Perché leggere i classici di letteratura russa? Vediamo i buoni motivi per farlo.
A partire dal diciottesimo secolo, per poi esplodere nella seconda metà dell’Ottocento, il mondo letterario russo si diffonde con grande fermento. Condensata la tradizione europea dei secoli precedenti, questo mondo ha raggiunto una piena emancipazione, permettendosi di dialogare con l’Europa con grande dignità.
Molto spesso i più appassionati di libri temono questi testi, definiti “mattoni” perché impegnativi: sono libri che emozionano e che non possono essere letti in momenti e contesti di distrazione.
Leggere i classici di letteratura russa: odi et amo
La letteratura russa è impossibile da definire, da stringere nei lacci di canoni estetici e stilemi. Ma l’aspetto che più la distingue è la sua appassionata riscrittura della Storia del Paese. La letteratura russa non è mai statica, perché rincorre le vicende storiche e per questo fugge alle definizioni, pur essendo ben radicata. Chi si approccia a questo tipo di libri, ha due reazioni: o li ama o li odia. Non esistono vie di mezzo.
Leggere i classici di letteratura russa: romanticismo
L’epoca d’oro della letteratura russa risale al diciannovesimo secolo: quello di Gogol’, Dostoevskij, Tolstoj. Le loro storie contengono un sapore comune: l’essere decadenti. Decadente è:
- l’amore
dice Anna Karenina: Io penso – disse Anna, giocando con un guanto che si era tolto – io penso… se è vero che ci sono tante sentenze quante teste, così pure tante specie d’amore quanti cuori.
- la società
da “Il giocatore”: Gli uomini, non soltanto alla roulette ma ovunque, non fanno altro che togliersi o vincersi qualcosa reciprocamente.
- l’ambientazione
da “Le anime morte”: La sete di possedere è causa di ogni male: fu per essa che accaddero tutti i fatti che il mondo chiama poco puliti.
La letteratura russa romantica affonda e rinomina le strutture classiche del romanticismo.
Leggere i classici di letteratura russa: poesia
Non è da meno la poesia in questo contesto: perfino i testi di prosa hanno una radice poetica nell’uso, inconsueto e violento, delle immagini e degli accostamenti lessicali. Tra i poeti russi che tutti devono leggere e osannare c’è Vladimir Majakovskij, considerato tra le principali avanguardie russe.
Leggere i classici di letteratura russa: realismo
Veniamo tutti da Il Cappotto di Gogol’. L’opera del maestro russo, sin dagli esordi, influenza l’epoca d’oro russa, compresa l’opera di Goncarov e del suo geniale eroe Oblomov. Il grande realismo si ritrova nelle descrizioni minuziose dei dettagli e nel linguaggio dei personaggi presi a prestito dalla strada. Questa caratteristica si trova anche nell’insoddisfazione e nell’angoscia degli eroi letterari russi, specchio riflesso di un’epoca tutt’altro che d’oro per la società.
Leggere i classici di letteratura russa: simbolismo
Quella del simbolismo è, invece, considerata l’età d’argento della letteratura russa. Tra le tante opere prodotte il simbolismo trova grande spazio ne Il maestro e Margherita di Bulgakov: qui troviamo la capacità di fondere la vena romantica all’attitudine realista. Simbolisti sono:
- gli eroi post-rivoluzionari;
- gli intrecci narrativi che si svolgono su più piani nello stesso romanzo;
- il punto di vista che non dice mai cosa è il Bene e cosa il Male ma lascia che sia il lettore a vederlo con i suoi occhi.
Leggere i classici di letteratura russa: catarsi
Queste opere sono ricche di nuovi punti di vista sulla realtà, sui sentimenti, sulla storia e sull’essere umano: questo fa della letteratura russa la più autentica delle letterature. Leggere un romanzo russo è un’esperienza simile all’ipnosi. I Maestri russi spostano l’asse visivo e vitale del lettore, promuovono l’investigazione emotiva, lanciano sassi senza mai nascondere le mani.
Leggere i classici di letteratura russa: i libri da non perdere
- “Il Maestro e Margherita”, Michail Bulgakov
- “Il placido Don”, Michail Šolochov.
- “Guerra e pace”, Lev Tolstoj
- “Le dodici sedie”, Il’ja Il’f ed Evgenij Petrov
- “La testa del professor Dowell”, Aleksandr Beljaev
- “I racconti”, Anton Čechov
- “Eroe del nostro tempo”, Michail Lermontov
- “Memorie di un cacciatore”, Ivan Turgenev
- “L’idiota”, Fedor Dostoevskij
- “Arcipelago Gulag”, Aleksandr Solženicyn
- “La figlia del capitano” – Aleksandr Puškin
- “Le anime morte” – Nikolaj Gogol’
- “Padri e figli” – Ivan Turgenev
- “Delitto e castigo” – Fëdor Dostoevskij
- “Anna Karenina” – Lev Tolstoj
- “Noi” – Evgenij Zamjatin
- “Mosca-Petuski” – Venedikt Erofeev
- “Il dottor Živago” – Boris Pasternak
- “Racconti di Pietroburgo” – Nikolaj Gogol’
- “Il sosia” – Fëdor Dostoevskij
Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- “Il cappotto” di Nikolaj V. Gogol’
Un impiegato zelante, e alienato, trova beneficio sociale dall’acquisto di un cappotto. Quando viene derubato del prezioso indumento, depresso e ammalato, muore. Da quel giorno il suo fantasma vaga per le vie di Pietroburgo a derubare i passanti dei loro cappotti. - “Il sogno di un uomo ridicolo” di Fëdor Dostoevskij
“Sono un uomo ridicolo, adesso poi dicono che sono pazzo”. Il manifesto del pensiero esistenzialista moderno. L’opera che tutti gli scrittori, e aspiranti tali, devono avere sul proprio comodino. - “Il ballo” di Irène Némirovsky
Il dramma di un amore respinto. Un piccolo classico di un’autrice giustamente molto amata figlia di emigrati russi ebrei. Mai in pace e sempre critica nei confronti della ricca e arcigna borghesia parigina degli anni Trenta.
Credits immagine in evidenza: www.pexels.com
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