Giovedì scorso l’archistar francese Jean Nouvel ha firmato un’opera di tutto rispetto, il nuovo Museo Nazionale del Qatar. Alla cerimonia d’apertura del centro culturale a Doha, esteso su circa 40.000 metri quadrati, erano presenti le più alte cariche dello stato, il team che ha seguito il progetto capitanati dall’architetto e dal committente.
Il Museo Nazionale si situa sulla costa di Doha, la capitale del ricchissimo Qatar che è protesa sul Golfo Persico. E sono proprio le acque marine quasi a lambire il museo che somiglia ad una rosa del deserto, la tipica conformazione rocciosa che si trova nell’intera penisola arabica.
Si rivela essere una forma intrigante, imprevedibile, ma tuttavia rivelatrice di una nascosta geometria frattale, tipica di certe piante e minerali adamantini all’esposizione del sole.
Proprio questa peculiarità ha catturato l’attenzione dell’architetto e del suo committente, l’emiro Abdullah bin Jassim Al Thani, il quale è apparso soddisfatto del lavoro svolto dal team, impegnato nell’opera da qualche anno a questa parte. Inoltre, il museo occupa un’area significativa, stando a pochi metri dal palazzo che fu sede del governo per un quarto di secolo, oggi ritenuto uno dei monumenti più importanti del Paese. Senza alcun dubbio, lo stesso museo diventerà una meta ambita da chiunque passi per la città, essendo a pochi chilometri dall’aeroporto, dal centro e dall’imbarcadero.
A vederlo dal mare illude di essere una conformazione sabbiosa modellata dal vento, dopo essere emersa per l’abbassamento delle maree, ma per questo resta pronto a scomparire con il favore delle tenebre.
Sia l’atelier di Nouvel che il suo mecenate, hanno convenuto sul fatto che il museo del Qatar non sarebbe apparso come un tradizionale luogo di cultura, ma avrebbe sprigionato un effetto chiaro e sincero dell’identità locale, in bilico tra due vasti ‘mari’: il deserto e il Golfo d’Arabia che bagna le coste della penisola del Qatar.
Jean Nouvel è stato abile a carpire lo spirito locale, strizzando l’occhio alla modernità, dato che sono stati necessari diversi mesi di progettazione virtuale prima di presentare il modello definitivo dell’opera. Le difficoltà maggiori si sono verificate nel momento in cui gli enormi dischi che compongono il tetto delle sale, sono stati posizionati ed incastrati, come un enorme meccano, assieme alle strutture vicine di sostegno e, come in altre occasioni, ha scelto di sviluppare orizzontalmente l’edificio, e non su molti piani, come i grattacieli che lo circondano sullo sfondo e che sono stati eretti, con immensi sforzi, sulla sabbia.
La presenza di Jean Nouvel a queste latitudini non è isolata, dato che proprio nel 2017 ha inaugurato un altro edificio iconico, il Louvre di Abu Dhabi, splendida architettura che intende omaggiare la cultura architettonica araba con un’ampia cupola che getta arabeschi con le sue ombre lungo le viuzze della ‘casba’ in vetro e cemento dei padiglioni del museo. Qui sotto possiamo averne un assaggio.
Le gallerie interne ospiteranno esposizioni temporanee e permanenti in ordine cronologico, così da raccontare la storia della nazione, gli usi ed i costumi, dall’antichità sino ad oggi. Si potrà conoscere il processo di estrazione del petrolio, così come assaggiare i cibi beduini arricchiti di spezie provenienti dal vicino Oriente. Solo così si riuscirà a celebrare la cultura e a far da ponte tra la storia della nazione ed il futuro.
Se uno dei protagonisti de ‘Le mille e una notte’ potesse mai giungere a Doha, avrebbe un sussulto pensando di aver raggiunto una città fantastica, forse frutto della sua sola immaginazione o di un miraggio. Lo stupore aumenterebbe trovandosi davanti a questa gigantesca rosa del deserto in calcestruzzo e fibra di vetro color sabbia che imita l’intonaco locale.