È davvero importante consumare cibi di stagione?

Frutta Verdura con ragazza

Hanno risposto a questa e ad altre domande gli autori del libro “La stagionalità degli alimenti”

Sergio Maria Francardo, medico e membro fondatore del Comitato tecnico-scientifico per la Medicina complementare della Regione Lombardia, ed Enrico Mariani, medico specializzato in scienza dell’alimentazione e in medicina dello sport, sono gli autori del saggio “La stagionalità degli alimenti – nutrirsi con i cibi di stagione è la miglior medicina preventiva” (Edilibri, Milano 2019).

Nel libro vengono spiegate le motivazioni e le caratteristiche di un’alimentazione basata sull’alternanza dei prodotti stagionali, con lo scopo di stabilire un miglior equilibrio psico-fisico umano.

Esiste un profondo legame tra la stagionalità degli alimenti e il ritmo fisiologico dell’essere umano, e proprio in virtù di questo legame è importante nutrirsi secondo l’alternanza delle stagioni e dei mesi.

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Cosa cambia in un prodotto coltivato in serra rispetto a uno “di stagione”? Quali sono i vantaggi e/o svantaggi che derivano dal consumo di entrambe le tipologie di prodotti?

Un prodotto di stagione si caratterizza per essere una risposta della pianta alle condizioni climatiche a cui viene sottoposta. La “resistenza” della pianta ai fattori climatici e alle condizioni dell’ambiente in cui vive crea nel suo metabolismo alcune sostanze o concentrazioni di sostanze antiossidanti, ad esempio i flavonoidi che danno quel colore particolare al frutto e alla verdura. Introdotte nell’uomo tramite la nutrizione, queste sostanze operano come attivatori dei processi di difesa dell’organismo umano e di adattamento alle condizioni climatiche.

L'orto di settembre
Credit foto: gpointstudio – Shutterstock

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Esiste una relazione tra la stagionalità di un prodotto e lo stato fisiologico dell’uomo in quella data stagione? Per esempio, gli agrumi sono prodotti quasi esclusivamente invernali, qual è il nesso con il ciclo vitale dell’uomo in quella stagione?

Esiste una profonda relazione tra la stagionalità di un prodotto e la fisiologia umana. Proprio l’agrume esprime con molta semplicità tale relazione, perché nella stagione invernale la temperatura più bassa e la diffusione delle malattie virali da raffreddamento aumentano la necessità di vitamina C. Questa è una vitamina che l’uomo non produce autonomamente ma deve ricevere dalla nutrizione. Le arance e gli agrumi in genere come i mandarini e i limoni sono fornitori di vitamina C, facilmente accessibile e gradita anche ai bambini grazie a questi frutti. Una piccola annotazione: le mele della tradizione italiana come la mela Renetta e la Calvilla bianca d’inverno hanno una quantità di vitamina C formidabile, pari alla metà di quella contenuta in un’arancia che cresce in Sicilia dove ci sono più ore di luce al dì e il calore del sole è più intenso. Ha un gran valore riuscire a creare vitamina C con la poca luce dell’autunno montano del Nord dove si coltiva questa mela, che rende i bambini di queste regioni incredibilmente forti assieme al gioco all’aperto e all’aria buona: allora davvero una tale mela “caccia il medico di torno”. Si vede come la scelta di varietà di mele provenienti dalla California e dalla Nuova Zelanda per sole ragioni commerciali (durano a lungo e sono compatibili con i concimi industriali) abbia portato d un danno per la salute.

Frutta e verdura nel mese di Novembre
shutterstock Di Svetlana Lukienko

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Nel libro si parla di medicina preventiva: cos’è la medicina preventiva e quali sono in particolare le patologie di cui si diminuisce sensibilmente il rischio consumando prodotti di stagione?

Medicina preventiva significa sviluppare buone pratiche di vita che promuovano la salute. Non si tratta solo di combattere le malattie ma di favorire la resistenza e la competenza del sistema immunitario (salutogenesi). Prima abbiamo fatto un esempio molto semplice di come assumendo agrumi e mele di alta qualità si possano facilmente prevenire le malattie invernali da raffreddamento. Questo tema vale per tutte le patologie stagionali; nel libro parliamo ad esempio di alimenti che danno un grande aiuto in primavera prevenendo e riducendo le forme allergiche, così per l’estate abbiamo mostrato come si possano ridurre le patologie generate dal caldo e dai viaggi nutrendosi degli alimenti tipici di questa stagione. Un’alimentazione legata ai fattori stagionali porta a un adeguato equipaggiamento metabolico, come una buona giacca a vento protegge dal freddo e dall’umido.

Estratti di frutta e verdura
Credit foto: Udra11 – Shutterstock

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Perché avete deciso di scrivere in merito a questo argomento? E secondo voi quanta disinformazione vi è oggi in merito ai temi che riguardano l’alimentazione?

Abbiamo fortemente desiderato “compensare” il fatto evidente che la disponibilità costante di tutta la frutta e la verdura nei nostri supermercati porta a dimenticare il ciclo di vita di alimenti differenti nei vari momenti dell’anno: questa diventa una forma di disinformazione grave. Mangiare le melanzane a Natale è una condotta poco sana perché si tratta di una verdura che si sviluppa con il caldo e la sua composizione ha lo scopo di aiutare il raffreddamento del nostro organismo; così mangiare un cotechino a ferragosto significa estraniarsi completamente dall’ambiente in cui stiamo vivendo in quel momento dell’anno. Pensiamo al riscaldamento globale del pianeta e quanto bisogno abbiamo di essere aiutati, sia nei confronti del caldo sia del freddo.

Credits foto di copertina: Zoom Team – Shutterstock

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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo e tu?

  • L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda un consumo giornaliero di 400 grammi di frutta e verdura, corrispondente a circa cinque porzioni.
  • In Italia 5 abitanti su 10 consumano non più di 2 porzioni al giorno di frutta o verdura.  4  abitanti su 10 ne consumano 3-4 porzioni, mentre solo 1 su 10 ne consuma la quantità raccomandata dalle linee guida per una corretta alimentazione, che corrisponde a 5 porzioni al giorno. Per approfondire:  www.epicentro.iss.it/passi/dati/frutta

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