio asse terrestre si trovi in maniera perfettamente perpendicolare rispetto ai raggi solari. Da qui l’uguaglianza tra le ore diurne e le ore notturne.
Primavera meteorologica e primavera astronomica
Il mese di marzo è da sempre associato alla parola primavera, e a questa è strettamente collegata una sequela di immagini che nella nostra mente rimandano alla stagione dei primi caldi, del profumo e del colore dei fiori, delle maggiori ore di luce, della rinascita. Tuttavia, a ben vedere, molta è ancora la confusione che ruota intorno al concetto di inizio della primavera. A riguardo rileva la distinzione, non troppo chiara ai più, tra primavera meteorologica e primavera astronomica.
La primavera meteorologica, che come ogni anno fa il suo ingresso con lo scoccare del primo giorno di marzo, prosegue fino al 31 maggio e la sua individuazione discende da statistiche climatiche che vedono far corrispondere il mese più caldo con luglio e quello più freddo con gennaio; sulla base di tali statistiche, l’estate meteorologica finisce per coincidere con i mesi di giugno, luglio e agosto, l’inverno meteorologico con dicembre, gennaio e febbraio, lasciando che i restanti mesi vengano associati alla stagioni intermedie. Ma perché la primavera astronomica cade talvolta il 20 marzo e talaltra il 21? Questo scarto di un giorno è da attribuire ad un errore nel calendario gregoriano che non tiene conto di quel giorno in più sui 365 che ogni quattro anni si aggiunge al mese di febbraio e influisce sulla durata dell’anno solare.
I miti legati alla primavera
Tanti sono i miti che si ricollegano al primo giorno della stagione della rinascita. Il più celebre è probabilmente quello che si allaccia al ratto di Persefone per mano di Ade, dio degli Inferi e fratello di Zeus. La leggenda narra che, colpito dal dardo d’amore di Eros, Ade si innamorò di Persefone (corrispettivo greco di Proserpina), figlia di Zeus e di Demedra, quest’ultima dea della fertilità e delle messi, e rapì la giovane. La madre, disperata, reagì al rapimento fermando la produzione dei raccolti finché la terra, prima feconda, con il sopraggiungere della siccità, divenne arida. Fu Zeus a intervenire e proporre un accordo: poiché Persefone, una volta negli Inferi, aveva mangiato solo sei semi di melograno, ignara del mito per cui chi mangia frutti negli Inferi è costretto a rimanervi per l’eternità, fu stabilito che la fanciulla passasse sei mesi all’anno dallo sposo e sei mesi sulla terra. Si tramanda che da allora Demetra accolga ogni anno il ritorno della figlia risvegliando la terra e portando la natura a rifiorire.
Alla tradizione celtica è, invece, associato il mito di Eostre, o Ostara, dea dell’Est, simile ad Afrodite, legata anch’essa al sopraggiungere della primavera, al rifiorire delle messi e alla rigenerazione della natura tutta. Nei giorni corrispondenti al periodo di equinozio di primavera, era usanza offrire ad Eostre un cesto di rametti, su cui spuntavano le prime gemme, pieno di uova colorate di rosso, a simboleggiare il sole primaverile, e una lepre, simbolo del Plenilunio di primavera e quindi di fertilità.
Con la diffusione del Cristianesimo la festa di Ostara venne assimilata alla Pasqua, la cui data di celebrazione cade proprio il primo plenilunio successivo all’equinozio di primavera. La nuova festa cristiana, ricondotta poi alla risurrezione del Cristo, in certe lingue assimilò anche la nomenclatura della dea pagana: basti pensare al termine inglese “Easter” e a quello tedesco “Ostern”.
La Giornata della Felicità
Il 20 marzo di ogni anno viene celebrata in tutto il mondo la giornata internazionale della felicità, istituita dall’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) NEL 2012. La risoluzione ha stabilito che, consapevolmente con l’idea che la ricerca della felicità sia uno degli scopi fondamentali da perseguire, tutti gli stati membri e le organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, compresi gli altri organismi internazionali e regionali, così come la società civile, debbano celebrare la ricorrenza della Giornata anche attraverso attività educative volte a promuovere “lo sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà, la felicità e il benessere di tutte le persone”.
Eleonora La Rocca