La direttiva sulle case green è un obiettivo ambizioso dell’Unione Europea per aumentare l’efficienza energetica degli edifici e promuovere la transizione ecologica.
L’entrata in vigore della nuova direttiva case green non è ancora scontata, ma il negoziato finale tra Consiglio Ue e l’esecutivo europeo si è tenuto per stabilire il testo definitivo.
Obiettivi da raggiungere
La direttiva prevede l’aumento dell’efficienza energetica degli edifici, con l’obiettivo di raggiungere la classe di prestazione energetica “E” entro il 2030 e la classe “D” entro il 2033. Inoltre, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028, e gli edifici governativi e pubblici dovranno adeguarsi alle nuove linee guida entro il 2026.
Entro il 2028, i nuovi edifici dovranno essere dotati di tecnologie solari, e per le costruzioni sottoposte a importanti ristrutturazioni, la data di scadenza è stata prorogata fino al 2032. Inoltre, gli edifici non residenziali e pubblici dovranno raggiungere le stesse classi entro il 2027 e il 2030, rispettivamente.
Punti di scontro principali del negoziato
Ci sono due punti di scontro principali del negoziato: il limite temporale per poter effettuare gli interventi di efficientamento e le possibile deroghe per alcune tipologie di immobili. La controversia più accesa verte sulle costruzioni già esistenti, che rappresentano il 40% del consumo energetico e il 36% delle emissioni di gas a effetto serra in Europa.
Edifici esenti dagli obblighi
Ci sono alcune eccezioni, come i luoghi di culto, gli edifici protetti di interesse architettonico o storico, i fabbricati con superficie entro i 50 metri quadri, le seconde case di villeggiatura e gli edifici dell’edilizia sociale pubblica in cui le ristrutturazioni comporterebbero aumenti degli affitti non compensati da maggiori risparmi sulle bollette energetiche.
Cosa ne pensano gli italiani?
In Italia, la direttiva ha scatenato un’ondata di polemiche, poiché il 60% del patrimonio abitativo dovrebbe adeguarsi dal punto di vista energetico in circa 6 anni, e gli edifici con classi energetiche più basse rischierebbero di deprezzarsi. Inoltre, gli italiani dovrebbero farsi carico di spese ingenti per adeguarsi agli obblighi della direttiva.
Questo è un importante un passo importante verso l’efficienza energetica degli edifici e la transizione ecologica, ma ci sono ancora molte questioni da risolvere. Il negoziato finale tra Consiglio Ue e l’esecutivo europeo determinerà il testo definitivo della direttiva, che potrebbe avere un impatto significativo sull’industria immobiliare e sui cittadini europei.