Che fine hanno fatto tutti i buoni propositi sull’edilizia italiana? Una domanda spontanea passeggiando lungo Via Giuseppe Cerbara a Roma. Un altro edificio abbandonati: mancanza di buon senso, mancanza di fondi o puro abusivismo edilizio?
Roma: simbolo di storia, potenza politica e amministrativa. La bella capitale è senza ombra di dubbio la città che più identifica l’Italia. Solo questo? Roma non identifica l’Italia solo per gli aspetti positivi, ma anche per quelli negativi. Un esempio? L’opera abbandonata all’interno dell’Istituto Romano di San Michele è un simbolo di degrado e bisogna porvi un rimedio.
Una edilizia ragionata e funzionante
Secondo l’Osservatorio sulla Casa in Italia i fondi edilizi sono maggiormente destinati alla ristrutturazione più che alla costruzione ex novo. È pur vero che la superficie edificabile all’interno del territorio italiano è parecchio inferiore rispetto al territorio di altri Stati europei come Francia o Spagna, ma con quale incoscienza possiamo continuare a sfruttare in questa maniera disattenta il nostro paese? Siamo più concentrati sulla ristrutturazione, forse anche perché lasciamo che edifici come quello dell’Istituto Romano San Michele vengano lasciati in stato di dissesto incondizionato. Sia chiaro, questa critica non ha l’obiettivo di aumentare il mal contento, ma di costruire un ragionamento fondato sul buon senso.
Una edilizia sempre più dimenticata
Troppo facile dire mancano il denaro per la costruzione, la visione impiantistica dell’edificio o per il collaudo, ed è anche troppo facile puntare il dito verso l’abusivismo edilizio. Il vero problema è, a mio parere, che l’edilizia sia un mezzo per l’offerta di servizi e risoluzione di problematiche. L’edilizia, dalla residenziale a quella amministrativa, dal verde urbano fino all’edilizia culturale o commerciale, sono una necessità. A volte gli edifici abbandonati come quello all’interno dell’Istituto Romano San Michele sono soltanto l’ultima possibilità di dimostrare come un qualsiasi lavora possa essere fatto senza passione. L’Italia ha passione, ma a volte ce ne dimentichiamo, come è stato dimenticata questa “ipotetica” bellissima struttura dedicata alle attività sportive della bella Roma.
Credits: www.pixabay.com
Perché non abusivismo edilizio?
Come già discusso negli ultimi 50 anni di storia costruttiva italiana, questo problema è un reale problema che affligge moltissime costruzioni del nostro Paese. Sarà a causa della mancanza di fondi o a causa dell’iter burocratico troppo lungo per chi necessita di un servizio immediato? Di certo il confronto degli enti interessati non è ancora concluso. Forse ciò che manca è proprio uno spunto di riflessione importante su come l’edilizia debba essere pratica e accessibile? Problema generale di qualsiasi costruttore odierno ma, come già detto, potrebbe non essere il caso di questo edificio. Un istituto come quello di San Michele, un complesso di 120.000 m² e 12 palazzine creato dalla fusione di due enti di assistenza e beneficienza, non dovrebbe tenere in conto tutti questi ragionamenti? Come un edificio abbandonato che mostra solo lo scheletro formato da pilastri e travi può apportare beneficio ad un istituto di così alto prestigio?
Imponiamoci nuovi BUONI PROPOSITI
partire da 0? Io non credo. Anche se facile, non possiamo più permetterci di dire “Ciò che è fatto è fatto”. Siamo stanchi di vedere i servizi di Vittorio Brumotti a Striscia la notizia. Dobbiamo ritornare a costruire con criterio, quando ci sono i fondi necessari ad abbellire lo skyline delle nostre città con nuove meravigliose costruzioni. Le autorizzazioni potrebbero anche non essere il passatempo migliore ma è la somma dei documenti necessari a constatare se il nostro costruito sia degno di servire la bella popolazione italiana. Dobbiamo tornare a costruire con passione, nei giusti tempi e con i giusti scopi: soddisfare la richiesta e servire quella stupenda scienza chiamata Urbanismo.
Leggi anche: “L’abusivismo italiano è parte del paesaggio italiano“